martedì, ottobre 30, 2007

THE ORIGINAL SOUNDTRACK


TORNIAMO A PARLARE DI COLONNE SONORA, OCCUPANDOCI DELLA SOUNDTRACK DI UN BEL FIL, USCITO ORMAI DA PARECCHI ANNI, MA VALIDO SIA IN VIDEO, SIA... NELLO STEREO!

Bisogna sempre stare attenti quando si parla di Eminem, per almeno due motivi; il primo perché se ne parli male ti potrebbe uccidere (anche solo con i suoi testi) e secondo perché Marshall è ufficialmente una delle persone più potenti al mondo. E’ anche l’unico rapper che conosce anche mia nonna!
Molti artisti, infatti, hanno cercato di conquistare Hollywood con dei colossal (ricordate “Crossroads” di Britney e “Spiceworld: The Movie” delle Spice Girls) tuffandosi in esperienze che spesso non hanno avuto ricevuto quella risposta di pubblico tanto sperata, anzi a volte sono state addirittura lesive per l’immagine delle star stesse . E’ successo ai Beatles, e in tempi più recenti è successo pure a Madonna.
Eminem, invece, dopo aver superato brillantemente la prova del “terzo album”, è riuscito nell’impresa di conquistare Hollywood, girando un film semi-autobiografico, che nel primo week-end di programmazione in America ha guadagnato cinquantaquattro milioni di dollari, intitolato “8 Mile”.

Mettete la colonna sonora di “8 Mile” nel vostro stereo e appena schiacciate “play” il suono di un pianoforte pervade le vostre casse, ma basta aspettare una trentina di secondi e la voce un po’ “scazzata” di Eminem vi accoglie al film, accompagnato da una batteria che non si ascolta con le orecchie, ma con lo stomaco. State ascoltando “Lose Yourself, il primo singolo estratto dalla raccolta, un rap grezzo condito da un riff di chitarra sporco, insomma un singolo alla “Marshall Mathers” che infiammerà sicuramente le classifiche! Segue “Love Me”, che non è proprio dolce come il titolo farebbe supporre, in cui Eminem accompagnato dai fedelissimi Obie Trice e 50 Cent, crea un’atmosfera intensa e memorabile. L’ultimo pezzo del trittico di apertura di Eminem è “8 Mile”, canzone in cui Slim Shady si supera; quello di questa colonna sonora è un Marshall Mathers, più cattivo, più cinico, più tagliente che nelle altre sue pubblicazioni.

Obie Trice, 50 Cent, D12 con le loro rispettive canzoni tengono alto il tenore di questa colonna sonora, mentre Jay-Z Xzibit e Macy Gray la rendono assolutamente impedibile grazie a tre contributi memorabili. L’unica canzone che non sembra essere all’altezza è quella di Rakim, che tra “Wanksta” (che in America è già un grande successo) di 50 Cent e la dolcissima “Wasting My time” di Boomkat, passa inosservata. Chiude la colonna sonora “Rabbit Run” tre minuti in cui Eminem dimostra tutta la sua bravura nel freestyle.

Quella di “8 Mile” è una colonna sonora ottima, impreziosita da alcuni contributi impedibili, la cui atmosfera cupa è il filo rosso che unisce tutte le canzoni. Questa infatti non è una semplice compilation di canzoni.
Speriamo che anche il film sia così bello.

lunedì, ottobre 29, 2007

RECENSIONE DELLA SETTIMANA

RICOMINCIAMO I POST DOPO LA PARENTESI LONDINESE, CON LA RECENSIONE DI PUNKWAVE DEDICATA ALL'ULTIMA FATICA DEGLI ANTI-FLAG...



TITOLO : A Benefit For Victims Of Violent Crime
ARTISTA : Anti Flag
GENERE : Punk Rock
PROVENIENZA : Pittsbourgh (USA)
ANNO : 2007

Il rapporto fra musica e governo non è mai stato dei migliori. Numerosi gruppi musicali hanno avuto una difficile e tesa relazione con lo Stato e le sue scelte, fatta di accuse e dissensi da un lato e completa indifferenza dall'altro. Ma, nel caso specifico in cui lo Stato in questione sono gli Stati Uniti d'America, e la band di cui si parla sono gli Anti-Flag, la situazione si complica e, perfino, si aggrava.

