martedì, novembre 07, 2006

MUSIC & FOOTBALL : Omar Pedrini

QUANDO SUONAVA NEI TIMORIA ERA FACILE VEDERLO SALIRE SUL PALCO CON LA MAGLIA BIANCOBLU DEL BRESCIA, UNA SQAUDRA CHE HA NEL CUORE E CHE RAPPRESENTA LA SUA FIERA APPARTENENZA ALLA CITTA' LOMBARDA (HA ANCHE LA LEONESSA CON LA SCRITTA BRIXIA TATUATA SUL BRACCIO).
UN MUSICISTA ECLETTICO, DA MOLTI CRITICATO DOPO L'ABBANDONO DI RENGA DAI TIMORIA E REDUCE DA UNA BRUTTA ESPERIENZA NELLA QUALE STAVA PER MORIRE, OMAR PEDRINI NON HA MAI NASACOSTO LA SUA PASSIONE PER IL CALCIO, COME CONFEMRA QUESTA PARTE DELLO SPECIALE DEDICATOGLI DA RADIO ITALIA...


L’album “Vidomàr” si chiude con il brano omonimo: si tratta di un reading (testo recitato con la musica a sottolineare i passaggi salienti) nel quale Omar racconta la genesi del proprio nome, spiega come e perché si è innamorato di Sivori (pur non essendo tifoso della Juventus, bensì del Brescia) e si sofferma su quei campioni del passato che hanno saputo suscitare emozioni simili all’arte. Sivori, per esempio, possedeva la genialità istintiva di Jimi Hendrix; Mohamed Alì (Cassius Clay) è accostato a Charlie Parker; Jilles Villeneuve gli ricorda la tromba di Chet Baker. Grande appassionato di tennis, il suo idolo resta l’ex numero uno del mondo John McEnroe, che definisce un poeta della racchetta con colpi geniali paragonabili agli schiaffi di vernice sulla tela di Pollock e con un carattere irascibile e indisciplinato da autentico rocker: insomma, un personaggio alla Keith Richard dei Rolling Stones. Carmelo Bene diceva che per vedere l’arte era necessario andare a San Siro quando giocava l’olandese del Milan Marco Van Basten; invece Omar è convinto che il re, l’Elvis Presley dei campi da gioco, sia stato l’argentino Diego Armando Maradona.
«Ho sempre amato i calciatori capaci di accendere l’entusiasmo della folla con una magia. Sono tifoso del Brescia, ma ho una forte simpatia anche per il Napoli proprio nel ricordo delle emozioni che mi ha regalato Maradona. Diego Armando è protagonista anche del brano “Quelli come me”, che rappresenta la mia risposta, affettuosa e per nulla polemica, alla vita da mediano cantata da Ligabue: io ho sempre vissuto da numero 10 (il fantasista) cercando il colpo di genio che può illuminare un’esistenza, senza preoccuparmi troppo degli inevitabili rischi e tristezze. La mia è una vita piena di brividi: un incessante trasloco dalle stelle alle stalle».
E oggi chi sono i campioni che regalano emozioni? «Uno degli ultimi geni è stato Roberto Baggio, poi il pilota di Formula Uno Fernando Alonso e il mio amico motociclista Marco Meandri; però la mia passione sportiva più intensa è la Ferrari e naturalmente sono tifoso di Michael Schumacher. Nel brano “Vidomàr” cito Villeneuve e non lui, che pure ha regalato al Cavallino Rampante di Maranello trionfi quasi inimagginabili, per un motivo molto semplice: Schumy è un pilota immenso, però Jilles era un autentico artista del volante, anche se non ha avuto il tempo di conquistare alcun titolo mondiale».