sabato, marzo 31, 2007

SETTIMANA HARDCORE AL BOCCACCIO


E' iniziata sabato 24 Marzo, finirà mercoledì 4 Aprile, la lunga rassegna HARDCORE organizzata dai ragazzi del CSOA BOCCACCIO di Monza.
Una bella iniziativa, che vede alternarsi sul palco alcune tra le più note realtà italiane come DE CREW, PHP, AFFLUENTE, ATROX, IMPACT, TEAR ME DOWN, PAYBACK, ma anche una mostra permanente di flyer HC americani e la presentazione del libro AMERICAN HARDCORE di STEVEN BLUSH.
Spazio all'Hardcore quindi e complimenti ai ragazzi del Boccaccio, perchè di cose così in Italia ne organizzano devvero poche.


.............................................................................................................

LIVE REPORT : CLUB DOGO - Milano, Mag.Generali (29/03/2007)


PUBBLICO QUESTE RIGHE MANDATEMI DA CARLETTO SULLO SHOW DEI CLUB DOGO DI GIOVEDIì SCORSO. UN CONCERTO, COME SEMPRE, DI OTTIMA FATTURA, PER UNA BAND CHE SI STA AFFERMANDO SEMPRE DI PIU' NEL PANORAMA NAZIONALE E CHE HA CHIUSO, CON LA DATA DEI MAGAZZINI, IL LUNGO TOUR DEL DISCO PENNA CAPITALE, ULTIMO LAVORO "INDIPENDENTE" DALLE MAJOR. TRA GLI OSPITI DELLA SERATA, ANCHE IL PIU' VOLTE DISCUSSO J.AX.
ORA PER IL TRIO MILANESE INIZIA UN NUOVO CAPITOLO, VEDREMO COSA SAPRANNO FARE...

Fino all'ultimo ho rischiato di perdermi l'ultima data dei D.O.G.O. da indipendenti, ma alla fine son riuscito a recuperare un paio di amici e ad assistere allo show.
Dato che ai "magazza" i concerti solitamente cominciano presto, alle 22,15 eravamo gia' nel locale... prestissimo per i normali orari dei locali milanesi.
Come volevasi dimostrare però, i Dogo cominciano dopo una mezzoretta e il locale comincia a riempirsi sempre di più; a meta' concerto direi che si è toccato il picco piu' alto di gente presente, con i magazzini davvero imballati. Il pubblico è molto variegato, segno della trasversalità della Ghenga, dal rapper firmato Fubu e Karl Kani al ragazzetto di periferia, dal pettinato da Atlantique al liceale. I "nostri" salgono sul palco con delle t-shirt con la scritta VILE DENARO, titolo del prossimo album. Lo show spacca come al solito e vengono proposti i soliti pezzi di Penna Capitale e Mi Fist. Ci sono 2
canzoni che personalemnte non avevo mai sentito live: la chiususra di Roccia Music e Serpi, uno dei più bei pezzi dei dogo!
Nel locale c'è grande entusiasmo. La scena piu' devastante è sicuramente vedere una ragazza con tatuato sopra le natiche il simbolo dei dogo...(incredibile!e io che me la meno a farmi tatuare il Che o Lenin...)
Che dire altro dire? Spero che il prossimo album dei CLUB DOGO sia all'altezza dei loro fasti passati, cosa che credo, sperando che la loro zarraggine non li porti a fuorviare la loro via "più politica" culminata in Falsi Leader o Cronache di Resistenza, via che a me piace molto!
Big up!

CARLETTO

lunedì, marzo 26, 2007

MEGADETH : storia di chi ha fatto la storia...


DIRETTAMENTE DA WIKIPEDIA, VITA MORTE E MIRACOLI DI UNA BAND AMATISSIMA E ODIATISSIMA IN TUTTO IL MONDO, CHE HA DIVISO LA SCENA METAL PER ANNI E CHE OGGI, A DISTANZA DI 24 ANNI DALLA PRIMA FORMAZIONE, HA ANCORA MOLTO DA DIRE...

Dave Mustaine, dopo essere stato cacciato dai Metallica per la sua tendenza ad abusare di alcool e droghe (secondo James Hetfield e Lars Ulrich, anche se Mustaine parla di abbandono per "divergenze artistiche"), decide di non abbandonarsi ma di cercare musicisti per formare una nuova band.
Fondò il suo primo complesso, i "Fallen Angels", ma venne sciolto immediatamente per motivi sconosciuti. Dopo poco tempo, creerà la sua nuova formazione, i Megadeth. Il nome Megadeth, ha una origine tra il macabro e lo humour nero, anche se Mustaine voleva riferirsi soprattutto alla potenza sonora sprigionata dalla band, difatti un "megadeth" corrisponde al potenziale distruttivo di una testata nucleare capace di provocare la morte di almeno un milione di persone. Il nome venne tratto da un articolo di giornale che Mustaine lesse sul pullman mentre tornava a Los Angeles (dopo la cacciata dai Metallica), sulle conseguenze di un'esplosione atomica.
I vari reclutamenti iniziano con il bassista Matt Kisselsten e il batterista Dijon Carruthers. Dopo poco tempo, avvengono i primi cambi e Kisselsten abdica in favore di David Ellefson che porta anche un suo amico, Greg Handevidt a completare le chitarre. Dopo le prime apparizioni nei club di San Francisco, si presume che Handevidt venne licenziato da Mustaine (non è una battuta) perché non aveva capelli. Anche Carruthers lascia presto il gruppo e il suo posto viene occupato da Lee Rausch.
Mustaine, assieme al fedele Ellefson, continua la ricerca di personale. Non trovando un chitarrista disoccupato contattano Kerry King, che già suonava negli Slayer, e non trovando un cantante adatto per il gruppo, Dave decide di diventare anche la voce della band.
Anche questa line-up è destinata a durare pochissimo tempo, dato che Rausch entrò nei Dark Angel mentre King (secondo quanto detto da lui) litigò con Mustaine e se andò per suonare solamente con gli Slayer.