Formatisi per la prima volta nei tardi ani '80, gli Anti-Flag sono sempre stati decisi, agguerriti e militanti contro lo stato di cose attuali. Proveniente da Pittsburgh, Pennsylvania, la band presenta sin dal debutto "Die For The Government" attitudini anticonformiste ed anticapitaliste, e quale Stato può essere considerato più capitalistico di tutti gli altri se non gli stessi Stati Uniti d'America, contro i quali gli Anti-Flag si scagliano apertamente e senza il minimo scrupolo.

Mentre impegnata nell'incisione del nuovo album in uscita per i primi mesi del 2008, la band pubblica l'EP a scopo benefico "A Benefict For Victims Of Violent Crime" per la A-F Records, etichetta creata anni or sono dagli stessi Anti-Flag per aiutare alcune altre formazioni punk rock politicizzate come loro ad affermarsi sulla scena e ad avere migliori ascolti (Red Lights Flash, Throught Riot, The Vacancy, Incommunicado, tra le varie).

L'EP, la cui ideazione trae spunto dalla tragica morte della sorella del bassista Chris #2, comprende cinque tracce inedite tratte dalle registrazioni dell'ultimo album "For Blood And Empire" e cinque brani registrati nell'aprile del 2007 al Mr. Smalls di Pittsburgh. Il disco è, come i lavori passati, una combinazione di vari generi: punk rock per primo, ma anche una buona dose di punk hardcore americano ed oi!, in alcuni punti.

La traccia d'apertura "No Paradise" presenta sin da subito un ottimo giro di basso ed un altrettanto buon assolo di chitarra ad accompagnare egregiamente il succedersi del tipico intreccio di voci di Justin Sane e Chris #2 e dei cori, intrinseci nella tecnica che ha sempre caratterizzato gli Anti-Flag. Se "No Paradise" contiene tratti palesemente punk rock, "No Future" invece, altra eccellente creazione appena sfornata dalla brigata, propone sonorità più vicine all'hardcore di vecchia scuola. Anche le tematiche che il brano offre riportano l'ascoltatore alla questione dell'assenza di futuro per i giovani punk nella società sbagliata in cui vivono, argomento portato dinanzi al pubblico per la prima volta nel '77 dai leggendari Sex Pistols e, per alcuni versi, ancora attuale. In "Corporate Rock Still Sucks" il gruppo riversa tutto il suo furore in power chords distorte, un suono di batteria potente ed un ritornello orecchiabile, dimostrando ancora una volta di essere una delle poche formazioni in grado di combinare queste tre caratteristiche quasi contrapposte riuscendo nel contempo a creare una buona melodia. Tra i brani registrati dal vivo gli Anti-Flag ripropongono invece alcuni fra i loro pezzi più celebri, come "Turncoat" e "No Borders No Nations", tratti da una delle loro migliori e più recenti performance.

"A Benefict For Victims Of Violent Crime" rende inevitabilmente necessario un nuovo elogio agli Anti-Flag, al loro apprezzabile lavoro e alla loro nobile causa, in attesa che ancora una volta tornino a mostrare nelle loro composizioni il malcontento generale e "l'altra faccia" d'America, quella pacifista e ribelle, con il nuovo album in uscita prossimamente.

SERENA MASCIA

martedì, ottobre 23, 2007

SEE YA MATES!


COME VUOLE LA TRADIZIONE, FOTO DEI SEX PISTOLS = HOLIDAY.
DOMANI VOLO A LONDRA A VEDERE IL CHELSEA. CI SI RIVEDE GIOVEDI' PER NUOVI AGGIORNAMENTI.
Intanto ne approfitto per comunicare a tutti che è stata finalmente fissata la data per il MOBFEST 2007, che si svolgerà il 22 dicembre allo sga.
Presto tutti i dettagli su orari, location, distro, volantini e sobre todo, gruppi in scaletta.
SEE YA MATES!

