venerdì, settembre 30, 2005

LINEA 77

I LINEA 77 sono attualmente la band di punta del panorama "alternativo" italiano. Il loro successo all'estero è ormai qualcosa di consolidato...
Dal sito di MTV, la storia della loro scalata al successo...


Il rock italiano all'assalto del mondo.
Torino: città della FIAT, delle fabbriche, del gianduia e della noia grigia, avvolta su ogni cosa come un velo mortuario. Cosa fare in posto così, quando hai sedici anni?
Suoni.
Cinque ragazzi di Venaria, locus amoenus della cintura suburbana di Torino, decidono di fare così: rock, metal, crossover, questione di sopravvivenza. È il 1993 e Nitto (voce), Emo (voce), Dade (basso), Cinaski (chitarra) e Tokyo (o Tozzo, batteria), tutti intorno ai 16 anni, mettono in piedi una band e la chiamano come la linea dell'autobus che li preleva vicino a casa e li porta alla sala prove. Linea 77.
C'è anche un terzo cantante, all'inizio, ma esce presto di scena. Nel 1994 il gruppo incide il suo primo demo, "Ogni Cosa Al Suo Posto", che smuove qualcosa tra il pubblico locale e anche in certa stampa, attenta a quel che c'è di nuovo. Due anni dopo il quintetto si accasa alla Dracma Records, etichetta indie di Torino, e registra "Kung Fu", demo-ariete che porta il nome dei Linea ben oltre la soglia minima della fama nel paesello natio.
Nel 1998 arriva il contratto per la Collapse Records/White&Black di Milano, che in ottobre licenzia il disco di debutto "Too Much Happiness Makes Kids Paranoid".
Il crossover frenetico e massiccio e la curiosa, efficace formula a due voci (l'arma in più del gruppo, anche se ancora da affilare), assicurano all'album un'accoglienza entusiastica: Rocksound lo sceglie come disco metal del mese e infila "Meat" nel CD sampler allegato al magazine.
Ma è sul palco, a contatto epidermico con il pubblico, che la band esprime al meglio le sue potenzialità: tra il 1998 e il 1999, in 10 mesi, i Linea 77 suonano 140 concerti, fino all'apogeo delle migliaia di spettatori del Beach Bum Festival di luglio. A settembre il colpo di scena, che salva la band dalla palude della scena rock nazionale: si fa avanti la mitica Earache, etichetta inglese di musica dura culto in tutto il mondo, e mette sotto contratto i cinque torinesi. Nel 2000 "Too Much Happiness" viene ristampato e distribuito in Europa e in America.
In aprile il quintetto, proiettato di botto in una dimensione internazionale, sbarca in Inghilterra per un tour promozionale di 23 date, insieme ai portentosi Earthtone 9 e ai Kill II This, e realizza anche il suo primo videoclip (diretto dal regista Pete Bridgewater) per la canzone "Meat", in heavy rotation su Superock e Brand New di MTV e su molte altre TV musicali in tutto il mondo.
Un successo soprendente, per un gruppo italiano emerso dal nulla, scancito anche dalle critiche positive di riviste come Kerrang, NME, Melody Maker.
E non hanno ancora visto niente.
La band si mette all'opera per preparare il secondo LP, registrato dal giovane produttore inglese Dave Chang (già dietro a Orange Goblin e Stamping Ground), ai backstage Studios di Ripley, in Gran Bretagna. "Ketchup Suicide" (con tanto di cover fumigante di "Walk Like An Egyptian" delle Bangles, che gira molto nelle radio inglesi e diventa un momento cult dei concerti) esce nel gennaio 2001 e lascia stupefatti: devastante, dinamico, moderno senza scimmiottare scemenze nu-metal o altro. La risposta italiana (europea) a Limp Bizkit, Korn e compagnia?