Nel 1984, subentrano Gar Samuelson alla batteria e Chris Poland alla chitarra (entrambi provenienti da un gruppo Jazz chiamato "The New Yorkers") e questa è la prima formazione ufficiale dei Megadeth. L'anno successivo, la band pubblica il suo primo album, Killing Is My Business... And Business Is Good!. Il disco é molto grezzo ma allo stesso tempo elaborato e tecnicamente ineccepibile; tuttavia mostra le sue carenze a livello di produzione poiché, su ammissione di Mustaine stesso, la band avrebbe speso i soldi, dati loro per la produzione, in droga. In ogni caso destò l'attenzione della major Capitol Records che decise di mettere il gruppo sotto contratto
Il successivo lavoro stupisce molto gli addetti ai lavori ed anche le altre band del settore, tanto che Bruce Dickinson degli Iron Maiden, in una intervista durante le presentazioni di Seventh Son of a Seventh Son, nel definire il thrash metal un genere che si è limitato da solo, non lesina i complimenti a Peace Sells... But Who's Buying? (1986) ("La pace è in vendita...ma chi la compra?"), lavoro che testimonia un impegno politico dei 'deth (nomignolo che i fans danno alla band), che non mancherà praticamente mai nei lavori successivi.
Nello stesso anno, i Megadeth intraprendono una tournée, facendo da spalla ad Alice Cooper per il suo Constrictor tour. Per Mustaine è un grande onore suonare con Cooper, essendo uno dei suoi maggiori idoli della sua giovinezza.
L'eccessivo abuso di droghe e la scarsa attenzione sul lavoro da parte di Chris Poland e Gar Samuelson, tuttavia, spinge Mustaine a licenziarli; i due vengono immediatamente sostituti da Chuck Behler alla batteria e Jeff Young alla chitarra.
È con loro che viene registrato So Far, So Good... So What! (terzo lavoro della band), disco più melodico rispetto ai precedenti e con rilevanti influenze punk, caratterizzato da vere e proprie hit, come ad esempio In My Darkest Hour. Su questa canzone c'è da aprire un piccolo capitolo.
Infatti è stata scritta da Mustaine per onorare la memoria di Cliff Burton (nome abbrevviato di Clifford Lee Burton), all'epoca bassista dei Metallica e loro membro più hippie, morto in un incidente stradale nel nord Europa, durante la tourneè di Master Of Puppets. Il testo, infatti, parla di una persona in punto di morte che resta sola, abbandonata dagli affetti femminili, una condizione che non di rado si ritrova nelle canzoni dei 'deth, diretta conseguenza del carattere spigoloso di Mustaine. Sia musica che testo sono considerati, da critica e fans, molto belli, ma, secondo alcuni critici, non sembrerebbero coevi.
Il gruppo arriva, con questo disco, a vendere più dei rivali Metallica, che fecero uscire ...And Justice For All), evento che produce una breve (ma anche enorme) soddisfazione per Dave. I titoli dei loro primi tre dischi hanno anche in comune il fatto di essere composti da una frase, tre puntini di separazione, ed una chiosa.

I problemi di tossicodipendenza del leader causano non pochi problemi alla band durante la tournée di supporto al disco, portandola ad annullare alcune date in seguito ad arresti o a repentini ricoveri in ospedale di Mustaine.
Il culmine però lo raggiunge nel 1989, quando viene arrestato per guida in stato di ebbrezza e possesso di sostanze stupefacenti, bloccando l'attività del gruppo che era in procinto di entrare in studio. Mustaine entra così in un programma di disintossicazione.
Durante la sua degenza, il leader cambia di nuovo formazione della band, facendo audizionare alla chitarra e alla batteria vari personaggi nell'ambito metal (tra cui Jeff Waters degli Annihilator, Dimebag Darrel dei Pantera e Dave Lombardo degli Slayer) alla ricerca della "formazione perfetta". Alla fine la scelta ricade, rispettivamente, sul noto guitar hero Marty Friedman e sul batterista di scuola jazz Nick Menza (tecnico della batteria di Behler).

Con la nuova formazione viene registrato il masterpiece del gruppo, Rust In Peace, nel 1990. Il gruppo ritorna ai cambi di tempo e alla complessità dei primi due dischi, pur non abbandonando la melodia.
Perle del disco sono Holy Wars...The Punishment Due e Tornado of Souls. Con questo disco i 'deth si consolidano (momentaneamente) come prima realtà americana nell'ambito thrash metal e vincono, l'anno successivo, il loro primo Grammy.
Anarchici per vocazione, i Megadeth non lesinano in questo periodo critiche all'amministrazione di George H. W. Bush pur appoggiandone, paradossalmente, le scelte sulla prima Guerra del Golfo.
Nello stesso anno, il gruppo partecipa al tour mondiale "Clash of the Titans", assieme a Slayer, Testament e Alice In Chains, che si rivelò molto seguito dal pubblico, registrando il tutto esaurito.
Trovata finalmente stabilità, il gruppo entra in studio nel 1991 per la registrazione del loro quinto lavoro. Nel frattempo esplode il Black album (Metallica) dei Metallica che vende milioni di copie in tutto il mondo e porta la band a diventare il primo nome assoluto del metal mondiale. Mustaine, forse invidioso del successo del suo ex-gruppo, comincia a riversare critiche a tutto spiano nei loro confronti e dà alla luce, l'anno dopo, a Countdown To Extinction.
Il disco, quasi a voler rivaleggiare con quello dei rivali, presenta pezzi più semplici e melodici, contenendo addirittura un potenziale "supersingolo", ossia la title-track. L'album venne fortemente acclamato (poco più di 2.000.000 di copie vendute negli U.S.A.) ed è inoltre il lavoro di maggior successo commerciale dei Megadeth, ma i risultati sono ben lontani da quelli ottenuti dai Metallica.
Iniziano, così, a piovere dissensi da parte dei sostenitori storici della band, accusandoli di seguire le mode musicali del momento e le loro critiche non si placano nemmeno al giorno d'oggi. I 'deth continuano però ad essere nominati per i Grammy Awards e così sarà fino al 1997.
[modifica]L'evoluzione
Questo non basta a Mustaine che è estremamente desideroso di trovare la formula giusta per bissare il successo dei suoi colleghi di un tempo.
Con la stessa line-up, nel 1994, viene dato alle stampe Youthanasia, disco nel quale le radici thrash del gruppo vengono del tutto abbandonate e il suono diventa ancora più melodico e da classifica. Ancora una volta l'album vende bene e ancora una volta rende delusi i vecchi fans, ma la vetta raggiunta dai "Four Horsemen" rimane lontana. Molti ricordano questo disco per la sua semplicità d'ascolto che lo porta ad essere uno di quelli con cui si viene "iniziati" al metal.
Dopo l'uscita di un disco di covers e b-sides, Hidden Treasures, i 'deth danno alle stampe un disco nuovo di zecca solo nel 1997, Cryptic Writings. La produzione è all'altezza del nome della band, i pezzi arrangiati in modo ottimale; tuttavia, il disco non viene ben accolto, tanto che molti fan arrivano a boicottare i loro concerti.
In realtà su Cryptic Writings vi è un parziale ritorno alle sonorità del passato e, alcune canzoni come Trust e She Wolf, sono considerate tra le migliori del gruppo.
A peggiorare la situazione vi è il fatto che il batterista Nick Menza è costretto, per problemi di salute, a lasciare la band durante la tournée. Con lui i Megadeth perdono un membro molto utile, sostituito dal meno appariscente ma altrettanto bravo Jimmy DeGrasso; per il resto la formazione rimane invariata.