ALE

lunedì, ottobre 22, 2007

MILANO HARDCORE


I PHP si sciolgono e qusta è una notizia che in molti sapranno già. Le ultime date della band però sono da non perdere.
Qui di seguito la locandina della trasferta umbra della band, insieme ad altri gruppi MADE IN MILANO...

venerdì, ottobre 19, 2007

THE CAVALERA CONSPIRACY


I FRATELLACCI SONO TORNATI...

Si sta facendo un gran parlare dei THE CAVALERA CONSPIRACY, la reunion dei fratelli Max e Igor Cavalera, che hanno fatto la prima apparizione pubblica durante il D-Low Memorial concert lo scorso 31 agosto in Arizona. La band ha suonato cinque brani, tra cui "Inflikted", filmata da un fan e postata su YouTube.

La lineup dela band sarà Max alla voce e chitarra, Igor (Sepultura) alla batteria, Marc Rizzo dei Soulfly alla chitarra e Joe Duplantier dei Gojira al basso.
Le registrazioni dell'album, ancora senza titolo, sono iniziate a luglio a Los Angeles e la publicazione è prevista per febbraio 2008. REX, noto bassista dei PANTERA, ha suonato il basso in alcuni brani e non detto che sarà proprio lui a suonare le 4 corde nel tour che seguirà il disco.

Alcuni titoli delle tracce presenti nell'album sono "Inflikted", "Bloodbrawl", "Holy Poison", "The Doom Of All Fires", "Ultra-Violent" e "My Sanctuary". E' stata registrata come b-side anche la cover di "The Exorcist" dei Possessed.
Sempre a questo riguardo, ricordiamo che qualche giorno fa è apparsa online un'intervista a Max cavalera riguardante questo attesissimo nuovo progetto.
Per gustarvi la video intervista, non dovete fare altro che seguire il prossimo link:
Max Cavalera Video Interview @ Roackster.tv

ALE

martedì, ottobre 16, 2007

BIOGRAPHY : BRIGADA FLORES MAGON


OGGI VORREI PARLARE DI UN VALIDISSIMO GRUPPO DELLA SCENA PUNK-OI! EUROPEA, CHE HO AVUTO LA FORTUNA DI VEDERE DUE VOLTE DAL VIVO E CHE MI HA DAVVERO IMPRESSIONATO...

La Brigada Flores Magon inizia la sua carriera nel 1996 ma la sua storia idealmente nasce
due anni prima dall’incontro tra il cantante (Mathieu) e il chitarrista (Victor) che si incontrano e decidono che è l’ora di dare una svolta alla loro vita mettendo su una band che esprimesse la loro rabbia verso questa società. La band prende il nome da Ricardo Flores Magon, precursore della rivoluzione messicana che ha dato grande impulso al movimento anarchico di inizio secolo (1910). Influenzati principalmente dalla scena Punk Rock indipendente francese degli anni ’80 la Brigada Flores Magon segue la tradizione di storiche bands come Bérurier Noir, Nuclear Device, and Camera Silens. La band è diventata negli anni una portavoce del mondo antagonista di sinistra che fa capo alle realtà indipendenti e autogestite, guadagnandosi il rispetto sul campo e grazie ad una passione trascinante che la band esprime sul palco in live show incandescenti.
All’attivo la band ha già tre full-length, uno split Ep e un album live che contiene le migliori song della bands oltre a numerose apparizioni su compilation di tutto il mondo.
Da Parigi a Bordeaux, passando per Berlino, Montreal, Milano, Praga, Santiago del Cile, Barcellona e Roma i “Brigatisti” hanno all’attivo più di 400 concerti molti dei quali dividendo il palco con band del calibro di Angelic Upstairs, Oppressed, Conflict e Banda Bassotti. Attualmente la band è impegnata in continui tour per tutta Europa, dopo essere già stata alla conquista dell’America con l’”Anti Warped Tour”, anti-tour dell’ormai celebre Vans Warped Tour che negli anni ha perso il suo vero spirito Punk.

