mercoledì, dicembre 13, 2006

RECENSIONE DELLA SETTIMANA


SECONDO POST DELLA SETTIMANA E SI PARLA ANCORA DI PUNK, CON IL NUOVO LAVORO DEL PROGETTO PARALLELO DI FAT MIKE, I MF&TGG, CHE RIPROPONGONO IN CHIAVE PUNK, GRANDI SUCCESSI DELLA MUSICA AMERICANA...

TITOLO : Love their country
AUTORE : Me first and the gimme gimmes
GENERE : Punk Rock
ANNO : 2006
PROVENIENZA : California (USA)

Puntuali come la vendemmia del vino ecco arrivare i Me First and The Gimme Gimmes con il loro carico di simpatia e follia. Riunitisi per la 6a volta in studio la band ha deciso di far ricadere la loro “violenza” musicale sulla “country music”. Il rituale è sempre lo stesso e anche questa volta non cambia: prendere le più celebri canzoni di un determinato genere e renderle il più punk possibile.

Purtroppo questa volta l’impresa diventa difficilmente esportabile poiché il genere country non è molto celebre all’estero e ancor meno in Italia ove è scarsa anche la conoscenza di un mostro sacro come il grandissimo Johnny Cash (R.i.p.).

Il risultato è sicuramente ottimo ma mancando la conoscenza delle canzoni originali alla lunga l’album può stancare. Fortunatamente mia madre è sempre stata una estimatrice della musica country per cui artisti come Hank Williams, John Denver, Jim Reeves o Dolly Parton hanno sempre accompagnato le mie giornata. Mi rendo conto però che ascoltarsi una “I’m so lonesome I could cry” di Hank Williams senza conoscere la voce calda e profonda con cui la ha cantata la fa sembrare solamente una brutta copia di una canzone dei Dropkick, ne più ne meno.

Sinceramente ho sballato con questo album andando a cercarmi le versioni originali sulle musicassette (saranno anni che non uso più questa parola penso) di mia madre, mettendole a confronto con questo album. Mi accorgo però che se non avessi avuto questo “sollazzo” “Love their country” mi sarebbe sembrato esclusivamente un buon album che avrebbe meritato al massimo qualche ascolto distratto.

Un album che sicuramente in America ha un suo perché ma che esportato all’estero perde della sua originalità e genialità.

Ps. da sottolineare la doppia cover della seconda traccia con testo di “Riders in the sky” di John Denver e base dei Bad Religion.

(www.punkadeka.it)