Nelle interviste successive alla fine della tourneé, Mustaine comincia a parlare di una vera e propria rivoluzione nel suono della band, di un disco che non avrebbe avuto precedenti etc....
Le sue parole prendono corpo nel 1999 con l'uscita di Risk, considerato il più grande passo falso della formazione. Il suono della band é radicalmente cambiato, il metal viene completamente abbandonato in favore di un rock fortemente contaminato da effetti elettronici (un esempio il singolo Crush'Em, per capirne il genere).
Il disco viene stroncato dalla critica e stigmatizzato dai fans (ovviamente, ancor di più da quelli del primo periodo della band), e per la prima volta Mustaine viene "punito" per aver cercato a tutti i costi la formula vincente. L'album é un totale insuccesso commerciale, vende solo 200.000 copie negli Stati Uniti e rappresenta il risultato più basso di vendite dei 'deth da Peace Sells... But Who's Buying?. Comunque, i critici ha sostenuto che il disco presenta alcuni brani di modesto valore come "Prince Of Darkness", "Breadline" e la jazzata "Seven".
Questo porta la Capitol ad abbandonare la band sul ciglio della strada, facendogli "completare" gli obblighi contrattuali, l'anno dopo, con l'uscita di un best-of Capitol Punishment, dal titolo decisamente ironico vista la situazione e un tentativo di recuperare i molti fans traditi dalla svolta musicale del quartetto.
Mustaine dà la colpa dell'insuccesso ai produttori e a Marty Friedman (basti pensare che ha partecipato alla composizione di quasi tutti i pezzi di Risk) che viene infatti silurato dalla band; il suo posto viene preso da Al Pitrelli, chitarrista rock famoso per aver suonato con band come Asia, Alice Cooper, Widowmaker e Savatage.
Nel 2001 viene dato alle stampe The World Needs A Hero, su Sanctuary Records, un album dove Mustaine abbandona i recenti esperimenti musicali, visti i pessimi risultati commerciali. Pur non trattandosi di un prodotto all'altezza dei primi dischi, l'album viene accolto modestamente e le vendite danno ragione alla scelta del gruppo di tornare al metal.
Nell'album spicca il brano "Dread And The Fugitive Mind" che rivaleggia con i classici del passato.
Dalla tournée successiva viene tratto anche un live album, Rude Awakening, il primo nella storia della band.
Gli affari sembrano così andare di nuovo a gonfie vele per il gruppo di Mustaine. Come un fulmine a ciel sereno, arriva però, improvvisa, il 4 aprile 2002, la notizia dello scioglimento della band. Il motivo sarebbe un problema al polso di Mustaine, che non gli permetterebbe più di suonare la chitarra come prima. In realtà c'é chi sostiene che lo scioglimento fosse stato causato dal mancato pagamento di debiti, derivanti da diritti d'autore, da parte di Mustaine stesso nei confronti del bassista Dave Ellefson, per cui successivamente verrà intentata anche una causa.
[modifica]La rinascita
Dopo un periodo di terapia per risolvere il suo problema, Mustaine annuncia che tornerà a fare musica, non precisando se come solista o con una nuova formazione dei Megadeth. Per la gioia dei fans (e per motivi commerciali), sceglie la seconda opzione: raduna una band di turnisti, tra cui Chris Poland, il chitarrista degli esordi del gruppo e divenuto ora maestro di musica, e il notissimo session-man Vinnie Colaiuta, batterista che non ha mai suonato metal a livello professionale e dà vita a The System Has Failed (2004).
Bisogna premettere che non c'è stato il ritorno ai gloriosi anni '80, ma finalmente si torna a ragionare sia in termini di vendite che di gradimento, questo porta Mustaine ad imbarcarsi in un tour (all'inizio infatti, erano previste solo poche date di promozione) con una line-up nuova di zecca, e a dare vita al Gigantour (nome preso da Gigantor, un cartone animato che Mustaine seguiva molto durante l'infanzia), evento musicale che nelle sue idee dovrebbe costituire una valida alternativa all'Ozzfest. A questo evento parteciperanno band quali Dream Theater e Nevermore. Inoltre, per sua volontà, vengono ristampati tutti i dischi da studio della band, in collaborazione con l'ex etichetta Capitol.
La nuova e apparentemente affiatata line-up comprende l'ex bassista di White Lion e Black Label Society James LoMenzo e i fratelli Glen e Shawn Drover (Eidolon) rispettivamente alla chitarra e alla batteria.
Nel 2006 Mustaine abbandona definitivamente l'idea di mettere in pensione i Megadeth e Vic Rattlehead, al contrario rientra in studio con la nuova formazione e registra "United Abominations", nuovo capitolo che si preannuncia ricco della classica polemica politica dei 'deth.
Per il 2006 anche il Gigantour ritornerà con nuove bands e stavolta oltre agli USA toccherà anche Europa e Australia.
Nel frattempo sono stati dati alle stampe un altro greatest hits e un DVD dal titolo "Arsenal of Megadeth" con video e live inediti.
Nel Ottobre del 2006 è ripartito il Gigantour con band come Arch Enemy,Lamb Of God,Opeth,Overkill.Quest'anno il gigantour farà un breve passaggio anche in australia assieme ai Soulfly.

sabato, marzo 24, 2007

IRON MAIDEN + MOTORHEAD : evento a Roma!


Fervono i preparativi per quello che sarà ricordato come il più grande show che una metal band abbia mai effettuato in Italia. Il tempo sembra non passare mai per gli IRON MAIDEN e la band è ora più che mai all'apice del successo. Reduce dallo strepitoso show di Dubai dove sabato scorso hanno suonato di fronte a svariate decine di migliaia di rockers arabi, i Maiden si preparano ora alla conquista dell'India: suoneranno infatti a Bangalore il prossimo week end. Ed anche per questo show, come per ogni concerto dei Maiden in ogni parte del globo terrestre, i biglietti sono letteralmente volati.

Come ormai è noto IRON MAIDEN avvieranno una nuova campagna europea in estate e la conquista di Roma avverrà il prossimo 20 Giugno. Sarà uno show indimenticabile, per il quale Bruce Dickinson e soci hanno personalmente scelto gli special guest.

Come già annunciato MOTORHEAD saranno gli special guest principali e saliranno sul palco immediatamente prima dei Maiden. Confermati anche MACHINE HEAD che sono in procinto di uscire con il nuovo album, MASTODON, che abbiamo già avuto modo di ammirare lo scorso Novembre di come supporto al tour italiano dei Tool, LAUREN HARRIS e i nostri SADIST che sono stati personalmente scelti da Steve Harris. Che dire, un bel riconoscimento per il metal tricolore.

