RECENSIONE DELLA SETTIMANA
RICOMINCIAMO I POST DOPO LA PARENTESI LONDINESE, CON LA RECENSIONE DI PUNKWAVE DEDICATA ALL'ULTIMA FATICA DEGLI ANTI-FLAG...
TITOLO : A Benefit For Victims Of Violent Crime
ARTISTA : Anti Flag
GENERE : Punk Rock
PROVENIENZA : Pittsbourgh (USA)
ANNO : 2007
Il rapporto fra musica e governo non è mai stato dei migliori. Numerosi gruppi musicali hanno avuto una difficile e tesa relazione con lo Stato e le sue scelte, fatta di accuse e dissensi da un lato e completa indifferenza dall'altro. Ma, nel caso specifico in cui lo Stato in questione sono gli Stati Uniti d'America, e la band di cui si parla sono gli Anti-Flag, la situazione si complica e, perfino, si aggrava.
Formatisi per la prima volta nei tardi ani '80, gli Anti-Flag sono sempre stati decisi, agguerriti e militanti contro lo stato di cose attuali. Proveniente da Pittsburgh, Pennsylvania, la band presenta sin dal debutto "Die For The Government" attitudini anticonformiste ed anticapitaliste, e quale Stato può essere considerato più capitalistico di tutti gli altri se non gli stessi Stati Uniti d'America, contro i quali gli Anti-Flag si scagliano apertamente e senza il minimo scrupolo.
Mentre impegnata nell'incisione del nuovo album in uscita per i primi mesi del 2008, la band pubblica l'EP a scopo benefico "A Benefict For Victims Of Violent Crime" per la A-F Records, etichetta creata anni or sono dagli stessi Anti-Flag per aiutare alcune altre formazioni punk rock politicizzate come loro ad affermarsi sulla scena e ad avere migliori ascolti (Red Lights Flash, Throught Riot, The Vacancy, Incommunicado, tra le varie).
L'EP, la cui ideazione trae spunto dalla tragica morte della sorella del bassista Chris #2, comprende cinque tracce inedite tratte dalle registrazioni dell'ultimo album "For Blood And Empire" e cinque brani registrati nell'aprile del 2007 al Mr. Smalls di Pittsburgh. Il disco è, come i lavori passati, una combinazione di vari generi: punk rock per primo, ma anche una buona dose di punk hardcore americano ed oi!, in alcuni punti.
La traccia d'apertura "No Paradise" presenta sin da subito un ottimo giro di basso ed un altrettanto buon assolo di chitarra ad accompagnare egregiamente il succedersi del tipico intreccio di voci di Justin Sane e Chris #2 e dei cori, intrinseci nella tecnica che ha sempre caratterizzato gli Anti-Flag. Se "No Paradise" contiene tratti palesemente punk rock, "No Future" invece, altra eccellente creazione appena sfornata dalla brigata, propone sonorità più vicine all'hardcore di vecchia scuola. Anche le tematiche che il brano offre riportano l'ascoltatore alla questione dell'assenza di futuro per i giovani punk nella società sbagliata in cui vivono, argomento portato dinanzi al pubblico per la prima volta nel '77 dai leggendari Sex Pistols e, per alcuni versi, ancora attuale. In "Corporate Rock Still Sucks" il gruppo riversa tutto il suo furore in power chords distorte, un suono di batteria potente ed un ritornello orecchiabile, dimostrando ancora una volta di essere una delle poche formazioni in grado di combinare queste tre caratteristiche quasi contrapposte riuscendo nel contempo a creare una buona melodia. Tra i brani registrati dal vivo gli Anti-Flag ripropongono invece alcuni fra i loro pezzi più celebri, come "Turncoat" e "No Borders No Nations", tratti da una delle loro migliori e più recenti performance.
"A Benefict For Victims Of Violent Crime" rende inevitabilmente necessario un nuovo elogio agli Anti-Flag, al loro apprezzabile lavoro e alla loro nobile causa, in attesa che ancora una volta tornino a mostrare nelle loro composizioni il malcontento generale e "l'altra faccia" d'America, quella pacifista e ribelle, con il nuovo album in uscita prossimamente.
SERENA MASCIA
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