INTERVISTA DELLA SETTIMANA : PUNKREAS
I Punkreas sono ripartiti con il loro tour di fine anno con nuove date Italiane per chiudere in bellezza allo storico club berlinese "SO36", in compagnia di vecchie e nuove conoscenze della musica indipendente italiana, per l'ultima edizione del PunkItalia Festival. Dalle date di questo tour verrà ricavato un album live, in uscita la prossima primavera, fedele testimonianza del granitico impatto live di questa storica formazione... Punkadeka, portale della musica punk in italia, ne ha parlato con Flaco chitarrista della band.
Siete partiti nuovamente in tour, quali sono le cose che vi appassionano di più: le esibizioni dal vivo o il creare la vostra musica?
Sono tutte e due cose appassionanti, ma se ti devo dire la verità, quelo che mi appassiona di più in assoluto sono i 5 minuti prima di salire sul palco. Non c'è niente di più adrenalinico dell'attesa, per me
Puoi darci anticipazioni sulla scaletta dei pezzi nei quali vi esibirete nel tour? ... come li sciegliete? Saranno diversi a seconda delle date?
Qual'è stato il vostro miglior concerto in assoluto?
Difficile dare una risposta secca. Sicuramente ricordo con particolare orgoglio la prima volta con i Nofx a Milano (sarà stato il '98-'99) e la volta ad Imola con i Rage against the machine, in uno dei loro ultimi concerti prima dello scioglimento. Ma dal punto di vista della nostra esibizione, forse uno dei migliori è stato un Tora Tora di un paio di anni fa alla festa di Radio Sherwood a Padova
..e il peggiore?
Mi viene in mente un'esibizione molto tempo fa, vicino a Reggio. C'erano stati scazzi con l'organizzatore, che secondo noi aveva lesinato sui costi e ci aveva fatto trovare un impianto indegno per la serata. Ci scocciava però far saltare la data. Purtroppo quando suoni può capitare di trovarti in questa situazione senza vie d'uscita: se non suoni la gente penserà che sei uno stronzo e che gli manchi di rispetto, se suoni con l'impianto scadente non si sente nulla, e la gente pensa che sei un incapace. Quella sera decidemmo di suonare comunque, ma patteggiamo una riduzione del costo d'ingresso, per pareggiare la cattiva situazione tecnica. Tuttavia le cose non andarono molto lisce e lo scazzo con gli organizzatori continuò, prima, durante e dopo il concerto, e ti assicuro che non volarono solo parole. Nei giorni seguenti trovammo su internet messaggi dell'organizzatore che sosteneva che avevamo devastato il camerino, dopo aver preteso cene luculliane. In realtà il camerino era indistruttibile, essendo una specie di bunker in calcestruzzo arredato solo con un tavolo e uno specchio, e per cena fummo noi a chiedere che ci portassero una pizza (fredda), perchè i problemi tecnici da risolvere non ci davano il tempo di andarcene tranquillamente a mangiare, come d'abitudine. In tutti questi anni non abbiamo mai replicato a quelle menzogne. Ne approfitto adesso.
"Quello che sei" è uscito ormai da diversi mesi... riascoltandolo ora, vorresti cambiare qualcosa?
In realtà è un pò presto per riascoltarlo. Bisogna prima smettere di suonarlo per avere la giusta distanza. Per ora Per ora lo terrei così com'è
Si, sono convinto che sensibilizzare sia utile e necessario, anche se a volte si ha l'impressione di tentare di svuotare il mare con un cucchiaino. Penso che ormai sia percezione comune l'insensatezza sociale della proibizione della canapa. Spero che in un futuro non troppo lontano appaia chiaro che è l'intera guerra alla droga, col suo corollario di libertà negate, spreco di mezzi e risorse, drammi personali e carcere, arricchimento di mafie e servizi segreti di stato, ad apparire una vera follia da fermare al più presto. Parlo di tutte le droghe. Il proibizionismo non ha mai portato ad altro che al crimine, al peggioramento qualitativo delle sostanze commerciate clandestinamente (hai presente che tipo di alcool si spacciava in U.S.A. durante il proibizionismo?), e al conseguente aumento del rischio per il consumatore
In "Questa è la storia" toccate il grave problema palestinese, dopo gli ultimi fatti di cronaca e lo "pseudo-ritiro" dai territori da parte degli israeliani credi cambierà qualcosa?
Molto difficile capirci qualcosa da qui. Sicuramente il sospetto è che il ritiro da Gaza preluda all'occupazione permanente della Cisgiordania, dove infatti pare si continuino a costruire nuove colonie. Purtroppo mi tocca riaffermare il punto di vista espresso nella canzone: l'origine dello stato di Israele riposa nel fatto che europei e americani hanno ritenuto la Palestina una terra colonizzabile, senza alcun riguardo per i suoi abitanti. I palestinesi hanno avuto lo stesso trattamento degli indiani d'America. Ora, nessuno potrebbe chiedere seriamente lo smantellamento deli Stati Uniti, nè quello di Israele, perchè - per quanto sia crudele - la forza è diventata in qualche modo diritto. Ma se non si parte da questa verità storica inoppugnabile, non è che si possano fare molti passi avanti. I palestinesi sono un popolo che è stato ingiustamente privato dei suoi diritti, e che è stato minacciato di sterminio. Mi piacerebbe sapere cosa avrebbero fatto i tedeschi, o gli italiani, o i francesi, se si fosse deciso di riscattare l'Olocausto costruendo uno stato ebraico sul loro territorio.
Qual'è il pezzo dei Punkreas a cui sei più affezionato e perchè?
Anche se a volte ci avventuriamo in esplorazioni sonore un pò più complesse, continuo a pensare che il rock'n'roll migliore sia quello semplice, diretto, quasi banale nella sua elementarità. Per questo ti dico: "Occhi puntati".
Si vocifera che per l'ultimo singolo i Subsonica abbiano preso ispirazione da voi... Suoni più veloci, cantato in "Cippa Style" e il video ricorda molto l'artwork di "Pelle" ... ne sai qualcosa?
Confesso di non avere ancora ascoltato con attenzione il disco. E' un pò che mi riprometto di farlo. Posso solo raccontarti un aneddoto. Nel novembre scorso, quando eravamo a Torino a registrare, abbiamo incontrato in un paio di occasioni Max Casacci e Samuel, che sono sempre incredibilmente gentili con noi. Una di quelle volte, siamo stai nel loro studio di registrazione, dove stavano preparando il loro album e, dopo averci fatto sentire una track in lavorazione, Max ha commentato : "Ricorda un pò a Sosta, vero?". Non so se si tratti della canzone in questione, ma sicuramente Max conosce i nostri lavori, anche perchè frequenta lo studio di Carlo Rossi,dove abitualmente registriamo. In ogni caso, sia chiaro, se è vero che abbiamo anche solo minimamente ispirato qualcosa ai Sub, la cosa ci fa solo un grande piacere.
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