martedì, ottobre 03, 2006

DISCHI CHE HANNO FATTO LA STORIA


Se fossi stati uno di quei giornalisti seri della carta stampata e all’imbrunire del millennio scorso avessi dovuto stilare una di quelle classifiche tanto di moda in quei mesi, quale ad esempio la classifica dei 100 album del secolo più importanti in ambito metal, sicuramente “Vulgar Display of Power” farebbe parte della lista; primo perché è un grande album, secondo perché con il precedente “Cowboys From Hell” è stato fonte di ispirazione per molte band successive e contribuì a dare un forte scossone a tutto l’ambiente. Se ripenso ai Pantera e al loro successo, trovo calzante l’accostamento con un giovane pugile semisconosciuto su cui pochi hanno scommesso, e che nell’incontro della vita, la finale per il titolo dei pesi massimi, con un potente destro/sinistro (i due album CFH e VDOP) affonda il fortissimo campione incarica. La band infatti si scagliò con la stessa violenza su tutto ciò che era stato fatto sino a quel momento, segnando l’inizio della fine del vecchio thrash metal anni ’80 e il principio di quello che oggi chiameremmo il post-modern-thrash, crossover e metalcore. Mio bravo e diligente lettore sarai già al corrente del passato della band e del cambiamento di stile nel loro sound, dato che avrai già letto la recensione di “Cowboys From Hell”, e non ti annoierò oltre ripetendo gli stessi concetti.
Ricordo che questa cassetta (già all’epoca niente ipod e non avevo nemmeno i cd, erano già diffusi?) l’ho letteralmente “divorata” e consumata, tanto che qualche anno dopo sono stato costretto a passare al cd; non conoscevo ancora la band e rammento che al primo ascolto rimasi completamente entusiasta, c’era tutto quello che un giovane thrasher in cerca di nuove emozioni poteva chiedere: potenza, innovazione, melodia, velocità e mi resi conto che questo era il sound che avrei voluto sentire, anche se ancora non lo sapevo. Al canto di “…IN TURN YOU’RE MAKIN US… FUCKIN HOSTILE”… mi dimenavo in camera mia come un pazzo preso da un raptus, stregato da quelle note.
Rispetto al precedente album Anselmo accentua molto le parti canore più arrabbiate a scapito delle tonalità più alte che via via abbandonerà del tutto nei successivi. Cosa posso aggiungere sul compianto Dimebag Darrell, che non sia stato già detto in questi ultimi anni? Penso poco, ma voglio rimarcare la bravura di questo grande chitarrista che suonava quei heavy metal riffs in modo originale; è stato lui la vera anima Pantera, l’uomo responsabile di quel sound unico e particolare che la band ha saputo proporre. La formazione si completa con Rex al basso, eccellente musicista, che si inserisce perfettamente nel sound proposto e da Vinnie Paul alla batteria sicuramente uno dei migliori del genere.
L’apertura dell’album è lasciata all’ottima “Mouth For War”, e mette subito in chiaro il sound incazzato che troveremo nel proseguo. Grande grinta di Phil, ottimo solo ed eccellente finale con il piede schiacciato sull’acceleratore, Killer song! Un Phil veramente aggressivo ci porta a “New Level” con ottimi riff di Dimebag alcuni cambi di ritmo coinvolgenti e potenti chorus. E’ un’istantanea del nuovo sound targato Pantera! Si passa a “Walk” una delle più dirette, immediate e accessibili dell’intera discografia! E’ la tipica canzone ad alto impatto che nei live ha sempre spopolato, ma che a dirla tutta non è nulla di eccezionale; si sviluppa per 5 minuti con lo stesso riff di base e anche sotto l’aspetto della lyrics non è nulla di speciale. Non fraintendetemi, non è assolutamente una traccia riempitiva, perché è trascinante, potente e carica ma non è neanche tra le migliori del lotto. Si riprende subito quota con la successiva “Fucking Hostile”, vero e proprio inno della band, che si avvicina a sonorità thrash/speed style e si caratterizza per una prova sopraffina alla chitarra; veloce, intricata e potente con la batteria di Vinnie Paul devastante e grande vocals di un Phil che in violento screaming ci urla: “Fucking, Fucking, Fucking, Fucking HOSTILEEEE”. Una delle più belle dell’intera discografia! Segue “This Love” che si sviluppa in due parti: la prima metà è una ballad graffiante, con un’apprezzabile prova di Phil; la seconda è violenta con riff pesanti e grassi. Davvero Bella! La successiva "Rise" ha un inizio incazzato e veloce che, come un rullo compressore, demolisce i muti sonori. E’ un’altra traccia di forte ispirazione thash con un buon lavoro in doppia cassa e un solo davvero ammirevole. Eccellente!! E’ la volta di “No Good (Attack the Radical)” buona canzone, ottime ritmiche e lavoro al basso di Rex, dal ritornello "No chance, not for a minute" accessibile che si presta bene per essere cantaticchiato, per un buon esperimento verso nuovi territori.
Un’altra conchiglia si apre e la perla “Live in a Hole” trova subito ammiratori, piazzandosi presto tra le mie favorite del gruppo; spiccano un bel basso in primo piano e il solito Dime. Molto ispirati anche i vocals "Full of grief I scream at the wind...thought I heard the words of others!" e davvero non capisco come si possa critichi il Phil di questi anni. Si passa a "Regular People(Conceit)" grande riff, headbagging assicurati ma che in fin dei conti pare la traccia più debole dell’album, non perché brutta ma semplicemente perché le altre sono più belle. Si arriva ad uno dei picchi assoluti dell’album "By Demons Be Driven" non veloce ma pesante e possente, con riff spaventosi che accompagnano egregiamente i vocals con alcuni effetti cool. La struggente "Hollow" chiude l’album, la traccia più lunga permette Phil di emozionare e impressionare dando vita ad un’eccellete prova. Melodica con alcuni tra i killer solos che apprezzo di più del compianto Dimebag; le parti armoniche ed emozionanti gradualmente lasciano posto a parti più aggressive, regalandoci l’ultima dose di adrenalina prima della chiusura. Grande canzone!
E’ senza dubbio l’album che amo di più del combo americano, quello a cui sono più legato e che negli anni mi ha emozionato di più; peccato che con i seguenti non siano riusciti più a ripetersi a questi livelli. L’intero album è piacevolmente aggressivo, e le uniche che lasciano spazio a parti melodiche sono “Hollow” and “This Love”. Ci sono probabilmente le loro songs più famose con un ottimo lavoro da parte di tutta la band. Al suo debutto si piazzò direttamente al primo posto della charts americana e nei primi posti in quella di molti paesi (ovviamente non in Italia); probabilmente è l’album più potente a vantare tale primato! E’ così l’ovazione sia di critica che di pubblico assicurò milioni di vendite alla band, e portò ad un cambiamento nel modo di suonare heavy dando spunto a nuove vie musicali che altre band hanno poi svilupparono e concretizzarono
(da www.metalinside.it)