THE ORIGINAL SOUNDTRACK
Cosa faresti se un boss malavitoso, che detiene un ragguardevole potere sulla città, ti scambiasse per qualcuno che non sei, e pretendesse di venir ripagato di un debito? Cosa faresti se poi il rivale del boss, che vive nel palazzo di fronte, cadesse nello stesso errore, e tu ti trovassi nell’infelice posizione che ti vedrebbe debitore con entrambi? E se, tanto per complicare un po’ le cose, come pagamento, il primo dei due ti chiedesse di uccidere il figlio dell’altro?
E’ questa la situazione che si prospetta per il povero Slevin, all’inizio di questa nuova fatica di Paul McGuigan, prima fotografo, poi regista di film come “Gangster No.1” (2000), “Appuntamento a Wicker Park” (2004) e “The Reckoning” (2003). Fatica che già dai trailer si prospettava come un lavoro interessante, curato nella fotografia come nella regia, e che riusciva a catturare l’attenzione dei più grazie ad un cast che difficilmente passa inosservato. Un trailer che prometteva, insomma, e che invogliava alla visione gli amanti del genere e non solo, facendo sapientemente leva sulla presenza di personaggi stereotipati, presentati uno per uno come in una vetrina, e ammiccando allo spettatore con accenni ad una trama che sa di classico quanto di intrigante. Aggiungiamo al cocktail una colonna sonora dal sapore pulp e, in un periodo in cui il solo odore “Tarantiniano” provoca l’acquolina in bocca, il gioco è fatto.
La COLONNA SONORA è opera di Joshua Ralph, al suo primo lavoro per un film, dopo aver sfornato il soundtrack per qualche pubblicità di auto e un paio di cd solisti dai titoli originali come “Music To Mauzner By” e “The Illusionary Movements Of Geraldine & Nazu”. La caratteristica compositiva del nostro Ralph? Non sa ne leggere ne scrivere musica. 20 brani per 45:03 minuti, si parte con “Flute Opening” un'intro un po’ gitano e lento costruito solo su flauto, arpa e basso per poi passare a “It All Starts With A Horse” in cui J. ci introduce in un’atmosfera semi-poliziesca di intreccio, utilizzando i tipici metodi della old school police’s films: maracas, piatti in crescendo, mini-tema al piano prima in maggiore poi in minore: non male! Sonorità gitana e poliziesca saranno miscelate per tutto il resto del disco, entrambe con lo scopo rappresentare i due personaggi fondamentali del film: il Rabbino (Sir Ben) e il Boss (Freeman). Il nostro J. Per non saper ne leggere ne scrivere musica ha fatto proprio un bel lavoretto, e forse lo ha fatto proprio per questo perché in fin dei conti tutti i temi da lui creati sono semplici e quindi riescono a dare molto respiro ai suoni degli strumenti usati in modo da creare atmosfere a piacimento, di umorismo come in “Bad Things in Three” o “A Photo Of Smith” (Traccia 6 e 7), o di tensione come in “Slevin Arrives” (traccia 8), o di tristezza come in “Meet The Rabbi” (Traccia 9) eseguita esclusivamente con un piano echeggiante in una stanza vuota. Non mancano le tracce di estrema atmosfera fatta di pochi suoni, lontani e sfumati sempre coinvolgenti, un perfetto esempio è “Chosing The Rabbi” (Traccia 15) ma ancora meglio “In Dreams Perhaps” che potrebbe ricordare pure i Mogwai dei tempi d’oro. Spettacolare la versione di J.Ralph di “Kansas City Shuffle” (Traccia 19) interpretata dai The Rumor Mill e veramente toccante l’unica traccia esterna: la reggae “After Laughter (Comes Tears) interpretata da Wendy Rene. I temi molto orecchiabili e le atmosfere coinvolgenti fanno di questo disco un ottimo elemento di compagnia nei momenti di creatività e riflessione sul nostro ego e sul perché esistiamo. Per maggiori info su J, Ralph: www.jralph.com
1 Comments:
...tra l'altro la criticata lucy liu, nel film fa una parte piuttosto difficile e la interpreta benissimo!
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