Anche grazie al video della title-track i Linea 77 diventano un piccolo, ma rilevante, fenomeno internazionale, vendono il doppio di copie rispetto al disco di debutto e collezionano recensioni trionfali, meritatissime.
Nel marzo 2001 MTV Europe dedica loro una trasmissione intera, Linea 77 Select. Inizia un massiccio tour de force di concerti: più di 150 nei primi sei mesi dell'anno, sia in Italia che in Inghilterra. Arriva l'estate, tempo di festival, e il gruppo è una presenza fissa: Heineken Jammin' Festival, Goa Boa, Arezzo Wave, Tora Tora, ma soprattutto la partecipazione al prestigioso Festival di Reading, prima band italiana invitata nei vent'anni di storia del'evento. A ottobre il combo prepara il video di "Moka", unica canzone in italiano del disco, e "Ketchup Suicide" viene esportato negli Stati Uniti, distribuito dalla Caroline.
Nel 2002 i Linea suonano in giro per l'Europa fino alla conclusione, a settembre, del Ketchup Suicide Tour, durato due anni filati. Il mese dopo si rinchiudono in studio per distillare, dal magma di idee accumulate nel tempo, le canzoni del terzo LP. Quello fondamentale.
A marzo 2003 la band inizia la produzione di "Numb", registrato ai Red House Studios di Senigallia sotto la guida di Haggis Offal, fondatore dei Senser e produttore di Dub War e Ozric Tentacles. Tra gli ospiti spiccano i Subsonica, in "66 (Diabulus In Musica)", e Roy Paci con i suoi Aretuska, che colorano di fiati "Wharol".
"Numb" esce finalmente a maggio e stabilisce, una volta per tutte, che i Linea 77 sono qui per restare. Hanno pagato i loro debiti, liberandosi da scorie di routine e manierismi, e giocano con libertà e coraggio tra rock duro (durissimo), raggae, elettronica, hip-hop, scatenando un assalto fisico inarrestabile, che lascia storditi e soddisfatti. I Linea 77 non sono più una curiosità proveniente dal terzo mondo del rock contaminato: sono pionieri, fieri e indipendenti, all'altezza dei giganti del genere. Il primo singolo (con video firmato da Kal Karman) estratto è "Fantasma", straziante e viscerale. Poi, i Linea 77 si rimettono in marcia per la stagione estiva dei concerti, che chiudono con uno show al tritolo all'MTV Day.
Nel 2004 si ritrovano davanti ai 500mila del concerto del Primo Maggio a Roma, e ancora una volta sfoderano una prova convincente. Dopo il Brand:New Day @ Tora!Tora! '04, a ottobre conquistano una nomination agli MTV Europe Music Awards come miglior gruppo italiano. Il DVD "Numbed" arriva a fine anno come la ciliegina sulla torta, seguito a ruota dalla partecipazione al CD "Rise Against Aids" realizzato insieme ad altre ottime band del panorama nostrano.
L'avventura legata alla nascita del quarto LP è straordinaria: i Linea 77 lo registrano nientemeno che ai mitici Paramount/Ameraycan Studios di Los Angeles, dove incisero le loro opere mostri sacri del passato e del presente, come Jimi Hendrix, Led Zeppelin, Tool, Frank Zappa e un'infinità di altre stelle. Il produttore è Dave Dominguez, noto per il lavoro con Orgy, Staind, Papa Roach... I dettagli si possono leggere sul diario online che i Linea 77 hanno scritto per MTV durante la trasferta americana.
Dopo un tour indandescente in giro per l'Italia (con particolare attenzione al sud) e il CocaCola Live@MTV di Civitavecchia insieme a Korn e Rasmus, "Available For Propaganda" esce finalmente a settembre, accompagnato dal singolo-video "Evoluzione".

