MADE IN ITALY : LITFIBA
PER L'APPUNTAMENTO CON LE REALTA' ITALIANE, OGGI CI OCCUPIAMO DI UNA BAND STORICA. PER MOLTI (ME COMPRESO) I LITFIBA SONO STATI UN PUNTO DI RIFERIMENTO DELLA MIA CRESCITA MUSICALE, MA SONO SENZA DUBBIO FINITI, QUANDO PIERO PELU' HA DECISO DI LASCIARLI...
I Litfiba nascono nel 1980 a Firenze e dopo alcune pubblicazioni di promo e singoli ci sono i primi mutamenti della formazione originale a cui seguirà l'incisione nel 1985 di DESAPARECIDO per l'I.R.A. (con Piero Pelù voce, Ghigo Renzulli chitarre, Ringo de Palma batteria, Gianni Maroccolo basso, Antonio Aiazzi testiere), il primo atto della Trilogia Del Potere che contiene tracce già memorabili come "EROI NEL VENTO", " ISTANBUL", "TZIGANATA", e "LULU' E MARLENE". L'album, cantato in italiano, viene accolto benissimo dagli ambienti più attenti al rock e la band, diviene presto un oggetto di culto per molti appassionati che non mancano di accorrere ai concerti dove si scatena una grande energia vitale.
Con il doppio album 17 RE (1987), i Litfiba danno una scossa a tutto il panorama. Le influenze raccolte in molti anni esplodono in suoni caleidoscopici e melodie inarrestabili. Le belle canzoni che lo compongono sono molto Eterogenee ("RE DEL SILENZIO", "APAPAIA", "PIERROT E LA LUNA", "TANGO", "GIRA NEL MIO CERCHIO", "CANE", "FERITO"·..) e ogni facciata è ispirata a temi diversi tra loro. 12/5/87 ("APRITE I VOSTRI OCCHI") è l'album dal vivo che chiude questo periodo raccogliendo molto del loro materiale più significativo. Con il terzo lavoro che chiude la Trilogia Del Potere LITFIBA 3 (1988), il gruppo esce definitivamente dall'ambito underground per rivelarsi come la realtà più interessante dell'intero panorama italiano, grazie alla raggiunta maturità compositiva e all'esperienza raccolta in molti anni di concerti in Italia, in Europa e oltreoceano.
Rinunciando a forme di promozioni classiche, come quella televisiva, i Litfiba riescono comunque a raggiungere livelli di popolarità impensabili per un gruppo rock e PIRATA (1989), realizzato dal vivo e in studio, li consacra definitivamente. La formazione subisce un ulteriore mutamento con l'uscita di Gianni Maroccolo, attratto dalle sue passioni per la produzione artistica e l'abbandono di Ringo de Palma dovuto ad una fastidiosa forma di tendinite. Entrano allora nella band Roberto Terzani (basso), Daniele Trambusti (batteria), Federico Poggipollini come seconda chitarra e Candelo Cabezas (percussioni), che contribuiscono all'arricchimento del nuovo sound dei Litfiba, ispirato al latinismo del rock con canzoni come "TEX" e "CANGACEIRO". Su queste basi, Pelù e Renzulli rinnovano lo spirito dei Litfiba e il nuovo album EL DIABLO (1990), dedicato al fuoco e primo episodio della Tetralogia degli Elementi,sbanca le classifiche e si candida come manifesto della cultura del rock, sottolineando ironicamente la stupidità di alcune polemiche scaturite dalle presunte caratteristiche diaboliche del genere. I temi sempre toccati dalle liriche dei Litfiba (antimilitarismo, rifiuto delle droghe pesanti e difesa dell'ambiente) raggiungono così molti giovani e EL DIABLO raccoglie anche molti consensi per la sua invidiabile resa tecnica. Dopo tutti questi successi i Litfiba sentono la necessità di raccogliere tutti i brani migliori degli album finora pubblicati e di riunirli in un solo disco. Nasce così SOGNO RIBELLE (1992), una raccolta di vecchi pezzi della band rielaborati con nuove esecuzioni. Dopo un anno di tour all'estero e nuove composizioni, i Litfiba si ripresentano al pubblico con TERREMOTO (1993), pregno di rock ispirato dalle vicende politiche e sociali che sconvolsero il panorama italiano in quei mesi. Dedicato alla Terra, contiene liriche che trattano il tema della mafia e della televisione, del fascino perverso del denaro, dei mutamenti in corso e ancora dell'antimilitarismo. Lo stile si è ulteriormente evoluto e il sound è ancora più acido, guidato sempre dalla chitarra di Ghigo e dalla voce di Piero che nel batterista Franco Caforio hanno trovato un nuovo compagno di strada, mentre Federico Poggipollini e Candelo escono dalla band per seguire le loro strade musicali. L'album segna un punto di arrivo