LIVE REPORT : SICK OF IT ALL - Torino, Colonia Sonora (4/7/2007)
ECCO IL REPORT DELLA NOSTRA TRASFERTA TORINESE PER LA SERATA HARDCORE DI COLONIA SONORA, NELLA QUALE I SICK OF IT ALL L'HANNO FATTA DA PADRONI... COME SEMPRE!
Avevo già visto i SOIA al Live di Trezzo pochi mesi fa, ma lo spettacolo era stato molto coinvolgente e così ho deciso da andare a Torino a rivederli.
Colonia Sonora inoltre è un bel festival, lunghissimo (3 mesi!!!) ben organizzato e molto vario nelle proposte musicali, che spaziano a 360 gradi in tutti gli ambiti delle sette note. Il viaggio in macchina con Paolo e Ste dei Protect & Severe passa abbastanza in fretta e intorno alle 21:30 siamo nell'area di Collegno, dove sorge il vecchio manicomio di Torino e dove si stanno già esibendo i Collision of my Axioms, primo gruppo della serata. Non c'è molta gente, ma con il passare dei minuti l'area si riempirà. Mangiamo una pizza al volo e facciamo un giro : l'allestimento dello spazio è bello, il palco è molto grande e pieno di luci, la regia presenta una serie impressionante di rack. Ci sono diversi stand, un paio di distro alternative, due ristoranti, un paio di "birrai" e alcune bancarelle che vendono di tutto.
Dopo una ventina di minuti tocca ai Concrete Block scaldare l'ambiente per i Sick of it all. Saverio (ex woptime), leader della band torinese, tira un mezzo col suo metalcore potente, ma l'impianto non risponde benissimo e c'è da chiedersi se anche per i SOIA la situazione sarà questa.
L'area piano piano si va riempiendo e saranno circa 350 le persone presenti a metà dell'esibizione dei C.B. Un appunto doveroso sul pubblico torinese : gente davvero spessa, moltissimi personaggi HC, tante ragazze stilose, una presenza massiccia della cosiddetta "scena". Bell'ambiente, bella gente, giusta per un concerto Hardcore e senza dubbio migliore del pubblico che avevo visto al live di trezzo, dove erano i giovanissimi a farla da padroni. Certo, non credo che bastino un tot di tatuaggi e un modo di vestire a giudicare il pubblico di un concerto, ma devo dire che, ad un certo punto, sembrava veramente di essere a New York.
Verso le 22:30 attaccano i Sick of It All... le solite sirene annunciano lo show, che parte massiccio con "Take the Night off". Sono in forma i ragazzi newyorkesi e il loro sound è decisamente migliore di quello delle band precedenti. La gente inizia a muoversi in modo frenetico e i fratelli Koller si scatenano.
L'impatto è, come sempre, deciso e diretto. I pezzi proposti svariano dai classici "Step down" e "Scratch the surface" ai più recenti "Uprising Nation" e "Always war" e lo show non ha un attimo di pausa. Ai lati del palco la crew della band li segue con attenzione e i musicisti non sgarrano mai. La sezione ritmica è devastante come al solito e l'entusiasmo con cui dei quarantenni suonano brani che ripetono da vent'anni, è davvero invidiabile e dovrebbe essere di monito a tutte le band emergenti che muovono i primi passi della scena.
Incontro Mario e Michele della Bombonegra, anche loro presi benissimo dallo show che i quattro musicisti stanno proponendo sul palco. "Evil Schemer" viene particolarmente bene e, nell'ora abbondante di concerto, c'è spazio per tutti il classico repertorio di spettacolo dei Soia, dal "girotondo" allo split in due parti del pubblico presente, che risponde con entusiasmo a tutte le proposte dei Koller cantante.
Mi bevo un paio di birre e mi sposto un po' più indietro per seguire la seconda parte dello spettacolo, condita da un paio di bis e da notevoli assoli di basso, proposti da un Rich Capriano in gran forma, che sgrattuggia le quattro corde alla grande e si butta in un improbabile discorso in italiano, giusto per ribadire le origini tricolori della sua famiglia.
Alla fine dello show sono applausi a scena aperta, per la band, per il festival, per l'organizzazione.
Il viaggio di ritorno è un po' sbatti, visto che l'autostrada è chiusa fino a Santhià e dobbiamo spupazzarci 35 km di statale, chiachcierando di metal, di Hc, asoltando gruppi di Lecce e interrogandoci su chi sia stata la più grande band "pesante" di sempre...
Una bella serata comunque e un concerto praticamente perfetto, senza sbavature e punti morti, nel pieno della tradizione HARDCORE newyorkese, nel pieno della tradizione dei Sick of it all...
ALE
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