INTERVISTA DELLA SETTIMANA : S.O.A.D.
Tornano le interviste del caro vecchio Alexio.
Questa volta si chiacchiera coi System Of A Down...
Ci sono interviste ed interviste. Ci sono quelle in cui arrivi ed è sempre la stessa storia (il nuovo disco è una figata, il nostro tour spacca e abbiamo lavorato benissimo grazie al nostro produttore, sai che novità ) e quelle in cui invece incontri gente come Shavo e John dei System Of A Down, e quindi vorresti parlare fino a che non ti cacciano via. Io mi ero preparato ai canonici quindici minuti con tanto di rigoroso quadernetto con le mie belle domandine pronte. Alla fine ne ho fatte solo tre. Secondo il manuale del perfetto giornalista questo è male, secondo me invece no, perché abbiamo parlato di cose di cui di solito ad un gruppo in promozione non importa discutere molto. Del resto i System hanno parecchio da dire, e lo fanno benissimo nei loro bellissimi dischi con canzoni piene di rabbia e orgoglio attraverso la pazzesca voce di Serj. Appena acceso il registratore la classica intervista si è trasformata in una chiacchiera-fiume, di quelle che fai quando passi le serate con gli amici a tavola dopo una cena loculliana. Dopo un po’è arrivata la Caserta in persona minacciando di appiopparmi un’articolo sul futuro del power metal dagli Stratovarius ai Drakkar se non la smettevo all’istante di parlare, roba da violazione dei diritti umani stabiliti dalla Convenzione di Ginevra. Ho guardato l’orologio: erano passati quarantacinque minuti abbondanti. A me sono sembrati cinque.
H- Iniziamo parlando del titolo del disco: “Toxicity”. Presumo che non si riferisca unicamente alla droga, perché l’avete scelto? Cosa c’è per voi di “tossico” nel mondo?
Shavo- Il titolo significa “velenosità”, tutto è nato dal testo di una canzone, poi abbiamo pensato che potesse trasformarsi anche in un ottimo titolo per l’intero album. Noi veniamo da Los Angeles, una città in cui c’è molto veleno, una città malata da cui siamo tutti dipendenti. Io ho avuto l’idea per la copertina del disco, l’insegna di Hollywood trasformata in “System Of A Down” con scritto sotto “Toxicity”. La città è piena di homeless, gente disperata, sbandati, persone dimenticate; quando si pensa ad Hollywood si pensa al glamour, al cinema, alle rockstar, ma basta girare l’angolo delle strade più ricche per trovare quella che è la vita di ogni giorno. Quindi quando abbiamo scelto “Toxicity” come titolo, abbiamo capito che era coerente anche con le altre canzoni, visto che la maggior parte in qualche modo ha a che fare con qualcosa che è “tossico”, senza per questo riferirsi unicamente alla droga..
H- Quindi un insieme più complesso, c’è qualcosa di tossico nel mondo in cui viviamo, nella nostra società.
Shavo- Sì, è in ognuno di noi, ogni canzone dell’album parla di qualcosa che a che fare con la nostra società, con noi stessi, con qualcosa che è tossico, malato.
John- Ci sono molte metafore nei testi, proprio come in “Needles”
Shavo- In “Needles” il testo dice “Put the tapeworm out of your ass”, ognuno può identificare il “tapeworm” in modo differente, ma non voglio essere io a suggerirti di cosa si tratta esattamente
J- Vogliamo lasciare ad ognuno la possibilità di interpretare a suo modo
S- Il titolo stesso “Toxicity”, ha a che fare con la città, infatti è anche scomponibile in “Toxic” e “city”, si tratta di Los Angeles, di Hollywood.
H- Avete mai pensato di includere anche le traduzioni dei vostri testi in altre lingue?
J- Molti ragazzi probabilmente lo fanno già da soli con Internet
H-Non so, non credo che sia così facile…
J- Non ci sono dei programmi fatti apposta per la traduzione automatica?
H- Sì, ma così si perdono molte delle sfumature presenti nei vostri testi..