Il nome della band è un omaggio a Ricardo Flores Magon. Egli fu insieme a Emiliano Zapata e di Pancho Villa, uno dei padri spirituali, precursore ed attivista della Rivoluzione Messicana. Segnò inoltre una delle correnti del movimento anarchico, il comunismo libertario. Fedele alle sue idee fu il primo a denunciare la deriva istituzionalista della Rivoluzione, non esitando a denunciare sul suo giornale le colpe del nuovo regime, colpevole ai suoi occhi di assegnare alle compagnie statunitensi le concessioni del petrolio e minerarie. Padre dell'anti-imperialismo, anima una sollevazione nel 1911 in Bassa-California.

ALE

martedì, ottobre 09, 2007

RECENSIONE DELLA SETTIMANA


TITOLO : Vanadium Tribute
ARTISTA : Fire Trails
ANNO : 2003
GENERE : Metal
PROVENIENZA : Italia

“Con una formazione extra lusso che comprende Neil Otupacca (ex tastierista dei Gotthard), tornano sul mercato gli ex Vanadium, oggi Fire Trails, Pino Scotto e Lio Mascheroni! Come si intuisce dallo stesso titolo, questo debutto dei Fire Trails, altro non è che un tributo, o per meglio dire remake, dedicato a quelli che furono i Vanadium. Analizzando questo “Vanadium Tribute”, possiamo notare la presenza di nove brani fra i più famosi dei Vanadium, per l’occasione riarrangiati, risuonati e arricchiti da tre brani completamente inediti, firmati appunto dai Fire Trails. La produzione e la perizia tecnica di questa band, come da copione sono indiscutibili, visti anche gli anni di esperienza che questi musicisti possono vantare e anche il groove, andando contro ogni previsione, non risulta affatto datato, complice anche la voce di Scotto, sopra le righe! I Fire Trails, rivedono in chiave attuale, ma senza snaturarne la matrice, quello che fu l’hard rock dei Vanadium, arricchendolo con qualche sfumatura più heavy e sprigionando tutta la carica che solo chi ha vissuto e sudato metal al tempo che fu, conosce. Serrati, incisivi e freschi, i Fire Trails riportano in auge un nome troppo facilmente dimenticato dai più, specialmente da chi, “tra una leccatina e l’altra”, se un tempo seguiva i Vanadium perché erano “cool”, finito il momento ha preferito guardare cose diverse dalla sostanza! Sicuramente i Vanadium, insieme ai Death SS, R.A.F., Fil Di Ferro, Strana Officina e Fingernails, sono stati una delle realtà più importanti della nascente scena metal italiana degli anni ottanta, ma hanno pagato l’ingiusto scotto di essere stati fra i primi a fare heavy metal nel regno dei favoritismi e dei maccheroni. Escludendo, rimpianti e rancori, va detto che anche i tre brani inediti qui presenti e firmati Fire Trails, mettono in luce capacità e carature superiori alla media! Se volete scoprire chi eravamo, se volete godere di grande musica, fatta da grandi musicisti e se avete sempre subito il fascino dell’ hard rock, questo disco è un’ottima occasione per colmare un vuoto, ancora oggi tangibile…”

giovedì, ottobre 04, 2007

KICKBACK : PARIGI HARDCORE

LA REALTA' HC PARIGINA NON E' FORSE TRA LE PIU' FAMOSE DEL MONDO, MA PRESENTA SENZA DUBBIO ALCUNE BAND VALIDE, COME AD ESEMPIO I KICKBACK, GRUPPO ATTIVO DA PIU' DI 10 ANNI, CHE PROPONE UNA BUONA MISCELA DI VECCHIA E NUOVA SCUOLA...


KICKBACK is a Parisian outfit who plays a violent mixture of hardcore and metal.
Back in 91, lead vocalist Stephen Bessac was looking for an outlet for his obsessions, as music seemed one valid direction, he integrated an already existing formation. He changed the name, set the tone and KICKBACK was born. Originally influenced by the New York sound of bands such as BREAKDOWN, RAWDEAL, CRO-MAGS, CARNIVORE... his ultimate goal was definitely to push the boundaries further. They released their first demo The Meaning Of Pain in the end of 91 and then an EP No One Gets Out Alive.
In 1995, an opportunity in the form of a friend who was looking to sign\line bands for his new label, HOSTILE Records, got them a two album deal. Shortly after, they went in studio to record their first full length : Cornered. Produced by Jaimie Locke, it set the mood of what KICKBACK was going towards but the original members were too shy to fully embrace the concept and to follow the uncompromising path the band was destined to take. "The days move along with regularity over and over again and suddenly there is change...".
It took a drastic change of line-up and the arrival of bassist Pascal Pastore and guitar player Irvin Oziel, to take the sound into new territory.