giovedì, settembre 29, 2005

SEGNALAZIONI


Il nostro amico oMOD ci segnala due uscite degne di nota, direttamente dal sito www.clubdogo.org:


CLUB DOGO PER SUPPORTO LEGALE
A quattro anni dai fatti di Genova del luglio 2001, esce la compilation Ge2001, contenente 17 brani donati da artisti e gruppi italiani per sostenere le spese legali dei processi di Genova. La compilation contiene il pezzo ormai classico "Cronache Di Resistenza", assieme a brani dei Subsonica, Assalti Frontali, Meganoidi, Folkabbestia, Elio e Le Storie Tese, Meg,la Bandabardò, Punkreas ,24 Grana, Tetes de Bois e molti altri. Qualcuno di loro ha vissuto in prima persona le giornate del G8 nella città ligure, altri hanno seguito via radio e tv quel che stava accadendo, ma tutti si sono sentiti coinvolti in egual modo da questo progetto frutto di un lavoro collettivo per
mantenere viva la memoria di quel che successe durante quelle tragiche giornate. L'idea del cd è venuta a Supportolegale la rete nata per sostenere il Genoa Legal Forum, attraverso l'archiviazione e la gestione di materiali e informazioni: strumenti di supporto per la segreteria legale che da quattro anni passa in rassegna frammenti audio, video e cartacei del luglio 2001 per permettere ai loro avvocati di utilizzarli durante le udienze. Un lavoro minuzioso e costoso che si autofinanzia attraverso iniziative e donazioni. Il cd lo trovate in edicola dal 27 settembre con Il Manifesto, Carta e Liberazione al costo di 8 euro.

DOGO GANG on KRUDALITY MIXTAPE VOL.1 
E' fuori il primo mixtape Krudality Sound!
Contiene una selezione di riddim "d'epoca" '67-'85 e
freestyle
esclusivi di Club Dogo, Marracash,
Vincenzo,Deleterio, Vaccaman,
Rischio and more
inna reggae vibe.

Lo potete trovare a Mi da Moveout, Jahmekya e
presto richiederlo
on-line (www.krudality.org)
.

martedì, settembre 27, 2005

RECENSIONE DELLA SETTIMANA

TITOLO : Bring it on!
AUTORE : Horrorpops
GENERE : Rockabilly/ punk/ rock'n'roll/ ska
ANNO : 2005
PROVENIENZA : Copenaghen (Danimarca)

Tra le nazioni europee che in musicalmente sono molto più aperte dell'Italia, c'è senza dubbio la Danimarca, patria nativa degli Horrorpops, uno straordinario incrocio del più puro rockabilly anni '50, new wave e punk rock. Guidati dalla carismatica cantante e contrabbassista Patricia (perfetta Pin Up Girl moderna) e Nekroman (chitarrista e membro dei Nekromantix) la band pubblica il loro secondo full length su Hellcat, la fortunata etichetta di Tim Armstrong dei Rancid.
Già in possesso del primo bellissimo disco della band, ho deciso di comperare anche questo, rimanendo un'altra volta ben impressionato.
"Friks in uniforms" da il via alle danze, facendo subito intendere che la band potrebbe appartenere ad uno qualsiasi fra Elvis o Jerry Lee Lewis, dimostrando che, a cinquant’anni dalla sua apparizione il rock’n’roll è ancora roba buona... molto buona.
Il loro look aggressivo, misto tra punk e rockabilly, non si sente nel disco, ma è inevitabile farci caso sfogliando il libretto e guardando le foto mentre si ascolta il compact.
Si prosegue con "Hit n' run" e la canzone che da il titolo al disco : "Bring it on!" diretta, implacabile e che fa muovere a ritomo di psycobilly.
Teschi ed altri feticci macabri costituiscono l'iconografia della band, ma non manca in tutto questo una sana dose di ironia per non prendere sul serio questi simboli ed anche un'atmosfera retrò data dalla strumentazione, dalle acconciature e dai costumi che sembrano essere usciti direttamente da Grease. I brani non sono certo tuttistupendi, ma non lo pensavo quando ho comperato il disco. Certe sonorità e anche certi riffs risultano, in alcuni casi, un po' ripetitivi.
La voce della frontman Patricia ricorda molto quella di Gwen Stefani e sembra riportare la bionda "rich girl" ai fasti "alternativi" di una volta.
"You vs Me" e "Trapped" sono tra i brani più piacevoli del disco, insieme a "Caught in a Blonde" in cui l'ironia la fa da padrona.
"Walk like a Zombie" è una vera chicca : l titolo apparentemente macabro, lascia spazio ad un pezzo tirato ma nello stesso tempo melodico, che potrebbe far rivalutare l'album anche ad un totale estraneo del genere... anche se per chi non apprezza le sonorità sopra citate, il disco è vivamente sconsigliato.
Quel che colpisce, in questa band che si sta facendo largo a gomiti alti e che i managemente degli Offspring hanno voluto come supporto per il tour europeo della band, è la determinazione a tirare dritti fino in fondo, senza cambiare di una virgola lo stile che li sta rendendo, a loro modo unici. In Italia un gruppo così non avrebbe alcuna speranza di essere prodotto, ma dilungarci su quanto sia indietro il nostro paese da questo punto di vista sarebbe davvero superfluo.
Tornando al disco, segnalo la decima canzone "Where you can't follow", mentre la scelta di "Who's leading you now" come chiusura dell'album, mi lascia un po' perplesso.
Un disco forte quindi, meno "facile" di quelli recensiti fin'ora, ma che potrebbe piacere a chi è sempre alla ricerca di nuove realtà... e a 16 euro gli Horrorpops vanno scoperti!