S- Non abbiamo ancora diffuso su Internet i testi del nuovo album, stiamo cercando di mantenere tutto il più possibile segreto fino alla pubblicazione del disco, anche se con il web oggi è impossibile riuscirci. Napster, gli MP3, hanno un aspetto positivo e uno negativo, e dopo aver assistito alle battaglie legali e alle cause intentate dai Metallica, adesso è una realtà che colpisce anche noi. Da ragazzo ero un grande appassionato di musica, lo sono tuttora, e aspettavo con ansia l’uscita dei dischi dei miei gruppi preferiti per comprarli il giorno stesso in cui venivano pubblicati. Oggi con Internet quello sensazione di attesa se ne è andata per sempre, perché non ha più senso aspettare il giorno di uscita dei CD quando con Internet te li puoi procurare comunque. Abbiamo dato il promo del CD a voi ragazzi della stampa per ascoltarlo e per recensirlo, ma magari basta che uno di voi lo presti ad un amico per ritrovarselo sulla rete
J- Quindi non darlo a nessuno! (risate)
S- Sì, ma in fondo ci vuole anche molto meno, basta che tu lo stia ascoltando sul tuo computer perché qualcuno collegato in Internet possa entrare e condividere i tuoi file audio..
H-Si tratta di una nuova mentalità, io ad esempio ho il vostro CD ma senza i testi e il booklet..
S- Sì, vogliamo aspettare la pubblicazione del disco.
H- Quindi dovrò per forza comprare la versione finale, perché voglio ascoltare il CD leggendo i testi. Sai, io sono cresciuto comprando il vinile..
S- Proprio come me.
H- Quindi mi piace avere la copertina, il libretto, l’artwork e tutto il resto
S- Anch’io ho sempre comprato solo i dischi, mai le cassette, proprio per lo stesso motivo. Spero che molte altre persone la pensino allo stesso modo, perché comprando l’album riesci ad avere tutto il progetto, che non si limita solo alla musica.
H- Riesci anche a capire il messaggio che un gruppo vuole dare. Con gruppi come il vostro, o come magari i Fugazi, è essenziale poter leggere i testi, i credits, per poter così conoscere realtà e argomenti diversi, come ad esempio la vostra lotta per il riconoscimento del genocidio del popolo Armeno.
S- Sicuramente. Inoltre noi abbiamo fatto tutto da soli per questo disco, dalla produzione, all’artwork, fino ad un altro CD, che per ora non è sul web, e speriamo che non lo sia mai, che uscirà insieme al CD in cui presentiamo un “making of” dell’album. Abbiamo girato 23 ore di filmato durante la realizzazione del disco e abbiamo assemblato 9 minuti. E’ molto divertente, perché mostra il lato meno serio della band mentre era in studio, ma al tempo stesso anche come è stato realizzato il disco. Abbiamo usato noi le telecamere e ne abbiamo curato la realizzazione, non abbiamo aspettato che se ne occupasse qualcuno, l’abbiamo fatto direttamente noi. Ognuno di noi ha fatto qualcosa, dai testi, agli arrangiamenti, all’artwork: collaboriamo molto fra di noi, cercando di dare il meglio di noi stessi. Se ti affidi alla casa discografica, cercheranno di trasformare la tua idea in qualcosa che piace innanzitutto a loro, e così non sarebbe più qualcosa dei SOAD
J- Diamo fiducia a quelle che sono le capacità di ognuno di noi. Qualcuno è bravo a fare una cosa, qualcuno è meglio a farne un’altra. Così se uno di noi quattro vuole occuparsi dell’artwork, noi gli diamo carta bianca
S- Anche in studio abbiamo seguito lo stesso criterio, ognuno di noi era libero di suggerire qualcosa per rendere ogni traccia al meglio. E’ stato emozionante, perché se ascolti allo stesso volume il primo disco e “Toxicity” ti accorgi che suonano in modo diverso, siamo cresciuti, e questa volta abbiamo fatto da soli, perché prima non avevamo abbastanza esperienza. Il primo disco è stato un ottimo punto di partenza, il modo miglior per mostrare quello sono i SOAD, ma volevamo crescere, così ogni elemento presente sul disco è stato migliorato: abbiamo reso le parti heavy ancora più pesanti e quello melodiche ancora più accessibili.
S- So cosa vuoi dire, non vogliamo solo essere una band metal, perché abbiamo anche altre influenze che vanno dai Beatles agli Obituary ai Red Hot Chili Peppers. Non vogliamo essere solo una metal band, non vogliamo essere il gruppo più heavy del pianeta, sappiamo che potremmo esserlo (ride), ma vogliamo essere anche molte altre cose..(si accende una sigaretta)
H-Fumi? E’ rilassante poter fare un’intervista fumando
S1- Per questo mi piace l’Europa, in America fumare sigarette è quasi un reato, mentre qui in Europa mi sento a mio agio perché si può fumare praticamente dovunque..