IRON MAIDEN

+ special guests

Motorhead
Machine Head
Mastodon
Lauren Harris
Sadist

20 Giugno 2007 - Roma, Stadio Olimpico

Inizio concerti ore 15.00
Apertura cancelli ore 12.30

giovedì, marzo 22, 2007

INTERVIEW : Saverio (WOPTIME)



PUBBLICO QUESTA INTERVISTA ECCEZIONALE INVIATAMI DA CARLETTO, AD UNO DEI PERSONAGGI PIU' "PARTICOLARI" DELLA SCENA ALTERNATIVA ITALIANA : SAVERIO DEGLI WOPTIME.
Per chi non li conoscesse, i Woptime sono una band HC, formata nel 1999 per iniziativa proprio di Saverio e Paolo che avevano precedentemente militato nei Fuori Controllo gruppo Oi! di Torino. Nello stesso anno producono un demo registrato dal vivo durante la loro prima esibizione live al centro sociale El Paso a Torino.
Nel 2000 danno alle stampe il loro primo album Inferno sulla Terra, prodotto dalla Bad Attitude Records. Nel 2001 viene prodotto il loro secondo album intitolato Il giorno del giudizio. Nel 2002 registrano, di nuovo ad El Paso, il loro primo live ufficiale coprodotto da diverse etichette, contenente anche la cover della Oi! band torinese dei Rough Torino è la mia città, gia registrata sul secondo album.
Nel 2004 registrano il loro ultimo lavoro in studio intitolato Mi Vida Loca distribuito in tutta Europa oltre che in Canada, Australia e Giappone. Per promuovere il nuovo lavoro viene organizzato un tour nell'Europa dell'est. Infine nel 2006 viene registrato il secondo live ufficiale intitolato Night Of Speed Demons durante un concerto insieme ad altre due gruppi storici della scena italiana: i Cripple Bastards e gli Skruigners.
Il gruppo si scioglie nel 2006.

INTERVISTA SU COME DEVE ESSERE IL VERO UOMO :

Che cosa deve fare oggi il vero uomo?
Guardare avanti con sguardo rivolto al futuro

Che fumetti legge un vero uomo?
Tex,Zagor,Lobo

Attori preferiti?
Swarzenegger,Stallone,Chuck Norris,Rocco Siffredi

Religione?
La fede nell'acciaio

Politica?
Non e' importante l'idea quanto inseguire il nemico ucciderlo,stuprare la sua
donna ed ucciderla dopo aver ucciso i loro figli davanti ai loro occhi!

Cosa fa quando si annoia?
Spara ai passanti

Cosa fa quando si innammora?
Trapanare,fino al collasso della partner,se lei dice basta chiamare le amiche di
lei e trapanarle davanti ad ella

Rapporto con le donne?
al primo no su qualsiasi argomento defilarsi con un sonoro:" vaffanculo il mondo
e pieno di stronzi,vatti afare rompere il culo da dove sei venuta!"

Serata tipo?
Alcool,coca,baldracche!

Lavoro?
Carpentiere,muratore,operaio,pusher,malavitoso

Figli ?
Tanti,riconosciuti nessuno

Ultime parole?
Donna ,vado a comprare le sigarette!

mercoledì, marzo 21, 2007

QUATTROASSI on stage!


TORNA IL SOUND DEI QUATTROASSI. VENERDI' AL S'AGAPO' DI MILANO PER FARVI BALLARE, CANTARE, BERE, DELIRARE FINO A TARDA NOTTE....

martedì, marzo 20, 2007

MADE IN ITALY : Modena City Ramblers

OGGI SI RIPRENDE IL NOSTRO VIAGGIO ALL'INTERNO DELLE REALTA' ITALIANE, CON UN BELL'ARTICOLO DI ONDAROCK CHE CI PARLA DI UNA STORICA BAND DEL PANORAMA NOSTRANO...


Prendete le suggestioni del folk d'Irlanda. Conditele con una contagiosa allegria dal sapore emiliano. Aggiungete testi di impegno politico, in stile "combat-rock", e avrete la ricetta dei Modena City Ramblers, uno dei gruppi rivelazione dell'ultima leva italiana. Il loro ulltimo album, Fuori campo e' stata l'ennesima incursione in questo campo. "Fuori campo è ciò che non entra nell"occhio di una telecamera o di un obiettivo fotografico. È ciò che circonda le cose cui i media danno attenzione, però esiste. È ciò che non si vede, ma che spesso è più importante di quello che si vede", spiega la band.

E' un disco nato in modo molto diverso da come di solito i Ramblers progettano e realizzano i propri lavori. Senza un titolo di riferimento, semplicemente scrivendo canzoni e portandole in studio per essere arrangiate e completate. In Irlanda, nel corso della pre-produzione, il gruppo ha raccolto diversi contributi di ottimi musicisti locali, che ha poi utilizzato nelle registrazioni vere e proprie del disco. Il risultato pero' non e' stato sempre all'altezza. Certo, ballate trascinanti come "Danza etnica" non mancano, ed e' forte l'impronta del Manu Chao di "Clandestino", ma si ha l'impressione, in definitiva, che i Ramblers abbiano fatto di meglio. Come nell'album, "Raccolti", vero compendio del loro repertorio, interamente acustico e inciso dal vivo durante una tournée nei pub. "Con quel disco abbiamo voluto ritrovare le radici folk della nostra musica e atmosfere più tranquille, quasi campestri", spiega Giovanni Rubbiani (chitarra, armonica e voce della band).
I Modena City Ramblers nascono nel 1991 come gruppo di folk irlandese, che suona per la strada, o per amici e parenti. Nel 1994 pubblicano il primo album, Riportando tutto a casa, in cui rivendicano la loro identità meticcia, l'Irlanda e l'Emilia, la resistenza e gli anni Settanta, i viaggi e le lotte. Tra i loro "compagni di strada", anche due big irlandesi: i Chieftains e Bob Geldof. Tra i brani, "In un giorno di pioggia", resoconto della nascita del grande amore per l'Isola verde.

Le loro coinvolgenti ballate trascinano il pubblico anche per la veemenza polemica dei testi. "Quarant'anni", ad esempio, traccia un ritratto al vetriolo della politica del dopoguerra tra P2, mazzette e stragi impunite. Ci sono anche due cover "politicamente schierate": "Bella ciao" e "Contessa". Il periodo è caldo: l'inizio di Tangentopoli. "Oggi sono cambiate le condizioni sociali. C'è meno voglia di lottare e molta confusione. Penso che non riscriverei più un pezzo come 'Quarant'anni'", ammette Rubbiani.
Ma la grande utopia dei Modena City Ramblers ha continuato a vivere nel secondo disco, La grande famiglia (50.000 copie vendute), dedicato al pubblico. E soprattutto nei versi di Terra e libertà, il terzo album, che attraversa i sogni di riscatto del Messico di Emiliano Zapata ed "el Sup" Marcos, viaggia tra i campi dei Saharawi e segue le tracce lasciate da Ernesto Guevara (non ancora "Che") alla scoperta del suo continente.
Gli strumenti sono la fisarmonica della tradizione italiana e la "uileànn pipe" di quella celtica; la chitarra e l'armonica del vecchio Woody Guthrie, le percussioni latino-americane, le chitarre elettriche e le batterie rock. Una mistura che la band definisce "patchanka celtica". Il successo dei Modena City Ramblers è cresciuto nel solco della riscoperta folk dei primi anni '90, portata avanti da gruppi come Mau Mau, Gang, Yo Yo Mundi. "Oggi per la scena indipendente c'è più spazio - spiega Rubbiani -. Ma è sempre molto difficile combattere il dominio delle radio commerciali". Loro ci provano. Tra gighe, combat-rock e ballate in dialetto di "un'Emilia anche immaginaria".