e documenta in modo inequivocabile che l'aspetto tecnico e realizzativo dei dischi dei Litfiba non ha pari in Italia nel campo del suono. Nei mesi successivi la band risponde nuovamente alla vocazione "live" e intraprende il TERREMOTO tour che fornirà lo spunto e la base per COLPO DI CODA (1994), il doppio album dal vivo che segna l'esordio per la EMI e che viene messo in vendita ad un prezzo speciale in una magnifica confezione che comprende il favoloso booklet NOVANTANOVEFOTO. La musica dal vivo è la dimensione per eccellenza dei Litfiba. Fin dalla sua nascita la band ha macinato chilometri su chilometri, passando dai pulmini sgangherati degli esordi alle grandi produzioni di oggi, toccando ogni angolo dell'Italia e partecipando ai più quotati Festival Europei. E' la volta di SPIRITO, realizzato con la collaborazione di Rick Parashar, il produttore divenuto celebre per "TEN" dei Pearl Jam. Prima delle incisioni la formazione subisce un nuovo mutamento: Terzani torna ad essere un chitarrista e al basso subentra Daniele Bagni. Con questa ossatura i litfiba aprono una nuova fase della loro storia. Dedicato all'aria, SPIRITO è un album che si palesa in modo immediato come un buon punto di partenza per esplorare nuove strade. Con arrangiamenti e suoni più essenziali delle passate produzioni, inaugura una nuova stagione che si concretizza con la pubblicazione di LACIO DROM (1995), un progetto che unisce un CD, con esecuzioni dal vivo inedite e remix e un homevideo realizzato con intenti molto originali durante lo Spirito Tour. Con MONDI SOMMERSI (1997) i Litfiba completano la Tetralogia dedicata agli elementi: dopo il fuoco di EL DIABLO, la terra di TERREMOTO e l'aria di SPIRITO è infatti la volta dell'acqua. Ad essa infatti si allude con metafore e riferimenti precisi a cominciare dal titolo stesso dell'album, titolo che, fra l'altro, sintetizza magnificamente il carattere delle canzoni che lo costituiscono: canzoni da scoprire e "metabolizzare" lentamente, dopo ripetuti ascolti, come fossero mondi sommersi appunto. L'album, equamente diviso fra canzoni adrenaliniche e momenti più introspettivi, segna una svolta nella carriera del gruppo che, perseguendo la strada della ricerca e della sperimentazione introduce nuovi elementi musicali nel proprio sound e si cimenta con l'elettronica. Prodotto dai Litfiba e registrato da Richard "Jack" Guy, MONDI SOMMERSI vede il ritorno in formazione del percussionista Candelo e il conseguente allargamento della formazione a sei elementi. Il nuovo album dei Litfiba, INFINITO, rappresenta un'importante tappa nel cammino del gruppo fiorentino, il punto di arrivo di un'evoluzione musicale intrapresa da quattro album a questa parte. Da tempo infatti Piero e Ghigo avevano iniziato a provare insani desideri d'evasione e a sperimentare nuove formule musicali. Così "Spirito" prima, con il suo carattere musicale più rock, a tratti quasi folk, e "Mondi Sommersi" dopo, maggiormente liquido e sperimentale nei suoni, erano serviti ad allargare le maglie di un suono che in Italia era diventato un marchio di fabbrica."INFINITO" album le cui canzoni sono nate praticamente in un lampo, si adagia sullo spazio sonoro creato proprio da quei precedenti lavori, affiancando le chitarre acustiche alle chitarre elettriche, mescolando psichedelia e beat anni '60 ai riff anni '90, trombe, falsetti vocali e, a momenti, atmosfere orchestrali. Ma il nuovo album, il cui titolo mette già in luce il "respiro" delle canzoni, fa qualcosa di più: si permette di rischiare grosso, proponendo un'ambientazione sonora, insolitamente acustica e "morbida", ma molto più colorata dei precedenti album del gruppo. Piero Pelù in questo disco sperimenta nuovi stili espressivi: languido e suadente (Sexy Dream), malevolo e insinuante (Nuovi Rampanti), come l'archetipo del cantante pop (Il Mio Corpo Che Cambia) o di quello rock (Prendi In Mano I Tuoi Anni), innocenti e naif (Vivere Il Mio Tempo). Lo stesso discorso vale per Ghigo e le sue chitarre, fedeli ad un lavoro di arrangiamenti che ha scelto di privilegiare i colori e l'armonia delle canzoni piuttosto che i virtuosismi. Dopo essersi occupati dei quattro elementi nei precedenti