giovedì, luglio 20, 2006

RECENSIONE DELLA SETTIMANA


TITOLO : Mi sa che stanotte
AUTORE : Assalti frontali
GENERE : Hip Hop
PROVENIENZA : Roma (ITA)
ANNO : 2006

Il rap è linguaggio, l’arma il microfono, i proiettili le parole. Davanti al nuovo disco, il sesto di una carriera lunga 16 anni, si pensa a questo e la copertina in un certo senso aiuta: è una citazione della famosa foto di Malcom X con un fucile in mano e la scritta "con tutti i mezzi necessari", quelli previsti dalla Costituzione. Nel nostro caso, ci ritroviamo l’Assalto Frontale con un microfono al posto del fucile, ma con lo stesso sguardo scrutatore sulla realtà.
In fondo, realtà e società sono da sempre i temi del rap, con la politica come variabile impazzita, perché si è militanti sempre, prima, ora, dopo. Gli Assalti Frontali sono stati anche una notizia dei quotidiani nazionali qualche tempo fa, oggetto di inchiesta con l’accusa di terrorismo, intercettati e pedinati perché nei focosi anni 80 sono stati a contatto col terrorista br Mario Galesi.

Assalti Frontali e le nuove brigate rosse: questo il titolo e questa la storia raccontata in "Che stress i Ros", cronistoria dell’anno vissuto pericolosamente dalla crew romana. Per la cronaca, va detto che il gruppo è uscito pulito dalle aule di tribunale. L’esperienza ha colpito le sensibilità di Militant A e soci, tanto da stimolare un percorso a ritroso, un viaggio di riflessione tra passato e presente, partendo dall’origine, dove tutto ebbe inizio. Si rivivono gli anni dei centri sociali nel doposcuola, le gite al mare con la propria donna, gli squat occupati e i primi cortei politici ("Ribelli a vita"). A 18 anni, a emancipazione iniziata, ognuno cerca di darsi una propria ragione di vita: i valori della famiglia e l’educazione ricevuta sono ridiscussi all’interno del nuovo ambiente che ci si costruisce intorno, accettando e assimilando nuove esperienze, nuove traiettorie da cui partire. Gli Assalti Frontali sono partiti e rimangono "Dall’altra parte" (il brano prende la pallacanestro come paradigma di vita), dalla parte di chi è sempre stato contro un sistema (non importa quale), di chi ha difeso diritti e soprusi, annebbiati (visti gli anni) o stimolati da un ideale di uguaglianza.

Una vita scapigliata, sempre al limite della legalità, porta sempre con sé la paranoica idea di essere al capolinea, di essere giunti alla fine di una vita illegale e all’inizio di una nuova vita dietro le sbarre ("Mi sa che stanotte"). A volte, però, il destino è strano: non sono le occupazioni illegali o le voci sempre di protesta, ma un’accusa ben più infamante a turbare gli animi del gruppo: gli Assalti Frontali, come detto, sono rientrati in una lista di nomi di gente insospettabile, colpevole di fiancheggiare organizzazioni terroristiche. Lasciamo a Militant A la propria versione dei fatti in "Che stress i Ros", noi aggiungiamo solo che si tratta di un pezzo perfettamente old school con bassi a palla.
Al proposito, l’anno scorso avevamo registrato oltreoceano un riflusso della vecchia scuola hip-hop (Edan su tutti con il suo "Beauty And The Beat"), e i massimi esponenti del rap italiano non si sono lasciati sfuggire l’occasione di ripescare da un’ideale fonoteca certi suoni dannatamente anni 80, come le schitarrate heavy che fanno tanto Run DMC ("I miei amici sono strani").

La scheggia impazzita è "Gaia per davvero", una vera e propria campfire song fuori contesto e fuori tutto; una dedica per un’amica scomparsa — e così la prendiamo -, una ballatona acustica per chitarra e voce, malinconica il giusto, maliziosa il giusto.
Chiudiamo con "Si può fare così", domanda retorica sullo stato della musica, e sul modo alternativo di farla, e lo facciamo con le parole di Militant A:

"fatti pure il mio cd masterizzato — solo un pezzo? —
ma tutto il disco in qualsiasi formato
in mp3 o fai un po’ te
se c’hai l’originale è pure meglio per me
il mio diritto d’autore è una torta di more
non me lo difende mica quella brutta faccia d’ispettore,
capirai il copyright
noi: Get up, stand up for i nostri right"

Partiti per Bergamo, dove hanno creato le basi per i brani di "Mi sa che stanotte" e spiaggiati poi, per sei mesi, negli studi torinesi Casasonica dei Subsonica (che colorano del loro ormai prezzemolino- sound i brani del disco), gli Assalti Frontali regalano l’album più poetico e politico della loro carriera.

Pier Eugenio Torri