VILE DENARO
IL NOSTRO AMICO LUCA, DJ QUATTROASSI ED ESPERTO DI HIP HOP, MI HA INVIATO QUESTA BELLA RECENSIONE SUL NUOVO DI SCO DEL CLUB D.O.G.O, USCITO NEI NEGOZI LA SETTIMANA SCORSA E GIA' ENTRATO NELLE CLASSIFICHE DI VENDITA, GRAZIE AL SUONO CRUDO DELLA GANG CHE NON SI SMENTISCE MAI.
IL PASSO NELLE MAJOR QUINDI SI E' FATTO SENTIRE... IN POSITIVO!
STAY TUNED!
TITOLO : Vile Denaro
ARTISTA : Club Dogo
GENERE : Hip Hop
ANNO : 2007
PROVENIENZA : Milano (ITA)
E' uscito il 18 maggio in tutti i negozi di dischi Vile Denaro, terzo album dei Club Dogo, formazione milanese di punta del rap italico. L'album, uscito sotto major (Virgin con distribuzione EMI) ha fatto parlare di sè già molto prima della sua effettiva uscita, come d'altronde è normale in un ambiente come quello del rap in Italia, molto provinciale, e pronto ad additarti come venduto solo per avere firmato con una grande casa discografica, ma senza aver ancora ascoltato nulla del disco in questione.Visti i deludenti lavori degli altri artisti di settore usciti sotto majors (Fibra, Inoki, Amir, Cor Veleno...), un po' tutti aspettavano i tre al varco, soprattutto dopo capitoli quali MI Fist e Penna Capitale che, nel bene o nel male, hanno segnato nuovi standard per il rap di casa nostra. L'uscita del singolo che ha anticipato l'album - Mi hano detto che... - ha fatto storcere il naso a molti, trattandosi di un pezzo molto radio friendly, almeno nei suoni e caratterizzato da rime e metriche piuttosto banali (almeno quanto il video). Ma una volta inserito il cd nell'impianto si capisce che l'attitudine è quella di sempre, le rime talvolta più crude che in passato. L'influenza della major, e il fatto che il disco sia teoricamente rivolto ad un pubblico più ampio del solito, si nota - positivamente - nella qualità del suono (masterizzato allo Sterling Studio di NYC) e in alcuni ritornelli che ad un primo ascolto possono risultare un po' stucchevoli ma a cui ci si abitua abbastanza in fretta.
Si parte con L'INCUBO ITALIANO, contro quei costumi e quei modi tipici dell'uomo italiano moralista e perbenista, all'apparenza irreprensibile ma con tanti di quegli scheletri nell'armadio da far invidia a un cimitero, di cui è in preparazione uno street-video, per poi passare al già citato MI HANNO DETTO CHE..., e alla successiva LA VERITA', senza filtri, rime crude,zero ipocrisia. Con M-I BASTARDS i due mc's, su un beat zarro-ipnotico si cimentano in un pezzo "ignorante" col solito stile che li caratteriza, ignoranza che prosegue con C.D. in cui si cimenta al microfono anche il produtore Don Joe. In PURO BOGOTA' troviamo al microfono altri due membri della Dogo Gang, Marracash e Vincenzo (mitica la chiusura della sua strofa "poi le volanti mi assediano, abbasso il tono, finchè liberoPandora dal trono di Krono, oggi epici ma resto in giro con gli amici che hano grammi in tasca e parlano sgrammaticati, a da Via Anfossi asalto sti blindati, aspeto sbirri armato come in via Imbonati") Si va avanti e incontriamo uno dei pezzi meglio riusciti dell'album, SPAGHETI WESTERN, in cui vengono presi di mira Calderoli&co. e la cosiddetta fobia dell'uomo nero, che minaccia la tranquilla esistenza di quest'italietta in panne pronta a trovare nel diverso un colpevole per tutti i propri fallimenti e le proprie paure. La seconda parte del disco si apre con TORNERO' DA RE che, ritornello a parte, offre un'ottima prova dei due mc's che si cimentano in uno storytelling che ricorda la fortunata Note Killer. Poi il mondo visto dall'ottica di una banconota in CONFESSIONI DI UNA BANCONOTA, si passa quindi a ORA CHE CI PENSO feat. Daniele Vit al ritornello (che ricorda un po' Akon e che è uno dei passaggi meno riusciti dell'intero lavoro), poi di nuovo ignoranza con DOGOZILLA. Si va verso la fine e i toni si abbassano: da GIOVANE E PAZZO si conclude, come al solito, in maniera più introspettiva e riflessiva con l'ottima DOLCE PARANOIA e LA CHIAVE feat.Stylophonic, Roba e Zenima.
In conclusione un'ottimo album, rime non edulcorate nonostante la major, poche quelle banali e momenti di assoluto spessore, beat potentissimi, che suonano in modo eccezionale. Don Joe alle macchine è una garanzia, Jake sempre ad altissimo livello, si dimostra uno dei migliori in circolazione mentre il Guercio è molto più in forma che in Penna Capitale, molto più vicino al Guercio di MI Fist, un flow diverso in ogni pezzo. Sicuramente i più professionali e i più capaci nel fare, oggi, rap in Italia, un disco che potrebbe competere con le produzioni francesi e tedesche.
LUCA
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