H- Tornando al discorso sulla droga, non c’è dubbio che ci siano due canzoni (“Needles” e “Prison Song” NdT), che ne parlano direttamente. Pensate che la droga possa essere in qualche modo uno strumento per controllare e punire le masse?
S- Si tratta in effetti di qualcosa di molto complesso. “Needles” e “Prison Song” hanno a che fare con la droga, ma trattano due punti di vista completamente opposti, perché “Needles” parla della dipendenza, mentre “Prison Song”, parla del sistema carcerario americano, che vede la sua popolazione aumentare vertiginosamente a causa dei reati minori commessi a causa dell’uso di stupefacenti, quando poi in realtà le stesse persone al potere che puniscono chi ne fa uso sono direttamente coinvolte nel traffico di droga a livello internazionale
H- Questo è interessante, perché molti in Italia pensano che negli anni 70 la droga, l’eroina in particolare, sia stata usata dal potere per distruggere gran parte di una generazione che era attivamente coinvolta in una forte movimento di contestazione, prima permettendo la diffusione, e poi punendo chi ne faceva uso.
S- Esatto, prima ne ha incoraggiato il consumo e poi ha imprigionato chi ne abusava. “Prison Song” parla proprio di questo, anche se non in maniera diretta. Quando diciamo “I buy my crack I smack my bitch, right here in Hollywood”, intendiamo dire che una persona può comprare tutto quello che vuole per strada, ma poi per questo rischia di essere messo in galera.
J- Inoltre permettendo ad una persona di drogarsi, questa non si rende conto di tutte le decisioni prese in favore di quelli più ricchi. La dipendenza dalla droga porta a vivere in un mondo di fantasia, in cui non ci rende conto di quello che avviene nella realtà, così la possibilità di far sentire la propria voce viene azzerata dal bisogno.
H- E’ anche la stessa ipocrisia per cui le droghe pesanti vengono messo sullo stesso piano di quelle leggere, come ad esempio la marijuana..
S- A proposito non è che per caso ce ne hai un po’? (ride)
H- No adesso no, ma magari dopo vi posso dire dove andare a fare un giro..
J- Comunque capisco quello che vuoi dire. Ad esempio qual è la differenza fra l’alcool e le droghe leggere?
H- L’alcool è legale
J- Sì, ma qual è la differenza? L’alcool uccide più persone della marijuana
S- Anche perché la marijuana non può uccidere nessuno. L’alcool è sicuramente peggio perché può ucciderti e perché rende la gente aggressiva e violenta, mentre questo non succede con le droghe leggere. Ma non vogliono che la marijuana sia legale, perché non possono controllarla, dato che chi la consuma abitualmente potrebbe tranquillamente coltivarla nel giardino dietro casa. Per questo non vogliono renderla legale, perché non riuscirebbero a trarne profitto
H- Mentre l’alcool e le sigarette che sono legali e che uccidono, sono una fonte di guadagno per lo stato
J- E’ vero, ma è importante ricordarsi che il popolo ha il vero potere, e che può unirsi per fare qualcosa, non necessariamente in modo negativo, ma in modo positivo per riuscire ad ottenere un vero cambiamento, così come le società rette dagli imperatori sono crollate quando il popolo si è unito per abbatterli.
S- Non volevamo fare come è successo ad altre band che hanno realizzato un ottimo primo disco e poi hanno provato a ripeterlo per tutta la carriera. Ci sono band che fanno un grande debutto e poi cercano di fare le stesse canzoni cambiando solo gli arrangiamenti, non abbiamo voluto fare una cosa del genere, perché è come correre in un cerchio, alla fine non arrivi da nessuna parte.
J- Quello è che importante è essere orgogliosi della musica che facciamo, non conta se vendiamo una copia o un milione.
S- Anche se sarebbe meglio!(ride) No, come a detto lui è importante sapere che siamo cresciuti, che siamo soddisfatti di quello che abbiamo fatto, dobbiamo essere orgogliosi noi prima di qualunque altro
S- Fumi le Camel?
H- Veramente fumo le Gauloises, sono francesi, solo che le avevano finite..
