martedì, novembre 21, 2006

MUSIC & FOOTBALL : Cock Sparrer


SOLITO APPUNTAMENTO CON LA RUBRICA DI MUSICA E CALCIO. OGGI ANDIAMO SUL CLASSICISSIMO, CON UN BELL'ARTICOLO SCOVATO IN RETE DEDICATO AD UNA DELLE BAND CHE HA FATTO DEL LEGAME CON LE GRADINATE UNO DEI SUOI PUNTI FORTI...

I Cock Sparrer sono un gruppo particolare, sicuramente non avevano l'attitudine dei Pistols, non avevano un frontman come Jimmy Pursey, eppure penetrarono nelle budella delle persone con la loro schietta lealtà, e nessuno mai potrà dire che gli Sparrer non erano un gruppo puro fin dalla nascita. I quattro membri fondatori (Steve Bruce-batteria, Mick Beaufoy-chitarra, Steve Burgess-basso e Colin McFaull-voce) insieme al loro tour manager, Will Murray, si conoscevano tutti dall'età di undici anni. Nati e cresciuti nell'est di Londra, avvolti nell'atmosfera calcistica e della musica rock, per tutta la vita sono stati compagni di ogni esperienza. Tutti frequentarono la stessa scuola e, nel '72 iniziarono a barattare i compiti per le prove del loro primo gruppo, suonando canzoni degli Small Faces e poco altro. A loro si unì Garry Lammin, il primo degli innumerevoli chitarristi ritmici dei Cock Sparrer; Garry era sicuramente un grande acquisto, aveva un Marshall (che per un gruppo agli inizi era manna dal cielo...), gli spikey ed era il cugino di Burgess. Grazie a Terry Murphy il quale aprì il Bridgehouse Pub a Canning Town quei ragazzi potevano suonare dal vivo, senza farsi molti problemi, sia che fosse un piovoso lunedì sia che il pubblico fosse composto solo da Terry e i suoi baristi. Gli sparrer iniziarono a scrivere canzoni proprie, i testi erano per lo più basati sulla vita che conducevano e sui personaggi che incontravano ogni domenica pomeriggio sugli spalti del West Ham. Il suono che si stava evolvendo era molto più crudo e grezzo della maggioranza dei gruppi heavy a loro contemporanei, ma nessuno si poteva immaginare che quel tipo di musica stava per esplodere dai tombini dei sobborghi per conficcarsi nelle vene dei kids di quella e delle generazioni future. Malcolm McLaren andò a vedere la band provare in uno stanzino sopra il Roding pub nell'East Ham, gli bastò uno sguardo per prenderli sotto la sua ala e farli diventare la "next big thing" (vi suona familiare?). Malcolm invitò la band a suonare con un gruppo appena formato, chiamato Sex Pistols in uno strip club a Soho, ma il loro rifiuto a comprare ai Sex la birra non fece andare in porto la collaborazione che si concluse subito dopo il concerto (chi ci rimise per voi?). Poco dopo la scena musicale fu cambiata per sempre con l'uscita di "Anarchy in the UK". Velocemente le case discografiche potevano ammazzarsi per trovare chiunque non avesse un sound preistorico del rock, che presto diventò fuori moda, e i Cock Sparrer firmarono a vita per la Decca Records (che aveva nelle sue file anche i Slaughter and the dogs da Manchester). La fama e la fortuna erano alle porte. La Decca mandò i ragazzi al West Hampstead studio per registrare un singolo (lo stesso studio dei Rolling Stones). Gli fu assegnato il migliore produttore della casa, Nick Tauber, e mentre tutti i capoccia tentavano di risolvere il problema di un gruppo punk che rifiutava di colorarsi i capelli e infilarsi spille da balia nel orecchio, gli Sparrer tentavano di risolvere il problema di quanti microfoni potevano rubare e rivendere senza essere scoperti. L'accordo per il tour inglese con gli Small Faces era stato concluso e il primo singolo "Runnin' riot" uscì nel luglio del '77 che entrò anche nelle classifiche inglesi, ma questo non bastò per soffocare il loro crescente odio per le case discografiche e per i managers (infatti "Take 'em all" è tutta dedicata a quella brava gente...). Uscì il secondo singolo nel novembre del '77 ("We love you"/"Chip on my shoulder" 12 e 7 pollici), e i ragazzi rifiutarono qualsiasi idea promozionale che gli veniva proposta (ecco perché la copertina di "We love you" è vuota). Tutti quanti vivevano insieme in una casa a Dagenham nell'Essex e quando non suonavano passavano il tempo a giocare a calcio in cucina, a bere nei pub locali o a pregare il destino per vincere abbastanza soldi alle corse dei cavalli per pagarsi l'affitto. Usavano le copertine dei loro dischi per sparare con il fucile nel giardino. Questo fu il periodo di maggiore ispirazione per le loro canzoni ("Working", "Last train to Dagenham"), scritte soprattutto in viaggio per i concerti sul loro ex furgone rosso della posta