lunedì, settembre 26, 2005

BAD MANNERS tour diary


L'aggiornamento di oggi è scritto in inglese. Forse alcuni storceranno il naso, ma era troppo gustoto in lingua originale, per riportarlo tradotto.
Era il 2003 quando i Bad Manners si esibivano in Spagna... e questo è il diario diretto del tour iberico, scritto dal buon Rob, batterista della ska band britannica...

FRIDAY 11TH
05:00 Load vocal PA, Snare and Cymbals, Sticks, Bow Tie, Passport.

06:00 Pick up Waz en-route.

07:00 Arrive Gatwick Airport and begin Queueing.......in BAA's infinate wisdom, those queuing for at least 10 different flights are put in one long snakeing queue - starting outdoors (near Brighton, I think!). After an hour and a half, we check in, instruments and baggage and proceed to security check-in, with 10 minutes to spare before the plane leaves. Concerned that we will miss the flight, Waz is despatched to find a 'Fast track' through. Noticing the 'Fast Track' lane is as full as the others, a British Airways official advises us - "just push in". In true Bad Manners style we "push in", and queue as long as those more patient than ourselves.

08:50 Enter plane and find seats. We are fairly spread apart and share our flight with some rather worried looking Spanish school kids.

09:00 Should be taking off. No announcements. No alcohol !!

09:50 Take Off. I think we're on our way !

12:30 ish CET. Arrive Bilbao airport. Met by Promoters with 2 very small cars. "Oh you have brought instruments and there are 8 of you, with baggage too". A Taxi is conscripted to join the convoy, which rapidly breaks up and we cruise into Bilbao without a clue where we are heading. We arrive at a hotel which does turn out to be where we are staying, but with no sign of promoter, no sign of the rest of the band, and no hope of explaining to the Taxi driver - 'we have no money'. 30 minutes later, the promoter arrives with the rest of the motley crew and hotel rooms are assigned.

With plenty of time to waste, Pete takes in the Guggenheim museum. (Well, he gets as far as the souvenir shop and buys post cards to, at least, prove he's been there). Some of us attempt to get some sleep, whilst Waz and Chris go in search of Nurofen and Tea - English Tea.

"What time's the soundcheck ?, dinner ?, gig ?" We discover there is no itinerary but plenty of blank expressions. When we do get called for soundcheck, we discover there is no transport, Andy re-discovers his shoulder pain lugging a full flight case with 2 guitars and Rob discovers he's still a fat bastard and doesn't like lugging parts of drum kit across town.

We arrive at Kafe Antzokia a converted Theatre in Bilbao, Basque Country. The drums, keyboards and back-line are generously provided to us by the support band - PROYECTO SECRETO. These guys travelled all the way from Belgium and Chile.

Soundcheck over we are treated to a traditional Basque meal. Salad, bread and oil and vinegar. Fish and Sausage and Mash !

Fed and watered we enter the Twilight Zone that is - waiting around in the dressing room.

Around 11ish we take to the stage and are met by a cracking reception.

Special mentions do go out to the staff of Kafe Antzokia, Jabi Zabala, Leire Labiano (our gorgeous Monitor Engineer) and the PA guys. Also, to the 2 dubious ex-pat Brits one from Leeds, and the Hammers fan from London. Cheers for the hospitality.

Whilst the stage is cleared after the gig, we rest and partake of refreshment, only to discover that the stage has transformed into a bar. Where's Carlton when such events happen ?