album, per "Infinito" i Litfiba portano il discorso sul Tempo, ossia l'elemento principe che definisce e regola tutti gli altri: se è lo scorrere del tempo che sta dietro al testo di "Il Mio Corpo Che Cambia", è anche quello il tema delle canzoni "centrali" dell'album, come "Prendi In Mano I Tuoi Anni", e "Vivere Il Mio Tempo".La parte, per così dire, "metafisica" dell'album si arricchisce di altre due canzoni: "Canto Di Gioia" e la conclusiva "Incantesimo" dalle atmosfere e ambientazioni quasi psichedeliche e ipnotiche. Ma "Infinito" vive anche di una sua parte più concreta e "satirica", secondo la migliore tradizione dei Litfiba: "Nuovi Rampanti, ritratto di ambiguo arrivismo e trasformismo e "Mascherina", canzone ironica, con i suoi sorrisi di facciata e i coltelli nascosti dietro la schiena. E l'amore? Dopo le dichiarazioni inginocchiate di "Regina Di Cuori", arriva "Sexy Dream" a mettere insieme sogno e realtà, sesso e amore, con la complicità della voce e del fascino di Mara Redeghieri (cantante del gruppo "Ustmamò"), mentre un momento a sé stante dell'album è rappresentato da "Frank", canzone dedicata a un amico parigino di Ghigo e Piero, con cui i due hanno condiviso nottate "legati al banco del bar"· Questo è quello che scorre dentro "INFINITO", un album aperto e poco incline alle definizioni, proprio come il suo titolo.
Arriva il luglio del 1999... è il momento della scissione! Piero lascia la band, anzi sarebbe il caso di dire che la band lascia Ghigo al quale resta solo il nome LITFIBA (registrato in Siae) e tanta energia (o forse rabbia...). Ma Ghigo senza perder tempo crea una nuova band grazie alla sua esperienza maturata nel sottobosco musicale italiano ed ecco sorgere i "nuovi" LITFIBA, con solista Gianluca "Cabo" Cavallo, una specie di clone vocale di Piero, del quale imita addirittura i mitici gorgheggi in alcuni momenti del nuovo album ELETTROMACUMBA, che vede la luce all'alba del 2000. Ghigo era di fronte a una scelta difficile: mantenere lo stesso stile dei "veri" LITFIBA dei bei tempi o lanciarsi in una nuova sfida musicale... ha prevalso la sicurezza decennale di uno stile immutato, che troverà pareri discordi tra gli "afecionados", si tratta di continuazione o clonazione? chissà... a voi il giudizio, magari confrontando con il "nuovo" Piero Pelù di NE' BUONI NE' CATTIVI, ricco di nuove sonorità e di aspetti rock non certo trascurabili, dovuti anche all'incontro di Piero con vecchi e nuovi amici musicisti. Arriva il 2 marzo 2001, una data che possiamo definire storica.... Piero Pelù partecipa come ospite al Festival di Sanremo e canta Toro Loco, Nè buoni nè cattivi e Bomba Boomerang... cos'altro ci riserverà il nostro Piero?
28 settembre 2001, esce il nuovo singolo dei Litfiba: "La stanza dell'oro" che anticipa di 3 settimane l'uscita dell'ultimo lavoro del gruppo: "INSIDIA", il secondo album del gruppo orfano di Piero, che acquista maggiore identità e forma. Più di "Elettromacumba", questo nuovo lavoro offre l'immagine di una band in forte sintonia. La voce di Cabo, ormai ci é + familiare e il quasi istintivo ascolto critico (e relativi paragoni) del primo album ha lasciato il posto ad un maggiore giudizio + equo. "Insidia" é un rock senza dubbio gradevole, cattivo quanto basta e a volte ancora di più, ad esempio nell'affrontare temi scottanti come la pena di morte in "Luce che trema", brano aggressivo e toccante nel testo quanto nella sonorità. Il disco dimostra di essere capace, però, di parlare anche d'amore, e i Litfiba lo fanno a modo loro ne "La stanza dell'oro". Il titolo dell'intero lavoro non é casuale ed é adatto a rappresentare nel miglior modo i dieci brani contenuti, visto che il tema dell'insidia si aggira in tutte le trame dell'album. Se per i testi possiamo chiamare a rapporto Cabo, é invece Ghigo, ormai chitarrista storico della band, supportato da un Gianluca Venier in splendida forma al basso, il principale responsabile della sezione ritmica. La scelta di un sound ancora più elettronico e distorto rafforzano la grinta contenuta nei dieci pezzi e ci offrono una delle tante forme del rock, quella accattivante e... insidiosa.
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