lunedì, novembre 23, 2009

RECENSIONE DELLA SETTIMANA

QUANDO ESCE UN DISCO DEGLI SLAYER, IL MONDO METAL (E NON SOLO) E' IN SUBBUGLIO. QUI DI SEGUITO UNA ESAUSTIVA RECENSIONE DEL NUOVO LAVORO DELLA BAND CALIFORNIANA... CHE A MIO PARERE HA ANCORA MOLTO DA DIRE!

TITOLO : World painted blood
ARTISTA : Slayer
GENERE : Thrash Metal
PROVENIENZA : Los Angeles (USA)
ANNO : 2009
ETICHETTA : Sony

Il nuovo album degli Slayer, intitolato World Painted Blood, esce a distanza di tre anni da Christ Illusion (un lavoro, tutto sommato, apprezzabile quantunque sensibilmente inferiore al precedente God Hates Us All pubblicato nel 2001).
Non nego che attendevo con ansia questa release atteso che il combo americano rappresenta per me uno dei vertici mai raggiunti nella storia del metal estremo; una band che, a differenza di illustri colleghi, può vantarsi di non aver ha mai “bucato” un disco fatta eccezione, forse, per i vacui sperimentalismi nu-metal contenuti in Diabolus In Musica.

Devo dire che anche stavolta gli Slayer hanno fatto pienamente centro confermandosi in forma smagliante, con una rabbia immutata e voglia di spazzare via in un attimo tutta la concorrenza in campo thrash (che, peraltro, ahimè non mi pare nemmeno troppo agguerrita).

Che cosa ci si poteva aspettare da World Painted Blood?
Risposta facilissima: semplicemente un platter "alla Slayer"!

Tom Araya e soci, pur riproponendo il solito consolidatissimo canovaccio, da bravissimi e furbi mestieranti quali sono riescono ancora oggi ad emozionare proponendo undici tracks aggressive ed ottimamente eseguite.
Il sound può essere accostano a quello contenuto in Divine Intervention ma con una qualità più elevata.
Sotto questo aspetto, inoltre, ho evidenziato delle significative differenze con i pezzi del loro ultimo citato lavoro in studio: i brani effettivamente sono più incisivi, diretti, immediati e credo che saranno anche più efficaci allorquando saranno eseguiti dal vivo.
Alcuni riffing sbalordiscono per freschezza compositiva (mi riferisco ad esempio all’allucinante title track e soprattutto ad Hate Worldwide che personalmente giudico la migliore song degli Slayer post Seasons In The Abyss unitamente a Disciple).
La prova del singer, in particolare, risulta più convincente rispetto al recente passato; la sua voce è molto acida e cattiva nel contesto di testi molto violenti come consuetudine del gruppo.
Tra le song più significative meritano attenzione il mid tempo di Americon ed il ritmo sostenuto in puro stile thrash di Psycophatic Red (le liriche narrano le gesta di un serial killer con un Araya letteralmente invasato).
Gradevole anche il ritmo psicotico di Playing With Dolls, l’incedere inquietante di Human Strain e la dirompenza di Public Display Of Dismemberment che mi ha rammentato moltissimo il thrash dei tempi d’oro soprattutto per il lavoro alle pelli di Dave Lombardo.
Magari il resto scorre via senza particolarismi di sorta ma, tuttavia, senza tediare l’ascoltatore.
Alcuni fraseggi di chitarra della coppia Hannemann/King appaiono a volte troppo simili a quelli prodotti nel passato e questo alla lunga un pò stanca.

Fidatevi, questo è un buon full lenght secondo solo a God Hates Us All facendo riferimento alla discografia del gruppo degli ultimi quindici anni.
Ho sentito dire che forse è il loro ultimo album prima dello scioglimento definitivo (Araya sembrerebbe patire i suoi 50 anni!)..........beh, se sarà così lasceranno un vuoto assolutamente incolmabile visto il piattume che c’è in giro.