Much waving of hands, slowly enunciated English ensures we have no Taxi to get us back to the Hotel. Although we do manage to ensure Buster has a safe ride back as the hernia gives him a little grief.

Kebab time ! - Not quite. After a brief stroll round town, we end up with bacon and cheese rolls and are overwhelmed by the ambience created by the night life, and as Chris says - "isn't it encouraging to find a non-British city where one can freely piss in the streets ?".

Time for bed says everybody.

Apart from Les and Treacle, who like to chat all night - to the sound of CNN news and much farting.

Oh well, only another 40 hours until home.

SATURDAY 12TH

7.30am Breakfast.

9.00am Meet in reception.

9.30am Leave for Train Station. No transport. No Bass player !!

9.50am Arrive Train Station. No Bass Player !!

10.05am Depart for Barcelona. No Bass Player !!

Obviously, TIT of the Tour award goes to Les. Who wakes up late, follows us out of the Hotel, and promptly turns in the wrong direction towards a Train Station we are not going to.

Frantic telephoning, head scratching and much sniggering ensues. Poor Waz bares the brunt of it - again! (Who'd be a tour manager ?) We endure a brief playback of the previous night's gig on mini-disc, and then ajourn to the buffet car, conveniently located in the next carriage. We celebrate the eve of Treacle's birthday, mourn the passing of our bass player, and generally try our best to drown away the prospect of a 6 hour train journey.

Again the itinerary is sketchy to non-existant. But we improvise well. By partaking of more lager and bacardi. Thanks Ron.

Les is found ! The promoter kindly agrees to postpone his holiday for a day and drive Les to Barcelona. We will have a Bass player for this evening's gig. Hoorah!

According to Les - "it was a quiet journey - apart from the Promoter's girlfriend giving me dirty looks whilst completely bollocking her boyfriend".

4.00pm We (the 7) are met at a train station (memory loss here), collected and deposited at a Hotel. Dinner is not available until 9pm (Oh good !)

A promoter is called. Dinner is not available until 9pm (Oh good !) We will be collected after 11pm (Oh good !). We will be on stage after midnight. (Oh good !)

We rest, we wait.

9.00pm We eat. A very nice meal.

We rest, we wait.

SUNDAY 13TH

12.30am We are collected and driven to Plaza Ramon Folch, Bellpuig. Although dark, it seams like we're in an industrial area or something resembling Beirut. We are deposited in a dressing room (yes Treacle - it is like a F**king Bread Bin.) It's a building site tool shed, rattling like buggery from the over-cranked bass bins.

1.30am We hastily set-up on stage. No soundcheck. No time to soak up a beer, let alone the atmosphere.

Echo 4 - 2, This Is Ska .......... essentially we manage to 'Crimp Out' another gig.

3.30am Pack down and depart for Barcelona Airport.

Much relief is felt both by those who suffer an attack of the dreaded 'Red Bladder' on the way to the Airport, but also by those of us who know we're on the way home.

7.00am Take off.

9.00am BST. Arrive back in blighty. Fond farewells to all. Treacle departs to the prospect of Jelly and Ice Cream and ponders thoughts of his proposed new band 'Costa Del Soul'. Les ponders prospects of finding the right train, to the right destination.

Buster, Waz and Rob head for the London Marathon (not for the fitness aspect ! - although highly recommended for each of us !). Buster's new patronage of The Meningitis Trust is greatly welcomed.

Two large coffees for Waz n Rob, a large Guiness for Buster. And so it goes on. Until Rob n Waz slip away to sleep, perchance to dream...........zzzzzzzzZZZZZZZZ




