VASCO e la pubblicità...
DAL SITO UFFICIALE DI VASCO, IL SUO COMUNICATO IN CUI CHIUDE OGNI SUO RAPPORTO CON IL MONDO DELLE PUBBLICITA'...
…In principio fu Vodafone…
Con le sue colossali campagne pubblicitarie capaci di lanciare e di far conoscere nuovi artisti e talenti (Dandy Warhol o, Luna pop ecc.) con un’efficacia cento volte più potente di una qualsiasi normale promozione discografica.
Confesso di aver pensato che avrebbe potuto essere un’idea interessante “prestare”, per tre mesi, una mia canzone nuova - “Come Stai”- in occasione dell’uscita dell’ album, sostituendo così la “solita” promozione televisiva e radiofonica.
Presto mi resi conto di avere commesso due errori.
Primo: il concetto della canzone veniva ridotto e in qualche modo distorto, piegato in favore di un prodotto in vendita.
Secondo: la campagna era talmente ossessiva e martellante da finire per trasformare il significato, per me profondo e provocatorio della canzone in un… motivetto orecchiabile e leggero.
In ultimo, probabilmente avevo sottovalutato la popolarità di vascorossi che non aveva bisogno di una esposizione così martellante e prepotente.
Ne presi atto e, perciò, rifiutai decisamente la proposta di vodafone di utilizzare un’altra canzone dell’album BUONI o CATTIVI. Mi rassegnai al fatto compiuto, che oramai
“come stai?…ti distingui dal luogo comune…”
potesse essere associato all’ essere clienti di una determinata compagnia telefonica o al possesso di un telefonino con qualche funzione in più.
(…per fortuna non è andata così…)
Poi arrivò la FIAT, il marchio nazionale per eccellenza che chiedeva rispettosamente di usare il concetto di SENZA PAROLE (“ho guardato dentro un’emozione e ci ho visto dentro tanto amore, che ho capito perché non si comanda al cuore”)
per pubblicizzare la nuova Punto e rilanciare il marchio “attraverso una canzone e un personaggio tanto vicino ai giovani”.
La campagna, mi venne precisato, sarebbe stata meno martellante e lo spot era molto bello. Lo speaker non copriva mai le parole e il concetto di emozione che non fa ragionare e che comanda al cuore mi sembrava correttamente sottolineato anche attraverso le immagini di una spensierata corsa in automobile.
Pensavo che non fosse stata fatta violenza alla canzone e al suo significato e che anzi lo spot la valorizzasse.
Quando mi fu chiesto REWIND, però, cominciai a pensare che ogni gioco è bello finchè dura poco. Ero tentato di rifiutare. Poi visionai lo spot: era molto originale e ben fatto anche se il concetto che usciva dalle immagini legate al testo cominciava a risultarmi un tantino riduttivo. “perché tu vai, vai veloce come il vento” nella mia canzone significa
velocità di “cervello”, non di velocità in senso fisico, di una automobile! Qui cominciò ad incrinarsi la mia speranza che la pubblicità potesse diventare uno strumento valido per diffondere l’emozione di una mia canzone. Ero sempre più convinto, invece, che le parole e il senso venivano forzatamente piegati all’unico scopo di vendere il prodotto. E la cosa mi piaceva sempre di meno.
Quando è arrivata la richiesta di utilizzare anche TI PRENDO E TI PORTO VIA non ho neanche voluto vedere lo spot.
Solo all’idea che “ti prendo e ti porto via” potesse essere interpretata …su “un’ automobile” invece che “sulla coda di una cometa”, mi veniva il vomito.
Avevo improvvisamente realizzato che non sono più disposto ad accettare che una mia canzone venga manipolata per un’interpretazione diversa da quella “ideale”, quella che ognuno sente con l’immaginazione nel proprio cuore.
Le emozioni e i sogni dei miei fans meritano rispetto.
Ecco perché non ho più dato il mio consenso.
Un’ultima considerazione:
Non ho niente contro la pubblicità anche se non l’ho mai amata.
La considero una forma di comunicazione destinata a creare un bisogno in più da soddisfare e a generare quindi frustrazione.
Come molti la ritengo un male necessario e certamente nel mondo c’è di peggio.
Forse può anche aiutare a far conoscere e divulgare la produzione di un artista sconosciuto e di talento.
Ma Questo non è il mio caso.
Non ho più intenzione di lasciare che le mie canzoni vengano utilizzate per veicolare messaggi commerciali e d’ora in avanti per quanto mi sarà possibile cercherò di difenderle.
È sbagliando che imparo…
Come sempre.
Vasco Rossi
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