RECENSIONE DELLA SETTIMANA
Titolo: In Your Honor
Artista : Foo Fighters
Anno: 2005
Genere: punk melod.
Provenienza : Seattle (USA)
Atteso quinto album per il gruppo di Dave Grohl. Il loro precedente lavoro, "One By One", aveva parzialmente deluso fan e critica. Se finalmente la band appariva compatta e affiatata (gran parte del merito era dovuto all'entrata nel gruppo del nuovo chitarrista Chris Shiflett), l'album denotava mancanza d'ispirazione, con le poche intuizioni soffocate dalla produzione roboante di Nick Raskulinecz.
Ora Grohl e soci ci riprovano, con un doppio album decisamente più ambizioso, "In Your Honor", composto da una prima parte elettrica e da una seconda interamente acustica.
Mettiamo sin da ora le cose in chiaro: i Foo Fighters non hanno cambiato (e non cambieranno mai) la storia della musica, e questo nuovo lavoro non ci fa cambiare idea, pur essendo decisamente superiore all'album precedente.
Il primo cd è in classico stile Foo Fighters e garantisce dieci brani di punk-rock energico, a tratti violento, ma che non disdegna la melodia (anzi).
Il gruppo presenta alcune delle sue canzoni più riuscite di sempre, a partire dal singolo "Best Of You", trascinante ballata, che parte lenta, solo chitarra e voce, per poi esplodere in un fragoroso incidere ritmico. "No Way Back" potrebbe diventare la nuova "Monkey Wrench", mentre "DOA", che riecheggia notevolmente gli Offspring, pare destinato a un roseo futuro commerciale.
Se in "Free Me" e "The Last Song" affiora la vena più hard-rock del gruppo, influenzata dalla permanenza di Grohl nei Queens Of The Stone Age, con la melodica "Resolve" ritorniamo in territori più consoni alle radici della band. La title track e la conclusiva "End Over End", invece, sono tipici pezzi da urlare a squarciagola ai concerti, oltre che omaggi evidenti ai primi Queen (che Grohl non ha mai nascosto di adorare).
l secondo cd riserva invece le sorprese più interessanti. "Miracle", malinconica canzone d'amore, è probabilmente la traccia migliore del lotto, e si avvale di John Paul Jones al piano. "What If I Do?" e "Over And Out" sono invece due ballate lente, dalle ambizioni epiche, tuttavia non particolarmente trascinanti.
Nella jazzata "Virginia Moon" si riconosce la voce di Norah Jones duettare accanto a Grohl, mentre nella conclusiva "Razor", un folk ipnotico di notevole impatto, è Josh Homme a imbracciare la chitarra. "Cold Day In The Sun" (con alla voce il batterista Taylor Hawkins) appare come un pezzo "minore", ma lentamente ti entra dentro, con il suo ritornello contagioso da canticchiare.
In definitiva "In Your Honor" è esattamente quello che ci si aspetta da un gruppo come i Foo Fighters. Ci si diverte per tutta la sua durata, e poi si dimentica in fretta.
Ci si chiede se un gruppo come questo, ormai giunto al quinto album, riuscirà mai a sfornare qualcosa di veramente interessante e innovativo, e il quesito appare più che lecito, visto che la band tecnicamente è superlativa e che i pezzi memorabili non mancano.
Ma forse è meglio non farsi inutili domande: i Foo Fighters puntavano solo a realizzare qualcosa di divertente ed estivo, e, almeno da questo punto di vista, hanno centrato l'obiettivo.
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