PER TROVARLI SUL WEB :

http://www.myspace.com/kickback

mercoledì, ottobre 03, 2007

DISCHI CHE HANNO FATTO LA STORIA


PER LA CLASSICA RUBRICA DEDICATA AI PEZZI DI STORIA, ECCO BLIZZARD OF OZZ, PUNTO CARDINE DELLA DISCOGRAFIA DI UNA DELLE ICONE DEL METAL...

Nel 1980 I Black Sabbath erano già un’istituzione nel mondo dell’Hard Rock da quasi dieci anni: capolavori come “Paranoid” o “Masters Of Reality” avevano lasciato quel segno indelebile che avrebbe permesso loro di entrare a pieno diritto nella storia della musica. Nello stesso anno illustri sconosciuti (come Iron Maiden o Judas Priest) aprivano i battenti, ispirandosi dichiaratamente alle sonorità e all’estro introdotti di fresco proprio dal Sabba Nero.
Nonostante ciò, quando il frontman della band Ozzy Osbourne, reduce dalla dolorosa morte del padre, ruppe definitivamente i rapporti con il socio Tony Iommi non fu cosa facile per lui trovare un contratto da solista.
Senza crederci veramente fece un ultimo e disperato tentativo con la Jet Records, i cui dirigenti, dall’altro capo del filo, rabbrividirono non appena sentirono pronunciare il nome Black Sabbath …spronato dalla manager (nonché futura consorte), fissò lo stesso un appuntamento con la compagnia alla quale la stessa Sharon si presentò in modo alquanto singolare, dando modo ai discografici di vedere per primi in lei lo specchio femminile di Ozzy: per imbonire l’atmosfera infatti la signora pensò bene di portare con sé alcune colombe e librarle poeticamente nell’aere, in segno di pace e armonia.
Nonostante un esordio così bizzarro i primi minuti (ancora senza il diretto interessato) passarono in tutta tranquillità e si prospettava una firma sotto i migliori auspici: l’ingresso di Ozzy avvenne mezz’ora più tardi del previsto in una scena che doveva essere del tutto spettacolare. Mr Osbourne entra nella sala riunioni ubriaco fradicio, in uno stato pietoso e completamente incosciente, rovinando tutta l’idilliaca atmosfera creata dalla sua agente: non appena gli si avanzarono proposte di compromesso (come quella di smettere le sue vesti di maledetto o di scrivere testi più canonici) l’ex Sabbath andò su tutte le furie, saltò sul tavolo e afferrò una delle colombe che ancora svolazzavano qua e là per la stanza, affondandole i canini nel collo. Ecco il Madman in tutto il suo splendore! Fortunatamente, nel terrore generale, qualcuno capì che il mondo del rock non poteva prescindere da un’icona del genere e lo scritturò dandogli carta bianca: quello che ne sortì è un disco fondamentale, probabilmente uno dei migliori lavori dell’ Ozzy solista.
E se superclassici come “I Don’t Know”, la memorabile “Crazy Train” e la più intima “Goodbye To Romance” (una splendida ballata che, filtrata dalla voce di Ozzy, sembra il malinconico lamento di un ubriacone) provvidero al successo commerciale dell’album altre canzoni contribuirono invece a avvolgere “Blizzard Of Ozz” con un alone di esoterismo.
Questo è infatti il disco di “Suicide Solution”, brano in cui sentirete il nostro elencare gli alcolici e gli effetti dei rispettivi abusi con la minuzia che si addice ad un sommelìer indemoniato: sebbene i riferimenti al suicidio si limitino a pochi e vaghi versi la morte del giovane americano John M. (uccisosi proprio sulle note del pezzo) bastò a far inveire migliaia di associazioni benpensanti su un presunto culto luciferino da parte del cantante. Del resto l’inequivocabile copertina e l’altro brano del disco, quello dedicato al famoso satanista Aleister Crowley ( “Mr Crowley”, appunto ) non giocarono certo un ruolo di difesa nei confronti di Ozzy, ormai divenuto capro espiatorio nazionale: inoltre la sfortunata morte, avvenuta solo due anni dopo durante un incidente aereo, dell’ottimo chitarrista e amico Randy Rhoads (che debutta proprio in questo album) peggiorò ulteriormente le cose. Con questo debutto Ozzy Osbourne diveniva in assoluto il nemico dell’America bene, il cancro della gioventù corrotta, il bersaglio per antonomasia delle varie associazioni di genitori cattoliche e della censura repubblicana. Quelle stesse entità che lo definirono “un pericolo fatale per la cultura giovanile dell’occidente tutto” e che oggi paiono aver spostato la propria attenzione su icone più giovani e di tendenza come quella di Marilyn Manson. Che Satana sia un attento osservatore delle mode musicali? Non è dato saperlo: quel che è certo è che oggi, qualche donna casalinga ( quando non strenuamente impegnata nella censura al rock satanico) si divertirà ad assistere alle gesta di un rimbambito ultracinquantenne e dei suoi cari nella serie Tv “The Osbournes, senza sapere che (forse) nella pentola di famiglia cuoce una succulenta colomba...
(metallab)