venerdì, settembre 23, 2005

I martiri del rock : KURT COBAIN

Kurt Donald Cobain nacque il 20 febbraio 1967 in una piccola città nello stato di Washington. Era il primogenito di Donald, meccanico, e di Wendy, casalinga che in seguito trovò lavoro come segretaria. Nel giro di tre anni l'arrivo della sorella Kin completò la famiglia. I primi ricordi di Cobain, bambino curioso e vivace, sono davvero felici: cantava, disegnava, recitava, ma poi, intorno al suo ottavo compleanno, la madre chiese il divorzio e così incupito e chiuso in se stesso, Kurt visse per circa un anno con lei, prima di trasferirsi dal padre. Ad accentuare il problema della sua vita familiare fu il fatto che la casa in cui abitava era un parcheggio per roulotte nel centro di Aberdeen, una rinomata comunità di taglialegna non certo per la loro disponibilità verso disadattati sensibili ed estrosi. A Kurt, spesso in mediocri condizioni di salute, veniva somministrato il Ritalin, per mitigare la sua iperattività di fanciullo. In seguito gli vennero però diagnosticate bronchiti e scoliosi. Nonostante questo, la sua fragile struttura venne messa in secondo piano dal suo carattere sempre più ostinato. In un elogio commemorativo, lo zio Larry Smith ha raccontato di quando Kurt fu picchiato da un taglialegna di quasi cento chili. Il ragazzino non reagiva, anzi, sorrideva mostrando il dito medio al suo aggressore ogni volta che veniva sbattuto a terra. Alla fine, l'omone lasciò perdere e se ne andò. Ma non tutte le paure sono visibili a occhio nudo. Per alcune persone, come per Cobain, possono esistere in un punto del corpo dove nascono le urla. Nel 1979 la famiglia Cobain dovette affrontare il suicidio di uno zio. Cinque anni dopo un altro zio morì suicida. La vita in famiglia non era certo facile. Quando Donald Cobain si risposò con una donna già madre di due figli, il rapporto già teso con il padre andò in pezzi : buttato fuori di casa, Kurt andò a vivere con degli zii, prima di tornare nella casa paterna. Un altro scontro lo costrinse tuttavia a fare ancora le valige. E poi ancora. In breve, tra il 1975 e il 1984, Kurt visse un po' con suo padre, con i nonni paterni e con tre zii. Finalmente, convinse sua madre a ospitarlo nella sua abitazione. La permanenza durò un anno. Anche Wendy Cobain si risposò e l'impatto di un figlio eccentrico su una ambiente già in crisi creò una fortissima tensione. Una sera, dopo avere scoperto che il marito la tradiva, Wendy gli puntò un'arma alla testa minacciando di ucciderlo. I figli videro la madre che tentava di caricare l'arma senza successo. Alla fine, la donna esasperata raccolse tutte le armi da fuoco che c'erano in casa, uscì nel cuore della notte e le gettò nel fiume Wishkah. Il giorno seguente, dopo aver pagato due ragazzi per ripescarle, Kurt vendette le armi e col ricavato ci comprò il suo primo amplificatore. Nel frattempo il punk rock stava prendendo piede ed esprimeva le stesse cose che Cobain sentiva: disperazione, rabbia, mancanza di artificio. Abbandonò la scuola, fu cacciato dalla casa materna e rimbalzato dal divano di un amico alla macchina parcheggiata sul retro dell' abitazione di un altro conoscente. Per un po' Cobain visse addirittura sotto un ponte : quello che attraversava il fiume Wishkah. Parlò con il suo amico Chris Novoselic della possibilità di formare un gruppo; nel giro di un paio d'anni e dopo aver cambiato qualche nome, nacquero i Nirvana. La liberazione letterale e spirituale di Cobain giunse finalmente nell'autunno 1987. Olympia ed Aberdeen distano solo sessanta chilometri, ma per Kurt rappresentavano due estremi, come il paradiso e l'inferno. La prima divenne per lui la base psicologica. Trasferitosi a vivere nella nuova città con la sua ragazza, Tracy Marander, Kurt scoprì una comunità che accolse e apprezzò il suo talento. Subì il fascino di Calvin Johnson, leader dei Beat Happening e capo della K Records, il cui marchio, Cobain, si fece tatuare sull'avambraccio. Oggi si può dire che i giorni ad Olympia equivalsero all'istruzione e alla vera formazione di Cobain. Battezzò "Calvinisti" i