mercoledì, dicembre 09, 2009

DISCHI CHE HANNO FATTO LA STORIA...


SETTIMANA CORTA DOPO IL PONTE DI SANT'AMBROGIO. INIZIAMO SUBITO CON UNO DEGLI ALBUMPIU' IMPORTANTI DELLA DISCOGRAFIA MONDIALE, CONSACRANDO GLI U2 A GENI INDISCUSSI DELLA MUSICA POP ROCK DI TUTTO IL PIANETA... ACHTUNG BABY

Gli anni novanta si aprono con tre caplavori : R.E.M. Out of time, Nevermind dei Nirvana e Achtung baby, il giro di boa degli U2.
Non solo infatti il 1991 ma tutto l'ultimo decennio del secolo è ben rappresentato in Achtung baby, e rapprensenta per gli U2 un periodo di cambiamento epocale della loro musica. Come un onda impetuosa la maturità travolge il gruppo di Dublino che crea un opera immagnifica nella sequenza impeccabile di dodici brani che riascoltati decine di volte non stancano mai, ma anzi, non finiscono mai di affascinare per la seguenza di suoni che trasudano senzazioni, emozioni.
Il disco è un caleidoscopio dal quale vengono proiettate stupefacenti immagini, le stesse che saranno trasmesse dai videoclip in tutto il mondo e che insieme alle luci, migliaia di luci, esplodono e arrivano dirette al cuore e alla mente delle centinaia di migliaia di persone che hanno assistito ad uno dei più importanti e mastodontici spettacoli dal vivo della storia del rock. Lo ZooTv Tour e il successivo Zooropa Tour trasmettono a chi osserva e ascolta emozioni nuove, e forse irripetibili. La potenza esplosiva dei significati della musica e dei messaggi ad essa legata, non solo dal testo dei brani ma dalle immagini trasmesse sui video oltre che dal puzzle di una copertina che è già tutta un programma. I dodici brani sono immagini, significati, dodici stelle tutte illuminate di luce propria. Apre le danze Zoo Station con un riff elettronico che fa accapponare la pelle e ci fa sentire pronti per sensazioni "migliori anche di quelle vere" (even better than the real thing). One non teme rivali è una delle più affascinanti lovesong di sempre. Uno dei brani in cui la successione impetuosa che caratterizza il susseguirsi dei brani si ferma e ti abbraccia, per poi lasciarti e farti roteare, nuovamente, con una spinta travolgente di suoni che vanno a mille all'ora (the fly) e per poi ancora fermarsi con la strazianti e riflessive acrobat e ultraviolet. Il disco si chiude con un annuncio acritico (love is blindness), con un canto malinconico, quasi a salutare il caplavoro appena concluso, che lascia commossi ed esterefatti i fan del gruppo. Una ventata inattesa d'aria "fredda" che lascia un segno indelebile nei fan degli U2 ma anche in coloro chce il gruppo non lo aveva mai ancora ascoltato.
Nessuno di essi troverà più negli U2 un'ispirazione tanto forte da creare simbolismi e mitiismi. Quest'album arriva con il consueto supporto del genio di Brian Eno e di Daniel Lanois che produce Bono e compagni nell'apice della loro carriera artistica. Influenze e contributi che sfruttano sapientemente le doti del gruppo irlandese e che permettono di collocare quest'album ai primi posti tra quelli realizzati nell'ultimo decennio del ventesimo secolo. Un simbolo. L'album non trova ripetizioni e le cover successive non saranno altro che un vano e miserevole tentativo commerciale di cavalcare l'irripetibile successo dovuto ad una ispirazione superiore.