LIVE REPORT : RAISED FIST - Milano, Transilvania (22/4/2007)
DOMENICA SERA AL TRANSILVANIA LIVE SI SONO ESIBITI I RAISED FIST. NOI C'ERAVAMO E QUESTO E' IL RACCONTO DI COME SONO ANDATE LE COSE...
C'era grande attesa per la data milanese dei RAISED FIST e i ragazzi svedesi non hanno certo tradito le attese.
Arrivo al Transilvania intorno alle 21. C'è un discreto numero di persone, ma siamo ben lontani dal tutto esaurito. Nell'area fumatori Jacopino è alle prese con un improbabile dialogo con i Raised Fist che, a detta sua, si riveleranno tutt'altro che simpatici.
Entriamo poco dopo, l'atmosfera non è da evento, ma con il passare dei minuti la gente nel locale aumenta sempre più. Intorno alle 21,20 salgono sul palco i TO KILL, ottima band HC romana, da poco sotto contratto con una major tedesca: il loro show è diretto e potente, senza molti compromessi e "inciampa" solo quando il cantante si sofferma troppo a lungo su discorsi "vegan" "straight edge" etc etc... ma d'altronde era comprensibile, vista la scritta XXX ROMA STRAIGHT EDGE che campeggia sulla sua felpa ad inizio concerto.
Il pubblico aumenta sempre più e alle 22 il locale è quasi pieno. La gente è ben lontano da quella commerciale dei SOIA. Parecchi personaggi stilosi affollano la platea e le facce note del panorama "underground" milanese non mancano, così come musicisti di un certo livello (Luca e Lelino dei compianti GETTIN'GREY e altri ragazzi che suonano da me). Arriva pure Cranpo e si crea una bella piazza. Il numero dei ragazzini giovanissimi è abbastanza contenuto e c'è da sgranare gli occhi nel vedere pure 3 nazi, che evidentemente non si sono MAI soffermati a leggere i testi dei Raised Fist, nè hanno preso in considerazione i gusti del vocalist della band, dichiaratamente bisex.
Alle 22,20 inizia il concerto e la scarica di violenza che arriva dal palco è davvero impressionante. I ragazzi saltano, urlano, spaccano letteralmente e, grazie anche all'ottima qualità del suono, il concerto è devvero coinvolgente. I pezzi più vecchi si incastrano bene con le nuove hit di SOUND OF THE REPUBLIC, che infiammano letteralmente la folla. La band è presa bene e si vede che il pubblico la gasa. Quando parte "You ignore them all" è il delirio collettivo.
Le chitarre sono violentissime, la sezione ritmica devastante e la presenza scenica di ALLE è tanto potente quanto il suo urlato. Il grosso vocalist inoltre, interagisce spesso con il pubblico, tirandolo in mezzo in parecchie gag e coinvolgendolo nello show, che alla fine si rivelerà praticamente perfetto.
Pezzi da “Dedication” e da "Ignoring The Guidelines" esaltano i fans più affezionati e che urlano spesso nel microfono di Alle e che volano sopra le teste in ripetuti stage diving (vedo jacopino più volte galleggiare sulle teste della folla).
Lo spettacolo è di quelli che ti lasciano senza fiato e quello che colpisce, tra le altre cose, è l'ottima escuzione tecnica di brani, che raramente presentano sbavature.
Il finale con "Killing it" è solo parziale. C'è ancora tempo per i bis e per l'ultima scarica di violenza che manda a casa la folla con la certezza di aver visto una della migliori band del'attuale panorama HARDCORE.
ALE
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