mercoledì, febbraio 21, 2007

DISCHI CHE HANNO FATTO LA STORIA


L'APPUNTAMENTO DI OGGI CON LA STORIA. E' DEDICATO AD UNO DEI MIEI DISCHI PREFERITI IN ASSOLUTO, UNO DI QUELLI CHE MI HA LETTERALMENTE CAMBIATO LA VITA, UNO DI QUELLI CHE HANNO SEGNATO VERAMENTE IL PASSAGGIO DI UN'EPOCA... CHAOS A.D. !

Quando uscì questo disco, nel 1993, i Sepultura erano già tra le realtà più affermate del death-thrash internazionale; la loro potenza, la loro attitudine sanguigna e tribale e le loro "radici" brasiliane, li rendevano già da qualche tempo una delle band più interessanti, importanti, ed apprezzate della scena americana. Eppure, l'uscita di Chaos A.D era destinata a cambiare la storia di questa band (e di molte altre), trattandosi, con buona probabiltà, del disco che ha reso i Cavalera e soci, personaggi di riferimento nel movimento estremo complessivo e che, tra l'altro, ha permesso la successiva realizzazione del capolavoro irripetibile che conosciamo con il nome di Roots.

Nelle indemoniate tracce di questo CD si incontrano tutte le caratteristiche che possono rendere una band importante una band unica: composizione meraviglosamente incisiva, innovazioni stilistiche del tutto peculiari (indimenticabile l'attacco percussivo di Refuse/Resist ed il drumming in Territory, solo per citare le prime due tracce), ondate di violenza genuina ed irrefrenabile, testi impegnatissimi e mai retorici, con riferimenti continui allo scempio che si andava (e si va) consumando nelle "terre insanguinate del mondo" (basti pensare al videoclip di Territory). Il disco trasuda ispirazione ed innovazione: sul numero complessivo delle tracce, un buon ottanta per cento è di quelle che restano nella testa dell'ascoltatore e lo "condizionano" nei successivi ascolti della sua vita.

La composizione non conosce piattezza o banalità ed illumina i brani con la sua semplicità ed efficacia, il drumming di Igor, pur nella sua complessiva linearità e costanza, colpisce l'orecchio con passaggi illuminanti e figure ritmiche plagiate e stra-plagiate negli anni successivi, lo screaming inconfondibile di Max incide la testa e la coscienza come un giudizio inappellabile sul nostro tempo e sulle nostre miserie, il solismo di Kisser riporta a nuova vita l'opera di monumenti viventi come Kerry King, rendendola (se possibile) anche più immortale di quello che sarebbe stata di per sé.

R./R., Amen, Kaiowas, Propaganda, Nomad, We Who Are Not As Others, Manifest, Clenched Fist... sono parole che faranno parte del linguaggio di questa musica per generazioni, perchè hanno segnato il loro tempo in maniera indelebile ed hanno contribuito a rendere il metal ciò che potrebbe essere oggi: più di una passione, più di una religione di nicchia o una moda. Questi brani (assieme a quelli di molte altre ottime band, naturalmente) hanno contribuito a fare del metal un linguaggio potenzialmente universale, capace di evolversi e trasformarsi: "Able to resonate in the strings of reality"; un dono per chi lo "parla" e per chi lo ascolta. Si scrivono articoli su dischi come questo nel 2005, perchè può venire il dubbio che ci sia ancora qualcuno che non ha abbia avuto la ventura di ascoltarli. Da una parte ci si augura che non sia così, trattandosi di dischi fondamentali, dall'altra ci si augurerebbe il contrario, perchè in parte si ricorda come ci si può sentire ascoltandoli per la prima volta. Buon ascolto comunque, a qualunque delle due categorie apparteniate.

1 Comments:

Blogger D.M.M. said...

a me anche live hanno spaccato il culo!

10:54 AM  

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