La formazione emiliana torna nel 2002 con l'album Radio Rebelde, dal nome dell'emittente fondata da Che Guevara ai tempi della lotta nella Sierra Maestra. Il singolo apripista, "Una perfecta excusa", è la traduzione in musica di un testo regalato al gruppo emiliano dallo scrittore cileno Luis Sepulveda. "Puoi trovare 'una perfetta scusa' per andare sempre avanti, sperando in un cambiamento", dicono i Modena City Ramblers. Ma in realtà è il loro armamentario retorico-demagogico ad avere perso ogni spinta innovativa. Anche la copertina del cd - una grande bandiera rossa sventolata da un omino nero che si arrampica suun'antenna per le trasmissioni - sa ormai pateticamente di deja vu. Alimentano la confusione ideologica (palla al piede da sempre della band) i vari inserti parlati, da Berlusconi a Bush, ilbrano "La legge giusta", ispirato dai fatti del G8, e "Pirata satellitare", ilpezzo-manifesto della contestazione ai media. "C'è il rischio di vedere una 'letterina' col burqa o la faccia di Bin Laden sulla statuettadel Buddha" - dice "Cisco" Bellotti, cantante del gruppo -. Nella tv italiana, che non riesce a dare un contesto adeguato alla musica, anche i messaggi più importanti rischiano di perdersi. Quello di Jovanotti, ad esempio, portato in mezzo alle 'letterine', è stato inefficace". Ma - al di là dell'indubbia qualità di alcuni dei brani anche di questo disco - ciò che accomuna i Modena City Ramblers proprio al famigerato Jovanotti è l'impareggiabile banalità demagogica dei testi.

giovedì, marzo 15, 2007

CLUB DOGO : new album coming soon...


E' prevista per maggio 2007 l'uscita del nuovo disco dei Club Dogo. La gang hip hop milanese intanto, è ancora alle prese con i numerosi live show che la vedono girare in lungo e in largo tutta Italia.
Il 17 Marzo saranno di scena a Roma, teatro palladio, mentre il 29 si esibiranno ai magazzini generali di Milano.

IL CLUB DOGO, formato dai rapper Jake La Furia e Guè Pequeno e dal producer a 5 stelle Donjoe, è una delle rap band più influenti in Italia. Con alle spalle due album (Mi Fist, 2003 e Penna Capitale, 2006) e svariati mixtape e progetti underground hanno venduto più di 10.000 copie nel mercato indipendente e si sono esibiti in centinaia di concerti che hanno toccato i più importanti palchi italiani. L'unicità dello stile "Dogo" li porta ad avere dopo pochi anni un seguito di culto. Il linguaggio oltraggioso ma crudelmente realistico, la componente poetica e cinematografica, il carisma e l'attitudine "techno-hop" e "rap-n-roll" come amano definirla che caratterizza le esibizioni dal vivo li porta a conquistare il rispetto della critica musicale più prestigiosa e spazi su radio e tv, nonostante le liriche "poco ortodosse". Nel 2007 il Dogo è un vero e proprio movimento, il cui motore é la Dogo Gang, collettivo milanese in cui militano tra gli altri la superstar underground MARRACASH e il mitico VINCENZO, anche hypeman nel live del gruppo. Come detto, il primo album dei Dogo inciso per una major discografica vedrà la luce nel maggio 2007.

mercoledì, marzo 14, 2007

FENDER : the history of instruments

IL POST DI OGGI E' UN PO' PARTICOLARE, MIRATO E MENO DIRETTO ALLA "MASSA". QUELLA CHE RACCONTIAMO INFATTI E' LA STORIA DEL MARCHIO FENDER, DIVENTATO DA DECENNI UN MUST PER TUTTI I MUSICISTI E GLI AMANTI DELLA MUSICA...


Fender Musical Instruments Corporation (FMIC) è il primo produttore di chitarre, bassi, amplificatori ed equipaggiamento correlato al mondo.

Nel corso di una lunga e gloriosa storia che vede i suoi albori nel 1946, Fender ha letteralmente trasformato il modo di fare musica in tutto il mondo e in tutti i generi musicali, dal rock 'n roll al country western al jazz, al rythm and blues, al country e a molti altri. Chiunque, dal principiante assoluto, all'hobbista, al più acclamato degli artisti ha usato, almeno una volta nella vita, strumenti e amplificatori Fender, e questo fa dell'azienda non solo un marchio rispettato del settore strumenti musicali, ma una vera e propria icona culturale. Chitarre leggendarie come la Telecaster® e la Stratocaster®, e bassi come il Precision® e il Jazz® Bass sono universalmente riconosciuti come modelli assoluti di riferimento in termini di design.

Negli anni '40 Leo Fender, brillante inventore originario della California meridionale, apportò alcune sostanziali modifiche agli strumenti amplificati, allora tradizionalmente hollow-body, utilizzando un semplice ma al contempo innovativo design solid-body, in special modo per le chitarre elettriche. Il passo successivo fu la realizzazione del processo di costruzione in serie dei nuovi strumenti.

Nel 1951 introdusse il prototipo di una chitarra solid-body, chiamato Telecaster®. La Teler®, come fu spesso, ed è tutt'ora chiamato questo strumento, è stata la prima chitarra elettrica solid-body Spanish Style a essere commercializzata e prodotta in serie.

Lo stesso anno, Fender introdusse una nuova e rivoluzionaria invenzione, il basso Precision: poteva essere suonato come una chitarra, ed in più aveva i tasti, quindi, rispetto al contrabbasso, consentiva un'esecuzione molto più "precisa" (da qui il nome) e intonata delle note, e poteva essere amplificato, liberando così i bassisti dalla schiavitù delle ingombranti dimensioni e del poco volume di bassi acustici e contrabbassi.

Questi due storici strumenti consentirono la fondazione di nuove band e l'avvento di una vera e propria rivoluzione nel campo della musica popolare, quella che noi oggi indichiamo come la nascita delle classiche formazioni rock. Al contrario delle big-band in voga nel periodo, i nuovi strumenti Fender rendevano possibile a piccoli gruppi di musicisti di assemblare band dal numero ridotto di elementi che potevano tuttavia essere perfettamente uditi!

