THE ORIGINAL SOUNDTRACK
PER LA RUBRICA DEDICATA ALLE COLONNE SONORE, ECCO UN BELLISSIMO ARTICOLO TRATTO DA MUSICAOS, SU UN FILM CHE HA FATTO STORIA...
L’America è un paese malato…malato soprattutto di uno dei più grandi e terribili morbi che, oltre al cancro, affliggono da tempo immemore questo frettoloso e confuso secolo: la televisione.
Oliver Stone, da sempre istancabile regista-accusatore, punta il dito contro la suddetta e sull’uso criminoso che da tempo se ne fa. Chiariamo: se la televisione (come d’altronde il computer o qualsiasi altro mezzo di comunicazione) fosse ben usata (ma parlo di un uso estremamente lontano dalle facilonerie varie a cui siamo abituati…), forse non servirebbero più scuole né tantomeno mezzi affini per diffondere una cultura finalmente di vasta portata e alla mano di tutti…ma, naturalmente, come nella migliore delle tradizioni, ciò resta solo una mia semplice utopia. Sin dal 1991, anno in cui Stone realizzò JFK, egli aveva già in mente di sviluppare un film che potesse prendere di mira i diseducativi contenuti dei vari palinsesti televisivi (specialmente americani) che, per una pura e squallida questione di share, propongono ad un sempre più disorientato, ignorante ed amorale pubblico, una massiccia dose di violenza…a non finire…un martellamento continuo…perché la violenza fa spettacolo e, da sempre, la magica accoppiata con il fattore sesso decreta il continuo successo di tali scadenti ma ‘vincenti’ show televisivi (ricordo che specialmente negli Stati Uniti la televisione è una buona fomentatrice di una certa psicosi di massa…controllare il numero di armi vendute annualmente…).
Poi, per una pura coincidenza, sempre nel 1994 l’astro nascente Quentin Tarantino, prima di portare a termine la stesura di Pulp Fiction, inizia a lavorare al suo secondo script, Natural Born Killers, in cui si narra di una coppia di sbandati che, da un giorno all’altro, iniziano a seminare il panico per gli states, catturando ovviamente l’attenzione dell’esercito dei media e divenendo così in breve tempo la coppia più famosa d’America dai tempi di Bonnie e Clyde…inutile aggiungere che la sceneggiatura finisca poi nelle mani di Stone, divenendo così il film che tutti conosciamo.
Solo che l’originale lavoro di Tarantino subisce una totale alterazione per mano del trio Veloz/Rutowski/Stone che, adattando i contenuti dell’enfant prodige alle proprie necessità per avviare una più seria e attenta analisi dello strapotere del fenomeno mediatico, fa sì che l’autore della storia entri in conflitto con la produzione, chiedendo così di essere eliminato dai credits come sceneggiatore…di Tarantino resta solo il soggetto…il resto, è tutto marchio Oliver Stone.
Il film è fondamentalmente diviso in due blocchi distinti: la prima parte si sofferma sulle vicende della coppia Knox (Mickey/Woody Harrelson e Mallory/Juliette Lewis), parlandoci del loro regno di terrore, che logicamente non può che attrarre in un breve lasso di tempo tutta l’attenzione dei vari e morbosi network che, di colpo, s’interessano alla vicenda (specialmente la trasmissione ‘American Maniacs’, condotta dal viscido Wayne Gale/Robert Downey, jr.); contemporaneamente, un poliziotto (Jack Scagnetti/Tom Sizemore) è sulle loro tracce; la seconda parte, invece, è ambientata nel carcere, una volta che i due sono stati catturati dalle autorità: sono rinchiusi in una prigione di massima sicurezza ma, la loro predisposizione naturale alla fuga, fa sì che anche in questa occasione il loro spirito di sopravvivenza abbia la meglio, in un finale che più rocambolesco non si potrebbe.
Il film, alla sua uscita scatenò un vero e proprio putiferio: l’enorme, ipertrofica e surreale violenza contenuta in ogni singolo fotogramma, ha fatto gridare ‘allo scandalo’ orde di benpensanti (specialmente cattolici); molti atti di emulazione, verificatisi dopo che alcuni ragazzini imbecilli videro il film, hanno contribuito alla pessima fama che si è creata attorno a questa pellicola maledetta, creando oltretutto numerose traversie legali in cui Stone è tutt’ora impegolato (addirittura una denuncia da parte di John Grisham…un suo amico perse la vita a seguito di un’aggressione per mano di alcuni ragazzi che avevano visto la pellicola…come se io denunciassi Carlo Vanzina per molestie sessuali e tentato stupro perché alcuni bricconcelli hanno palpato il sedere di mia sorella dopo aver visto un suo film…semplicemente ridicolo!).
L’opera di Stone credo non abbia eguali nella storia del cinema: ad una sceneggiatura frutto di mistura e capovolgimento di diversi generi (horror, drammatico, screwball comedy, road movie), corrisponde una realizzazione da paura. La violenza che permea il lavoro di questo eterno sperimentatore è tutta incentrata su un uso grottesco ed insolito del blocco audiovisivo: un montaggio frenetico, alterna sequenze girate in 35, 16 e 8mm (molte delle quali processate anche in Betacam, Scooptic e Super8), inquadrature sghembe e angolazioni impossibili, cambi repentini di colore (si passa frequentemente dal colore al b/n e viceversa), frequenti ricorsi al flash-forward e numerosi insert di cartoni animati (specialmente nelle scene di caos fisico e mentale) e un uso assolutamente insolito ed innovativo di una scoppiettante (e follemente congegnata) COLONNA SONORA (oltre 75 brani)…il tutto a sottolineare la confusione di un mondo in preda ad un totale caos.
Lo spettatore è continuamente bombardato da immagini e concetti (anche qui non mancano i soliti interventi indiani, un classico ormai nella filosofia del regista) e da semplici vittime-spettatori passivi si diviene ben presto carnefici-operanti, per poi tornare un attimo dopo nuovamente spettatori-vittime e così via. Stone non opta per una via di mezzo e ama sballottolare e stuprare il proprio pubblico: il film è un’opera contro la violenza e usa quest’ultima per rappresentare una sorta di auto-catarsi…la violenza contro la violenza stessa. C’è chi approva. C’è chi critica. Ma, ad ogni modo, un altro passo avanti nella carriera di Stone, uno dei pochi registi capaci di perseguire le proprie idee, a costo di infastidire platee borghesi e benpensanti e critici ottusi e bigotti con un film dalla potenza visiva più unica che rara, assolutamente innovatore, sperimentale e magnifico. Come regola per ogni fatica di Stone, ineccepibile sotto molti punti di vista: azzeccatissimo il cast con attori credibili e perfettamente in forma (a partire dalla coppia omicida Mickey/Mallory, a finire al losco poliziotto Scagnetti, al gretto direttore del carcere McClusky, al viscido giornalista Gale); assolutamente all’avanguardia il montaggio (Berdan, Corwin), la fotografia (Richardson) e l’uso della colonna sonora.
In Europa è pressocchè impossibile vederlo in versione integrale. Alla sua uscita, la commissione di censura operò circa 150 diversi tagli alla pellicola; per fortuna, la Vidmark Entertainment si occupa di distribuire il film in tutto il suo splendore originale (è facilmente reperibile in rete).
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