RECENSIONE DELLA SETTIMANA
Per la recensione di questa settimana, ci occupiamo di hip hop. A farlo è Luca "mod", dj selecter dei Quattroassi...
TITOLO : Penna Capitale
AUTORE : Club Dogo
GENERE : Hip Hop
PROVENIENZA : Milano (ITA)
ANNO : 2006
Quando nel 2003 uscì "Mi Fist", primo LP dei Club Dogo dopo l'esperienza di Sacre Scuole con "3 mc's al cubo", da più parti si è urlato al miracolo. Spesso mi è capitato di sentire commenti del genere, tante volte a torto, su numerosi dischi di rap italico, ma in questo caso nulla da ridire. Il disco, totalmente autoprodotto, segna un nuovo standard nel modo di fare rap in italia e riscuote un successo tale da essere, nel 2004, ristampato da Vibrarecords (etichetta indipendente specializzata) con alcuni remix.
Tre anni dopo, esattamente l' 8 marzo 2006, esce Penna Capitale, il secondo lavoro del trio milanese, tre anni durante i quali, comunque, non si è sentita la loro mancanza grazie alle numerose collaborazioni intrattenute con vari artisti della scena italiana e internazionale, e a lavori solisti o quasi dei componenti del gruppo e della Dogo Gang (Hashishinz Sound vol.1, Roccia Music, Regular col rapper americano Grand Agent....) che non hanno fatto altro che far aumentare l'attesa per il nuovo lavoro.
Ma torniamo a noi. Le aspettative erano altissime, soprattutto dopo una pietra miliare come l'album d'esordio. Chi si aspettava un LP in linea col precedente resta deluso, sia dal punto di vista musicale, sia da quello del flow e delle tematiche. Questo risulta più maturo, più ricercato e più "impegnato", anche se la dose di zarragine a cui ci avevano abituati non manca di certo.
Penna capitale viene anticipato dallo street single "Butta via tutto" che ci dà in anteprima un assaggio di quello che sarà l'orientamento musicale del disco: un suono molto europeo e che conferma le qualità del produttore Don Joe come uno dei migliori beatmaker italiani. Sul tappeto musicale steso da Don Joe, i due mc's, La Furia e Guè Pequeno, riprendono nel ritornello una delle più celebri canzoni della mala milanesi, Porta Romana, e tirano fuori tre strofe in cui parlano di strada, polizia, annessi e connessi, tematiche che i due hanno pù volte affrontato senza mai essere ripetitivi e mostrando un elevato livello tecnico.
Ed è proprio dal punto di vista tecnico, delle immagini e dei contenuti che i tre hanno fatto il salto di qualità maggiore, andando oltre "Mi Fist" e innalzando di nuovo lo standard del rappare.
Il disco si apre con "Niente per niente", sorta di intro, 1'53" per una dichiarazione d'intenti del gruppo per poi passare alla seconda traccia, "D.O.G.O." in cui compare il primo ospite del album, Marracash. Don Joe stende un beat a 78 bpm perfetto per la violenza verbale degli mc's ("non faccio rap per papaboys ma a tinta forte"). Da citare assolutamente la prova di Marracash che si conferma uno dei migliori mc italiani. In macchina coi vetri giù e i bassi al massimo si toccano picchi di zarragine inauditi!
La terza traccia "La notte che rovesciammo l'ordine" è un'invettiva contro i "potenti" e i "vips", in cui si delinea quasi una di resa dei conti, che apre la strada alla già citata "Butta via tutto".
Col quinto pezzo l'atmsfera cambia, i toni si smorzano un po', si parla di riscatto personale partendo dal basso, il beat ha un campione che nel ritornello ripete la parola "breathe". Ottimo rap che, tra l'altro, gira in radio e del quale è in preparazione un videoclip, il titolo è "Una volta sola".
La traccia sei ci riporta in dietro di dodici d'anni. Tenendo lo stesso ritornello e campionandone la melodia, i dogo rifanno "Cani sciolti" dei Sangue Misto dandogli un impronta moderna ma mantenendo inalterato lo spirito originale del pezzo. "Cani sciolti 2206" è presente anche in coda all'album nella versione remix ad opera di un certo Deda, ovvero un terzo dei Sangue Misto.
Con "Falsi leader" si tocca uno degli episodi meglio riusciti di tutto il lavoro. Il beat è prodotto da un altra punta di diamante del beatmaking italiano, Dj Shocca, col quale i tre avevano già collaborato per "Rendez vous col delirio", uno dei pezzi più potenti degli ultimi anni. E' una dichiarazione di sfiducia, odio e chi più ne ha più ne metta, nei confronti di tutti i falsi leader, uno in particolare, indovinate chi...
Il livello tecnico dei due è altissimo e viaggiano a meraviglia sull'ottimo beat di Shocca.
Si arriva così a "La testa gira", il cui beat è opera di Don Joe ed è un'altra cartella. Si parla di droga e in generale di sostanze "alteranti" ma in modo non scontato, senza prenderne le difese e senza condannare cosa e chi ne fa uso.
In "Briatori", che vede di nuovo la presenza di Marracash su un altro gran beat di Don Joe, il livello di ignoranza si alza ("del resto a scuola da briatore su in villa, il libro di testo è il calendario di ludmilla", "distretto di polizia non mi ha mai preso bene, a letto antonella elia non l'ha mai preso bene", "non ho speranze di uscire con giorgia surina, la guardo su max e me la immagino...sai già la rima").
Con "Don't test" si continua con l'ignoranza. Ospiti in questa traccia Vincenzo da Via Anfossi aka Pappa Vinz aka Enz benz aka Spazzaneve ("la mia strada frà è una via crucis ma là il crimine non paga, entra gratis") e, sul ritornello, Mc Mars dal guadalupe che canta in "patois".
Ospite internazionale anche su "Non sto in cerca di una sposa": sul beat di Deleterio arricchito da chitarre e synth di Don Joe, i due mc's sfornano due strofe intervallate dal ritornello di Liv L' Raynge, female mc direttamente da Brooklyn. Anche qui a ignoranza siamo messi bene.
Le tre strofe di "Tutto quello" sono una sorta di elenco in cui i due ci raccontano cosa vogliono, mentre "Cattivi e buoni" è un pezzo un po' più intimo, che apre la strada ad un finale più "tranquillo" dell'album. Si passa infatti a "Due modi" con un altro featuring internazionale nel ritornello, cantato dal caraibico Ricardo che per l'occasione si esibisce in italiano su un pezzo che potremmo definire d'amore, e che è contrapposto per tematiche e attitudine a "Non sto in cerca di una sposa". I beat sono tutti e tre di Don Joe.
Prima della già citata "Cani sciolti 2006 rmx" che chiude l'album, abbiamo l'ottima "No more sorrow" su un beat di Dj Shablo (che con i già citati Don Joe e Dj Shocca compongono la crew di produttori Italian Job) il cui ritornello, in inglese è cantato dalla female singer Poopatch, già presente nel mixtape "Pmc vs Club Dogo".
In conclusione un ottimo album che, come detto, ha ambizioni europee e può benissimo competere con le scena francese e tedesca sicuramente le più mature del nuovo continente.
Il suo maggiore pregio è quello di aver superato "Mi Fist" di non essere un lavoro simile al precedente (sarebbe stato facile e comodo ripetere la stessa formula, dato il successo riscosso) ma di essersi innovati e, come detto, di avere settato un nuovo standard nel rap italiano, almeno in quello di un certo tipo.
Infine una menzione per la grafica e il packaging ad opera di Reiser e Boghe.
Luca "mod"
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