giovedì, settembre 27, 2007

THE ORIGINAL SOUNDTRACK


PER TUTTI QUELLI CHE, COME ME, HANNO AVUTO LA FORTUNA DI VISITARE CUBA, LA COLONNA SONORA DI "BUENA VISTA SOCIAL CLUB" HA UN SAPORE DEL TUTTO PARTICOLARE. ATTRAVERSO QUESTO CD INFATTI (E ATTRAVERSO IL FILM) SI PUO' COMPRENDERE A PIENO LO SPIRITO DEGLI ABITANTI DELLA ISLA GRANDE E DI QUELLO CHE RAPPRESENTA LA MUSICA PER LORO...
DALLA RETE UNA BELLISSIMA RECENSIONE DI UNA BELLISSIMA COLONNA SONORA:

I brani contenuti dal CD hanno un fascino particolare. Ascoltandoli si riesce a immaginare il mondo che li ha generati. Un primo assaggio del CD magari ci fa immaginare le splendide spiagge di Cuba, la voglia di allegria che questa musica si trascina dietro, il ricordo di serate in discoteca durante le ferie estive, dove abbiamo lasciato il cuore al ritorno in città.
La musica di Buena Vista Social Club è quindi musica che riesce a farci rilassare e magari ci rende il suo ascolto piacevole e rilassante.
Ma c'è dell'altro. Ascoltando con vera attenzione, e facendo caso ai minimi particolari, si entra in una dimensione completamente diversa da quella più spensierata che appare inizialmente. La cosa che mi ha colpito maggiormente sono le voci dei cantanti. Il loro colore e la loro stanchezza! Per stanchezza intendo il tempo che queste voci, con tutto quello che hanno da dare alla musica, hanno passato a lottare durante una vita difficile. Proviamo a pensarci un attimo, ci troviamo di fronte a dei settantenni che per tutta la vita hanno vissuto di musica facendo altri mestieri senza abbandonare mai la speranza di poter avere successo.

Ma il successo è arrivato, e questi musicisti hanno rispolverato tutta la voglia di fare musica che spesso hanno dovuto sopprimere. E tutti, ma proprio tutti, hanno colmato la mancanza di freschezza vocale con una passione e un calore nell'interpretare e suonare davvero commoventi.
Le canzoni raccontano attimi di vita quotidiana. Tutte hanno un fascino indiscutibile, rendono l'atmosfera dello studio quasi familiare. Non sembra di ascoltare un disco, ma di star seduto in un fumoso locale di Cuba, dove dei musicisti ispirati si divertono a fare musica.
Sinceramente mi hanno colpito due canzoni: Veinte anos e Pueblo Nuevo. La seconda è un pezzo che vede il pianoforte come solista. Ebbene qui più che altrove si avverte la difficoltà che devono aver incontrato i musicisti nel ricominciare a suonare. Gonzàlez il pianista, per anni ha fatto il lustrascarpe per vivere (almeno è quel che ho letto), e ha ricominciato a suonare proprio in questa occasione. Ebbene se pur non ha perso il gusto di suonare, se si paragona la scioltezza del suo piano con quello di un musicista allenato, si riscontra un certo impaccio nei passaggi più difficili. Tutto ciò se può sembrare un limite, arricchisce di fascino il brano.

Veinte anos è un piccolo capolavoro, cantata con trasporto e sentimento, è l'unico brano del disco che prevede una voce femminile, Omara Portundo. La canzone, a tempo di Bolero, è ricca di grazia anche perchè la Portundo è accompagnata da un Company Segundo quasi timoroso di rubarle la scena. La voce di Segundo sembra cullare quella della Portundo. Favolosa!!!


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