live report : HIM (Milano -Alcatraz 7/3/06)
Ho sempre apprezzato la musica degli Him, ma non sono mai stato un loro acceso sostenitore, poichè ero troppo dubbioso sulla reale validità di una band cupa e misteriosa che si rivelava a tratti troppo romantica. Il concerto dell'Alcatraz di martedì ha fugato ogni mio dubbio e ora non mi vergogno a dire che gli Him mi piacciono parecchio.
Arrivo all'Alcatraz intorno alle 21,15, un po' in ritardo a causa del lavoro, ma appena in tempo per sentire il finale di "Soul on fire", pezzo col quale la band finlandese ha aperto le danze.
Il locale è strapieno, circa 2500 persone si accalcano alle transenne. Tra di loro metallari vecchio stampo, giovani nu-metal e tante, tantissime ragazzine, un po' troppe per i miei gusti. I musicisti nordici sul palco se la cavano alle grande, ma gli urli da boy band a fine canzone sono davvero fastidiosi. La scenografia è notevole, gotica ma non eccessiva con lampadari, candelabri e atmosfere noir a far da cornice a Valle e i suoi. "Your sweet 666" è il secondo pezzo e l'atmosfera si accende.
Grazie alle conoscenze dentro l'Alcatraz (che mi hanno permesso di avere il biglietto gratis risparmiando ben 25 euro) mi godo tre quarti del concerto dal palchetto d'onore, dal quale ho una splendida visuale del palco e del pubblico.
Los show è intenso e a tratti molto romantico "Join me in death" "Beyond Redemption" "It's all tears" creano le giuste atmosfere di hevy metal e melodia, mentre le tre casse del batterista (una fittizia per il logo) picchiano alla grande e il tenebroso frontman lancia spesso a pubblico il suo microfono e ringrazia di cuore le fan che cantano ogni lirica a memoria.
La presenza scenica è forte, i rasta lunghissimi del chitarrista volano da tutte le parti e, tra una sigaretta e una birra, consumate dagli Him, facendo gentilmente accendere alla gente in prima fila, il tempo sembra fermarsi. Molti giovani stanno male e la security ha il suo bel da fare per portare via ragazzine svenenti per il troppo caldo.
"Right here my arms", "Funeral of heart" e una bellissima ""Poison girl" introducono il terzetto coinvolgente firmato "Sacrament" "pretending" e "Witch girl". La gente balla, canta, salta e segue tutto ciò che viene fatto dal palco. I suono macabri delle tastiere rendono la scena ancora migliore e sono poche le pause che la band si concede, in piena sintonia con il giusto spirito che ogni artista dovrebbe avere.
Il finale è notevole : "Solitary man" vede la grande partecipazione del pubblico, "Sweet pandemonium" e "Razonable kiss" chiudono uno show davvero d'altri tempi, tra birra, sudore e qualche lacrima di troppo da parte delle ragazzine e, all'usicta dell'Alcatraz, tra teschi, tatuaggi, cuori e un romanticismo un po' gothic ecco spuntare i genitroi delle bimbe...
Ale
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