La Stratocaster fece la sua prima apparizione nel 1954, incorporando molte innovazioni nate dai suggerimenti di musicisti e professionisti del periodo, del neonato staff Fender e di Leo stesso. Grazie ai tre pickup single coil, offriva maggiori possibilità sonore, mentre il corpo dai profili morbidamente arrotondati garantiva un grande confort esecutivo, ed il design a doppia spalla mancante rendeva finalmente possibile senza sforzi l'accesso agli ultimi tasti.

L'innovazione più importante, tuttavia, fu l'aggiunta di un sistema di vibrato (o "tremolo") incorporato nel ponte; tale innovazione era stata inizialmente concepita per consentire ai chitarristi bending che potessero imitare le sonorità tipiche della lap steel guitar e della chitarra hawaiana, sonorità estremamente popolari fra gli artisti country di quel periodo.

Nessuno avrebbe potuto immaginare quanto la Stratocaster avrebbe rivoluzionato la musica pop! Praticamente invariata, dal punto di vista tecnico, dal 1954, la Stratocaster è la chitarra più popolare e storicamente influente di tutti i tempi, e musicisti di tutti i livelli continuano ad affidarsi al suo suono, alla sua suonabilità e alla sua versatilità, ancora oggi in tutti i generi e stili musicali.

Leo Fender sfruttò la rinnovata spinta creativa per introdurre, nella decade successiva, una serie di strumenti che col tempo sarebbero diventati degli altri "classici", tra questi il Jazz Bass®, la Jaguar® e la Jazzmaster® per quanto riguarda le chitarre, e il Twin Reverb® come amplificatore.

A causa delle cattive condizioni di salute, Leo Fender fu costretto a vendere la compagnia alla CBS nel 1965, e per i successivi vent'anni FMIC conobbe un periodo di crescita smisurata, anche se la scarsa attenzione nei confronti dei musicisti e della musica da parte della CBS divenne ben presto evidente.

Per "re-inventare" la Fender, la CBS si affidò, nel 1981, a un nuovo management; William Schultz divenne presidente dell'azienda, col supporto di William Mendello. Il loro piano quinquennale era basato sull'aumento delle quote di mercato per il marchio Fender, grazie a un sostanziale incremento della qualità nei prodotti e a un rinnovato investimento nei settori di ricerca e sviluppo.

Quando la CBS abbandonò i settori di business non legati al broadcast durante gli anni '80, un gruppo di impiegati e investitori guidati da Schultz acquistò la Fender dalla CBS nel 1985. Quell'acquisto riportò finalmente il marchio nelle mani di un gruppo di persone con un progetto: ideare e costruire le migliori chitarre e i migliori amplificatori al mondo!

La nuova Fender Musical Instruments Corporation (FMIC) è partita dal nulla, non c'erano palazzi o macchinari inclusi nella vendita, si poteva contare solamente sul marchio e sulla sua prestigiosa eredità, sui diritti e su un magazzino di parti di ricambio e avanzi di produzione. Grazie al supporto di un gruppo di impiegati, rivenditori e fornitori (alcuni dei quali erano nell'azienda fin dai giorni in cui Leo Fender la fondò), Schultz e i suoi colleghi diedero vita alla rinascita di un'icona Americana.

La nuova Fender si limitò, all'inizio, a importare strumenti da aziende straniere con provate capacità di produzione di strumenti affidabili e a basso costo, ma ben presto la necessità di un più alto livello qualitativo spinse alla costruzione dello stabilimento principale negli Stati Uniti, quello di Corona, California, nel 1985. Successivamente, nel 1987, una seconda fabbrica, moderna e all'avanguardia, fu inaugurata a Ensenada, in Messico.

Sempre nel 1987, nello stabilimento di Corona, nacque il nuovo Custom Shop, con l'intento di fornire strumenti da sogno a professionisti e amatori: Fender ha sempre dato un grande peso alla politica delle "porte aperte" ai professionisti e alle loro richieste puntuali e rigorose, e così il Custom Shop è divenuto in tempi rapidissimi noto in tutto il mondo come il "tempio" della perfezione nella realizzazione liuteristica artigianale di chitarre e bassi. Nel 1991 FMIC ha spostato il quarier generale della compagnia a Scottsdale, Arizona: da lì sono coordinate le operazioni di amministrazione, marketing, pubblicità, vendite ed esportazioni, sia per gli Stati Uniti che per le aziende satellite in Inghilterra, Francia, Germania, Giappone, Messico, Olanda, Spagna e Svezia.

William Schultz si è ritirato nel 2005, e da allora Bill Mendello è CEO.

Sin dalla sua fondazione, FMIC è cresciuta in maniera incredibile, sia nelle vendite che nella struttura; oggi produce e distribuisce tutto ciò di cui chitarristi e bassisti hanno bisogno, dagli strumenti agli amplificatori, corde, accessori e prodotti Pro-Audio come mixer e impianti PA. Fender è divenuta leader mondiale del suo settore definendo il suono che oggi sentiamo ovunque, andando costantemente incontro alle esigenze dei musicisti, costruendo prodotti di qualità e garantendo affidabilità e serietà nei servizi forniti. Come obbiettivo per il 21° secolo, il suo management cercherà di mantenere questa posizione di primato grazie alla combinazione vincente fra intelligenza negli affari e... amore per la musica!

Direzione e Sede Amministrativa localizzata a Scottsdale, Arizona; Produzione e Fender Custom Shop localizzati a Corona, California. FMIC è titolare dei marchi FMIC Fender®, Charvel®, Gretsch®, Guild®, Jackson®, Olympia®, Orpheum®, Squier®, SWR® and Tacoma®. Per maggiorni informazioni, contattate Fender Musical Instruments Corporation, 8860 E. Chaparral Road, Suite 100, Scottsdale, Ariz. 85250, Tel: 480.596.9690.

martedì, marzo 13, 2007

BEASTIE BOYS COME BACK!


In un’intervista rilasciata a Billboard il trio newyorkese ha confermato di aver quasi concluso le registrazioni del nuovo album, il settimo in studio, che uscirà in estate.
Non ci sono ancora notizie riguardanti l’ipotetica data e Adam Yauch non ha voluto parlare delle sonorità, e a questo punto rimane valida la dichiarazione rilasciata al giornale australiano TheAge.com a inizio anno nella quale diceva: “In questo momento (il nuovo album) è molto differente dai precedenti lavori.
Forse i nostri fan rimarranno delusi, forse saranno addirittura arrabbiati…
E’ molto difficile da capire come si svilupperà il disco, non voglio parlarne molto perché le cose possono cambiare velocemente”.

Adesso i cursori del mixer si sono fermati, le registrazioni concluse e le prime nuove note le potranno ascoltare coloro che si recheranno al concerto dei Beastie Boys che si terrà il 27 Maggio a George nello stato di Washington, USA.