martedì, ottobre 02, 2007

LIVE REPORT : WALLS OF JERICHO- Milano, Transilvania Live (27/9/2007)


IL LIVE DEI WALLS OF JERICHO DI GIOVEDI' SCORSO E' STATO ALQUANTO DEVASTANTE, TIRATO E POTENTISSIMO COME MI SAPETTAVO. IN UN TRANSILVANIA LIVE PIENISSIMO, I RAGAZZI DI DETROIT SI SONO FATTI VALERE...

Andare a vedere un concerto alle cinque e mezza di pomeriggio è improponibile per qualunque persona lavori ed è per questo che ci si chiede come mai, gli organizzatori dell' hell on earth, abbiano deciso di piazzare la maratona hardcore/metal di giovedì. La cosa in realtà non mi manda in bestia, anche perchè i due gruppi che ci tenevo a vedere (walls of Jericho e Born from pain) li ho visti e il terzo (Devidriver) ha dato forfait all'ultimo.

Arrivo al Transilvania Live intorno alle 21:15. Fuori piove, ma dentro l'atmosfera è incandescente. Riesco per fortuna a risparmiare i 20 euro del biglietto grazie ad una scamuffa ed entro nel locale. I BORN FROM PAIN hanno iniziato da pochissimo l'esibizione. La band olandese è tosta, fiera e massiccia e suona per tre quarti d'ora abbondanti, inserendo qua e là, bei discorsi del vocalist, che spazza via ogni "sega mentale", ribadendo in un perfetto inglese che, "hc, mc o metal, capelli lunghi o corti, ubriaconi o straight edge, siete tutti miei fratelli e siamo qui per spaccare tutto!".
La loro performance scivola via in fretta e sale nel locale la febbre per i WOJ.

Il quintetto di Detroit sale sul palco poco dopo le 22.
I ragazzi appaioni subito in gran forma, nonstante le date di questo festival siano serratissime (la sera prima erano a monaco di baviera, il giorno dopo a stoccarda). La cantante e leader Candace Kucsulain e rabbiosa e stilosa al punto giusto. Urla come una pazza, salta in piedi sulle transenne e sputa le liriche velenose, mentre il pit, il mosh e il pogo infuriano nella platea.
I brani proposti sono tiratissimi, presi per lo più dal fortunatissimo e bellissimo WITH DEVIL AMONGST US ALL, full uscito per la trustkill, che ha ricevuto apprezzamenti un po' in tutto il mondo.

La botta musicale è davvero impressionante e la carica che la band trasmette è devastante, "I know hollywood and you ain't it"
"And the dead walk again", "Plastic", "Try fail repeat" e tutte le altre song, si alternano a qualche accenno con le più datate perle di "All Heil the dead".
A trigger full of promises, probabilmente il loro pezzo più famoso, chiude un'ora di live devastante, finita con un wall of death obbligatorio e la certezza di avere visto dal vivo un grande gruppo...

ALE