guidato dal loro roadie, "The Head" (anche lui compagno di scuola). I supporters più fedeli venivano tutti dal East End ed erano conosciuti come "The popular boys" i quali li seguivano in ogni concerto in ogni luogo. Con l'emergere del punk, gli Sparrer ingenuamente credevano che la loro musica avesse trovato il suo habitat naturale, ma non era così. I loro anthem aggressivi nati dall'esplosiva miscela tra la dura vita nell'East End e le partite di calcio non erano ben accetti dai fighetti usciti dalle scuole d'arte del West London che gestivano i giornali di musica inglesi. Questi critici disperatamente cercavano di trasformare il punk nella "new wave" di turno per concedergli la rispettabilità che giustificasse il loro interesse. I Pistols si disintegrarono, e più o meno nello stesso modo anche gli Sparrer. Garry lasciò la band per diventare attore e gli altri pagarono un duro prezzo per essere stati venduti dal loro manager.
Non si sciolsero, solo smisero di suonare per un po’. Gli anni che vennero dopo videro i ragazzi senza molta voglia di tornare "on the road".
L'unica luce di quegli anni fu il magnifico gol di Trevor Brooking che assicurò al West Ham la vittoria sull'Arsenal nella finale di coppa di lega nell'80.
Ma la voglia del giusto e onesto street rock non voleva andava via. Lo scrittore e personaggio della TV, Garry Bushell decise di fare uscire una compilation di quella che diventò nota come Oi! music; includeva anche "Sunday stripper" degli Sparrer.....i quali tornarono sulla scena per acclamazione "del popolo". Durante una telefonata di uno dei ragazzi a un vecchio amico, nel mentre diventato produttore per una casa discografica, fu menzionata una nuova canzone: "Engalnd belongs to me". L'amico gli offrì un bel po' di soldi solo sulla base del titolo, per la precisione il titolo originale era "London belongs to me" ma per loro ancora non suonava bene e al tempo della chiamata la canzone non era ancora del tutto scritta. Sfogarono le loro frustrazioni per la scena punk con "Where are they now?", la loro sfiducia verso la politica con "Watch your back", la loro avversione per il terrorismo con "Secret army", la loro disillusione dalla polizia con "Riot squad" e la loro noncuranza per il convenzionalismo con "Out on an island", dimostrando a tutti che loro non erano semplicemente un'altra punk band. Quando l'album fu completato, Mickey decise che per un po' ne aveva abbastanza, ma non perse mai i contatti con il gruppo e ogni tanto faceva delle apparizioni, come per la registrazione di "Live and loud" e due date al Gibus club di Parigi. Il brasiliano Chris Skepis fu reclutato come nuovo chitarrista ritmico e allo stesso modo di Garry aveva da offrire molto al gruppo, un sterminata collezione di dischi e.....un padre miliardario. Shug O'Neill fu scelto come temporaneo chitarrista solista in un pub a Soho. I due nuovi ragazzi fecero in modo che le loro foto apparissero su "Shock troops". I Cock Sparrer fecero tantissimi concerti in quel periodo, incluso il tutto esaurito al 100 Club in Oxford Street, con Chris e Shug. Le nuove reclute collaborarono anche alla realizzazione di un altro album, "Runnin' riot" nell'84. Numerosi dischi dal vivo e compilation si susseguirono, ma nessun concerto fu più intrapreso. Chris ritornò in Brasile e Shug lasciò il gruppo per formarne uno proprio. Gli altri come sempre rimasero stretti amici. Steve Bruce aprì un music pub a Bethnal Green ("The stick of rock") e gli veniva sempre chiesto che gli Sparrer suonassero ancora. Mickey alla fine fu d'accordo, e accettarono di suonare anche all'Astoria in Charing cross road con un nuovo chitarrista ritmico, Daryl Smith. Il più bel ricordo che i ragazzi hanno di quel giorno è trovare al "The stick of rock" già nel pomeriggio un centinaio di persone ad attenderli. Non erano preparati alla massa di supporters che stava per arrivare alla sera. Quelle persone arrivarono da tutta Europa e conoscevano ogni singola parola delle canzoni. Al gruppo veniva costantemente detto che avevano avuto un ruolo fondamentale nell'Oi!...ma lì vi erano le prove.
Con gli album "Guilty as a charged" e "Two monkeys", Gli Sparrer tornarono a fare quello che gli riusciva meglio: scrivere inni sulla vita quotidiana e suonare dal vivo. Ovunque suonassero, era una festa, dalle gigantesche masse ai concerti nei pub.
I Cock Sparrer erano, sono e sempre saranno:
Colin McFaull alla voce, Steve Bourgess al basso, Steve Bruce alla batteria e Mickey Beaufoy alla chitarra.