Noi europei dobbiamo attendere fino al 10 Giugno quando i BB sbarcheranno in Portogallo per poi attraversare l’Europa fino alla Turchia, Germania, Francia, Polonia, Norvegia, Serbia, Austria e Inghilterra; come spesso succede l’Italia è momentaneamente fuori dalle tappe ufficiali.

Per Maggio è atteso anche il nuovo disco dei Bad Brains, “Build a Nation” che è stato prodotto da Adam Yauch: da ascoltare.

Di seguito i prossimi concerti dei Beastie Boys (per ulteriori aggiornamenti visitate il loro sito ufficiale):

Maggio

27: George, Washington (Sasquatch Festival)
Giugno

10: Lisbona, Portogallo (Alive! Festival)
17: Istanbul, Turchia (Efes Pilsen One Love Festival)
22: Scheessel, Germania (Hurricane Festival)
24: Neuhasen, Germania (Southside Festival)
26: Parigi, Francia (Le Zenith)
28: Werchter, Belgio (Rock Werchter Festival)
30: Gdynia, Polonia (Heineken Festival)
Luglio

03: Kristiansand, Norvegia (Quart Festival)
13: Novi Sad, Serbia (Exit Festival)
14: Vienna, Austria (Nuke Festival)
Settembre

08: Isle Of Wight, UK (Bestival)
Su YouTube girano alcuni video che ritraggono i tre in studio con gli strumenti in mano; putroppo l'audio è stato tolto direttamente dai Beastie ma da quello che si vede, sembra che il suono possa essere più vicino a "Check Your Head" o "Ill Comunication" che non al più recente "To The 5 Boroughs".

giovedì, marzo 08, 2007

KILLSWITCH ENGAGE : potenza distruttiva!


PUBBLICO QUESTO ARTICOLO SUI KILLSWITCH ENGAGE, INVIATOMI DA SANDRINO, FUNAMBOLICO CHITARRISTA DEI R.F.D.
IL METAL CORE SI STA FACENDO LARGO SEMPRE DI PIU' NELLE PREFERNZE DI TUTTI, LORO SONO SICURAMENTE UN BUON ESEMPIO DI COME QUESTO GENERE SIA MOLTO VALIDO.

I Killswitch engage provengono dal Massachuttes e non ci propongono assolutamente nulla di nuovo. Bando alle predizioni catastrofiche che vi avrò già messo in testa, e precisiamo subito che questo devastante combo Metal-Core americano ha ben molto da dire. Innanzitutto, il quintetto - che sta vivendo un momento d'oro a causa della sua firma per Roadrunner - bilancia il proprio sound a metà fra Metal-Core pesantissimo, un'impostazione chitarristica di stampo Death-Thrash statunitense, e reminiscenze - individuabili sia nell'impostazione del singer Jesse David Leach che nella musica impartita da questi - legate al Crossover moderno ed alle sue profusioni spesso e malamente etichettate come Nu Metal. In poche parole, un mix infernale che potrà dirvi tutto e nulla allo stesso tempo. "Alive or just breathing" rappresenta un ottimo ponte di collegamento fra il passato musicale della formazione in questione ed il suo presente, in quanto se da un lato troviamo refrain leccati e ricollegabili alla scena Nu Metal a stelle e strisce - ma anche a quella europea, dato che In flames, Darkane e Soilwork, di recente, non hanno assolutamente fatto a meno di utilizzarne alcuni clichès nei loro recenti album - , dall'altro campeggiano "Temple from the within" e "Vide infra", due estratti provenienti dal debut della formazione, oggi registrati nuovamente ed impreziositi da una produzione ottima che non ne rovina gli estremi contenuti. Da sottolineare soprattutto l'essenza old style di "Vide infra", pezzo influenzatissimo dal Metal estremo che non manca di far coppia in un certo senso con brani inediti d'ottima fattura come "Numbered days" (altamente emozionale la ripartenza ritmica presente oltre la metà del pezzo) e "Self revolution". In certi casi, complici i riffs stoppati e corposi di Joel Stroetzel e di Adam Dutkiewicz, emergono a galla pesanti e marcate influenze di stampo Pantera e Solitude, mai accompagnate - purtroppo - da un drumming d'intensa efficacia, ma solidamente correlate dai vocalizzi di Leach, ora rivolti al singing style più comune fra i vocalists praticanti l'Hardcore violento, ora al blasonato collega Phil Anselmo, ivi a clean vocals che sprizzano melodie coerenti con i patterns a cui il songwriting ricorre. Un buon disco che mai passerà alla storia, ma che potrebbe tenervi legati ad esso per svariati ascolti: e se i Killswitch engage riuscissero a personalizzare maggiormente il proprio sound, magari acquistando una maggiore longevità, beh, il gioco sarebbe allora fatto. E quindi, perchè non tenerli d'occhio per il futuro?

lunedì, marzo 05, 2007

RECENSIONE DELLA SETTIMANA


TITOLO : Ballads for little hyenas
ARTISTA : Afterhours
GENERE : Alt rock
ANNO : 2006
PROVENIENZA : Milano (ITA)


Esce anche per il mercato italiano "Ballads for Little Hyenas", versione inglese del meraviglioso "Ballate per piccole iene".
La presenza di tre madrelingua ha fatto sì che i testi non fossero tradotti parola per parola (alcuni passaggi sono stati riscritti completamente), ma hanno subìto una sorta di trasmigrazione linguistica nella quale si è ben riuscito, pur presentando nuove visioni e descrizioni, a non stravolgere il significato dei testi e mantenere intatti metrica e contenuti.
Soprattutto è interessante sentire come alcuni brani - come "White Widow", "Fresh Flesh", "The Thin White Line" - nati in inglese per poi essere riadattati in italiano, abbiano subito questa sorta di poetica back-version.

Le nuove incisioni della voce hanno portato il disco a essere completamente rimasterizzato e gli orecchi più fini si accorgeranno di un'atmosfera un po' più "calda" e "amichevole".
Per quanto riguarda la pronuncia, non è poi tanto male. Probabilmente conosciamo già a memoria (quanto vorrei che, soprattutto parlando di "Ballate per piccole iene", anche in italiano si dicesse "conosciamo già a cuore") le versioni italiane.
Convincono forse meglio le canzoni un po' più lente, come "Sparkle", "Fresh Flesh" e "There's Many Ways". O forse tutto è dipeso dall'accento che correggeva Agnelli: se quello australiano dell'ex-Cousteau Davey Ray Moor o quello inglese di John Parish.
No, quello di Dulli pare di no: secondo la leggenda Dulli si ostinava a voler far cantare Agnelli con l'accento del sud degli Stati Uniti, impresa veramente ardua per chi ha passato molto tempo in Inghilterra. E io ce li vedo proprio: Dulli che si spazientisce perché il risultato è discutibile e Agnelli che si demoralizza e si sente un po' come Rocky Robert.