S- Noi le boicottiamo, per via del governo turco. Guadagnano sulla vendita di ogni singolo pacchetto di sigarette, perché sono fatte con tabacco turco. Noi non abbiamo niente contro il loro popolo, ma il governo continua ancora oggi a non riconoscere il genocidio compiuto nei confronti degli armeni
H- Questo è un argomento che mi interessa molto
S- Noi boicottiamo i prodotti turchi perché il governo di Istanbul non ha nemmeno la decenza di ammettere che nel passato hanno massacrato il nostro popolo. Sappiamo che non è responsabile l’attuale governo turco, ma loro sanno quello che hanno fatto, anche se continuano a negarlo. Quindi se le Camel hanno a che fare con la Turchia, noi non le compriamo.
H- Questo è molto interessante, perché ha che fare con il valore del ricordo, cioè non dimenticare ciò che di sbagliato è successo alla tua gente e quello che di sbagliato i tuoi antenati hanno fatto agli altri. Così magari grazie ai System of a Down, molti ragazzi in America che non ne sanno nulla del genocidio del popolo armeno ne sono venuti a conoscenza.
S- Questa è una cosa fantastica, è la cosa che ci rende più felici vedere questi ragazzi che non ne hanno mai saputo niente (del genocidio armeno NdT) interessarsi alla nostra lotta. I libri di storia con cui i ragazzi americani crescono ignorano completamente quanto successo, ed è impossibile venirne a conoscenza se nessuno glielo dice, così noi ne parliamo durante i nostri tour e facciamo delle conferenze nelle scuole. Per questo siamo molto orgogliosi quando un ragazzo del Sud degli Stati Uniti, del Texas, che prima non ne sapeva niente del genocidio del popolo armeno, ci scrive per dirci che grazie ai noi ha aperto gli occhi, siamo felici di poter avvicinare delle persone a questo argomento. Si tratta solo di un passo, ma passo dopo passo forse riusciremo ad ottenere qualcosa. Sappiamo che scrivere una canzone, fare un concerto, di sicuro non cambierà qualcosa, non otterremo quello che vogliamo immediatamente, ma col tempo magari un’altra band potrebbe raccogliere la nostra battaglia, o altri ragazzi fra dieci anni potrebbero fare qualcosa di utile. Cerchiamo di portare la nostra battaglia al Congresso e siamo davvero convinti di poter raccogliere interesse attorno a questo argomento, è una cosa per noi assolutamente fondamentale, perché siamo tutti Armeni e questa lotta è dentro di noi
J- Essere Armeni ci ha reso molto sensibili a tutte le ingiustizie che accadono nel mondo. Si tratta di essere consci di quello che succede, perché la maggior parte delle persone bada solo a quello che accade nella propria casa, ma non ne sa nulla di quello che succede nel proprio quartiere. La gente si comporta se la propria nazione fosse il mondo intero, l’unica cosa che importa è che le cose vadano bene a casa propria, e così non si rendono conto che ciò che di sbagliato succede in un determinato paese un giorno può succedere anche al tuo. Se accade qualcosa a qualcuno che non ha niente a che fare con te, non puoi chiudere gli occhi, perché se lo fai, potrebbe accadere anche a te
S- La storia tende a ripetersi sempre, e se si fa finta di nulla quando accade qualcosa di grave, quella cosa può ripetersi in scala ancora più grande. Nel 1915 è successo al nostro popolo e tutto il mondo ha chiuso gli occhi, inclusi gli Stati Uniti, una delle nazioni più potenti, a cui non interessavano una parte del mondo così lontana. E così in meno di un anno, in sei mesi, da quello che erano 2 milioni e 200 mila armeni sulla faccia di questa terra, ne sono scomparsi un milione e mezzo, inclusi gli artisti, i poeti, gli avvocati, i medici.
H- Un’intera cultura
S- Esatto, un’intera cultura cancellata dalla faccia della terra, ci sono voluti più di 80 anni e adesso ci sono di nuovo musicisti, dottori, scrittori armeni. Ora sono tornati, ma nel 1915 sono stati tutti massacrati, inclusi i bambini e le donne. I turchi hanno preso tutti i bambini al di sotto dei quattro anni e li hanno portati in orfanotrofio, per farli crescere come dei bambini turchi, non hai idea di quante persone ci sono che credono di essere turchi solo perché sono stati cresciuti in questo modo, mentre in realtà sono armeni. In America c’è un grande museo dedicato all’olocausto e c’è riportata una frase detta da Hitler: “Nessuno si ricorda degli armeni, nessuno si ricorderà degli ebrei”, ovviamente si sbagliava, ma intanto sono morti milioni di persone. E questo continua ad accadere anche oggi nel mondo, basta pensare a Timor Est, l’America si è arrogata il diritto di essere la polizia del mondo, ma questo genocidio non sembra interessarle particolarmente.
J- Il vero motivo è che spinge gli Stati Uniti ad intervenire è esclusivamente l’interesse economico, i soldi, il petrolio. I pupazzi che siedono alle Nazioni Unite o alla NATO, sono controllati dagli Stati Uniti e fanno quello che interessa agli USA.
H- Esattamente com’è successo in questi anni: in Kuwait sono intervenuti immediatamente perché c’era il petrolio, mentre in Bosnia sono state uccise migliaia di persone prima che le autorità internazionali facessero qualcosa.
J- La Bosnia non era evidentemente importante per loro, visto che non c’era nessuna ricchezza da sfruttare
H- Mi ricordo che durante la guerra del Kossovo dal confine italiano si potevano vedere gli aerei che partivano per bombardare la Jugoslavia.
S- E tu pensi che in America la gente ne abbia saputo qualcosa?
J- Questa è la vera ipocrisia: se a casa mia tutto va bene, non mi interessa di quello che succede nel resto del mondo
H- Ok, ragazzi, torniamo a parlare di musica. In “Toxicity” c’è una canzone che riguarda Charlie Manson (“ATWA”). Come mai così tanti artisti, come ad esempio Axl Rose, Henry Rollins e Marylin Manson, sono attratte da questa icona?
S- Quella canzone non parta direttamente di Charlie Manson, quanto piuttosto delle sue idee riguardo all’ambiente. “ATWA” significa Aria, Alberi, Acqua e Animali (Air, Trees, Water, Animals NdT), e parla le sue opinioni in merito. Charlie Manson ha milioni di opinioni diverse, e il fatto che durante la sua vita abbia fatto e detto delle cose sbagliate non significa che abbia torto su tutto. La canzone è stata scritta da Serj, che ha letto molti libri che lo riguardano, Manson è in realtà una persona molto interessante da studiare, ha passato metà della sua vita in orfanotrofio e in carcere, venendo continuamente arrestato, quindi tutto quello che sa del mondo l’ha conosciuto con gli occhi di chi entra ed esce di prigione, beh, di sicuro ha avuto molto tempo per riflettere su un sacco di cose (ride)! Molte delle cose che ha detto sono giuste, solo che per il mondo in cui viene visto dall’opinione pubblica ha sempre torto a priori.
Sai loro hanno questa modo di fare “siamo la più grande band metal del mondo”..
S-Beh è solo la loro opinione
H- Non è che voglio parlarne male..
J- L’hai fatto, è tutto su nastro adesso! (ride)
H- Hai ragione..
J- Comunque abbiamo partecipato con loro un paio di anni fa all’Ozz Fest, e si sono rivelati dei ragazzi in gamba, il nostro disco esce in contemporanea con il loro, siamo amici, e quindi abbiamo deciso di fare qualcosa assieme. E’ meglio andare in tour con qualcuno con cui ti trovi a tuo agio piuttosto che lasciar fare alla casa discografica, perché se non ti piace la gente con cui vai in tour è meglio non andarci, alla fine diventa una band contro l’altra, è meglio cercar di creare un’atmosfera positiva.
Penso che questo tour darà l’opportunità a molti ragazzi di vedere qualcosa di diverso, i loro fan potranno conoscere una band diversa dagli Slipknot e i nostri qualcosa di diverso da noi.
S- Se loro vogliono essere la più grande band metal del mondo non c’è problema per noi, come ho detto prima non ci interessa essere la più grande band metal del mondo, vogliamo solo essere noi stessi, puoi anche farci fare un tour con qualsiasi altra band, per noi è loro stesso
H- Verrete in Europa con questo tour?
S1- No, non con questo tour, torneremo da soli o con un’altra band, vogliamo essere headliner e girare l’Europa. Sono convinto che questo sarà un grande tour, suoneremo solo in grandi posti, gli Slipknot hanno venduto molti dischi in America, e penso che tutti i ragazzi che hanno comprato i loro dischi debbano vederci, perché potrebbero comprare anche il nostro. Sono sincero a riguardo, questi ragazzi hanno bisogno di un modo per conoscerci e con questo tour potranno finalmente sapere chi siamo e che musica facciamo, vogliamo avere questa opportunità.
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