Un disco che il mercato italiano potrebbe anche considerare "superfluo" (e quale orribile pensiero!) e il pubblico degli Afterhours "minore", ma è comunque un disco da apprezzare. Inciderlo e vederselo pubblicare da etichette prestigiose (la One Little Indian americana non dipende dalla One Little Indian inglese, sono due etichette ben distinte) prima in Europa e poi (da marzo 2006) negli Stati Uniti è già una grande conquista.
Ho sempre pensato che la Buona Musica italiana venga sottovalutata, dagli italiani in primis, ed è un peccato perché molti dei nostri artisti non hanno nulla da invidiare a quelli stranieri e più ascolto "Ballads for Little Hyenas" più me ne convinco.

Ultima segnalazione, quella di un brano in più rispetto alla versione italiana: la cover di "The Bed" di Lou Reed, cantata in coppia con Greg Dulli.

venerdì, marzo 02, 2007

THE ORIGINAL SOUNDTRACK


Cosa faresti se un boss malavitoso, che detiene un ragguardevole potere sulla città, ti scambiasse per qualcuno che non sei, e pretendesse di venir ripagato di un debito? Cosa faresti se poi il rivale del boss, che vive nel palazzo di fronte, cadesse nello stesso errore, e tu ti trovassi nell’infelice posizione che ti vedrebbe debitore con entrambi? E se, tanto per complicare un po’ le cose, come pagamento, il primo dei due ti chiedesse di uccidere il figlio dell’altro?
E’ questa la situazione che si prospetta per il povero Slevin, all’inizio di questa nuova fatica di Paul McGuigan, prima fotografo, poi regista di film come “Gangster No.1” (2000), “Appuntamento a Wicker Park” (2004) e “The Reckoning” (2003). Fatica che già dai trailer si prospettava come un lavoro interessante, curato nella fotografia come nella regia, e che riusciva a catturare l’attenzione dei più grazie ad un cast che difficilmente passa inosservato. Un trailer che prometteva, insomma, e che invogliava alla visione gli amanti del genere e non solo, facendo sapientemente leva sulla presenza di personaggi stereotipati, presentati uno per uno come in una vetrina, e ammiccando allo spettatore con accenni ad una trama che sa di classico quanto di intrigante. Aggiungiamo al cocktail una colonna sonora dal sapore pulp e, in un periodo in cui il solo odore “Tarantiniano” provoca l’acquolina in bocca, il gioco è fatto.

La COLONNA SONORA è opera di Joshua Ralph, al suo primo lavoro per un film, dopo aver sfornato il soundtrack per qualche pubblicità di auto e un paio di cd solisti dai titoli originali come “Music To Mauzner By” e “The Illusionary Movements Of Geraldine & Nazu”. La caratteristica compositiva del nostro Ralph? Non sa ne leggere ne scrivere musica. 20 brani per 45:03 minuti, si parte con “Flute Opening” un'intro un po’ gitano e lento costruito solo su flauto, arpa e basso per poi passare a “It All Starts With A Horse” in cui J. ci introduce in un’atmosfera semi-poliziesca di intreccio, utilizzando i tipici metodi della old school police’s films: maracas, piatti in crescendo, mini-tema al piano prima in maggiore poi in minore: non male! Sonorità gitana e poliziesca saranno miscelate per tutto il resto del disco, entrambe con lo scopo rappresentare i due personaggi fondamentali del film: il Rabbino (Sir Ben) e il Boss (Freeman). Il nostro J. Per non saper ne leggere ne scrivere musica ha fatto proprio un bel lavoretto, e forse lo ha fatto proprio per questo perché in fin dei conti tutti i temi da lui creati sono semplici e quindi riescono a dare molto respiro ai suoni degli strumenti usati in modo da creare atmosfere a piacimento, di umorismo come in “Bad Things in Three” o “A Photo Of Smith” (Traccia 6 e 7), o di tensione come in “Slevin Arrives” (traccia 8), o di tristezza come in “Meet The Rabbi” (Traccia 9) eseguita esclusivamente con un piano echeggiante in una stanza vuota. Non mancano le tracce di estrema atmosfera fatta di pochi suoni, lontani e sfumati sempre coinvolgenti, un perfetto esempio è “Chosing The Rabbi” (Traccia 15) ma ancora meglio “In Dreams Perhaps” che potrebbe ricordare pure i Mogwai dei tempi d’oro. Spettacolare la versione di J.Ralph di “Kansas City Shuffle” (Traccia 19) interpretata dai The Rumor Mill e veramente toccante l’unica traccia esterna: la reggae “After Laughter (Comes Tears) interpretata da Wendy Rene. I temi molto orecchiabili e le atmosfere coinvolgenti fanno di questo disco un ottimo elemento di compagnia nei momenti di creatività e riflessione sul nostro ego e sul perché esistiamo. Per maggiori info su J, Ralph: www.jralph.com

giovedì, marzo 01, 2007

JAMIROQUAI LASCIA...


Per un bel po’ di tempo non sentiremo più parlare di Jamiroquai, almeno dal punto di vista musicale.
Jay Kay ha deciso di abbandonare il mondo dell’industria discografica subito dopo la fine del contratto che lo legava alla Sony/BMG: “Ho passato un periodo poco felice” ha dichiarato il musicista “Ho avuto degli alti e bassi e alla fine i bassi erano semplicemente troppi.
Quando abbiamo discusso del mio ritiro, ho preso al volo l’occasione.
Penso di poter tornare sulla scena quando avrò l’ispirazione, ma chi lo sa.
Non so cosa farò adesso.
Sono annoiato, non ho intenzione di ritornare in tour; tutti abbiamo bisogno di riposo, non ho bisogno né del contratto né dei soldi”.

In realtà Jamiro sa bene cosa fare, è arrivato il momento di riempire la sua enorme villa di bambini e di amore, ma al momento è sprovvisto della donna giusta: “Prenderò il mio elicottero e perlustrerò tutta la zona alla ricerca della donna perfetta con la quale avere dei bambini.
Mi sento libero e voglio trovare l’amore”.

L’improvviso senso di paternità è un altro regalo del suo collaboratore/chitarrista Rob Harris che ha recentemente avuto una bambina: “Mi ha fatto capire che voglio un bebè anche io” ha continuato Jay Kay “Ma non voglio sposarmi, non voglio certo perdere la casa…”.

In un’altra notizia si apprende che Jamiroquai ha recentemente battuto ben sei record del Guinness dei Primati: lo scorso 26 Febbraio la band si è esibito in un aereo durante un volo non di linea Londra – Atene, il velivolo è stato preparato dalla Ericsson che ha realizzato un piccolo palco togliendo le prime cinque file di poltrone.

I record ufficializzati sono: il concerto più alto (35.000 piedi, 10.668 metri), concerto più veloce (? è durato 30 minuti), la registrazione più alta, la registrazione più veloce, la più alta esibizione in un aereo e, ovviamente, la più veloce esibizione in un aereo.

(http://www.rockstar.it/)