seguaci di Johnson, si dedicò a collage e disegni e iniziò a scrivere testi e a provare seriamente con i Nirvana. Nel 1988 il gruppo aveva ormai registrato una serie di demos e pubblicò il suo primo singolo con la Sub Pop, Love Buzz / Big Cheese . Nel 1989 il loro album di debutto "BLEACH" dimostrò che si trattava di qualcosa di promettente ed insolito. Era sconvolgente e abrasivo, ma possedeva una qualità che era stranamente familiare, che trasmetteva un senso di conforto. I Nirvana partirono in tour, sostituirono il batterista Chad Channing con Dave Grohl e si prepararono a registrare nuovamente. A questo punto avvenne il grande passo. "NEVERMIND" uscì nel settembre 1991 con scarsa pubblicità e ancor meno aspettative. Nell' arco di qualche mese divenne il primo disco punk rock a raggiungere l'apice delle classifiche e vendette alla fine dieci milioni di copie in tutto il mondo. Stracolma dei conflitti del suo autore, la musica presentò Kurt Cobain al mondo. Era violenza e rifugio, colpiva nell' esatto momento in cui leniva il dolore. Al di là del messaggio in esso contenuto, fu il carattere di Nevermind a catturare quel che gli ascoltatori desideravano esprimere. Esso urlava. Fuori dal palco, invece, Cobain era tranquillo, malinconico ed introverso. E gli episodi che lo avvolgevano in maniera vorticosa avevano spesso una risonanza molto maggiore rispetto alla realtà. I Nirvana stavano cambiando il volto della musica degli anni '90 e, nonostante i tentativi di Cobain di starsene in un angolino, lontano dalla luce dei riflettori, era sempre nell' occhio del ciclone. Si portò dietro storie di droga che lo afflissero fino alla fine dei suoi giorni. La sua storia di amore con Courtney Love, lasciò una scia di racconti, come un sentiero carico di detriti. Mesi dopo il matrimonio della coppia (avvenuto alla Hawaii il 24/2/92) e poche settimane dopo la nascita di Frances Bean (18/8/92), Kurt se ne stava seduto sull' erba a giocare con la sua bambina al "MTV Video Music Awards". Sorrideva al ricordo della sua amorosa baldoria punk con Courtney Love. "Mi spiace" disse. "Era una specie di rituale animale di accoppiamento. Adesso sono papà, è cambiato tutto." In realtà era cambiato ben poco. Le voci sul consumo di eroina della moglie durante la gravidanza condussero a una lunga battaglia con il dipartimento dei servizi sociali all'infanzia di Los Angeles per la custodia di Frances Bean. Una lite domestica, durante la quale la polizia requisì un certo numero di armi da fuoco, procurò titoli a lettere cubitali anche quando i Nirvana non stavano suonando. Dopo l'uscita di "INCESTICIDE", una raccolta di singoli e brani minori, la formazione registrò "IN UTERO", prosecuzione ispirata e meno commerciale di Nevermind. Il disco del 1993 fu al centro di una controversia con la Geffen, l'etichetta dei Nirvana, che verteva sulla produzione dell' album. Gli amici si cominciarono a preoccupare per i tentativi di Cobain di combattere l'eroina. Ma c'era la musica. In Utero raggiunse il primo posto delle classifiche. Il gruppo fu ospite principale ad un concerto di beneficenza a favore delle vittime dello stupro in Bosnia, partì per un tour e partecipò a una brillante esibizione a "MTV Umplugged" che, tristemente divenne una specie di epitaffio dei Nirvana. Le amicizie e il matrimonio, malgrado la pessima pubblicità da cui era circondato, sembravano dare a Cobain il gusto più vero della felicità e, addirittura, della pace che non aveva mai conosciuto. E poi, naturalmente, c'era Frances Bean: la splendida bambina che portava il nome dell' attrice Frances Farmer, un'altra figlia di Seattle che fu tormentata dalla celebrità e dallo scontro della sua visione artistica con i suoi demoni personali. Al di là delle difficoltà, sostengono gli amici, Kurt si rese conto che sua figlia era stato il regalo più grande. Il fatto che il mondo lo stia piangendo insieme alla sua famiglia testimonia il potere dell' incertezza e del bisogno di purificazione condivisi da Cobain. Malgrado i tentativi di dipingerlo in modo diverso, Kurt Cobain non era la reincarnazione o la manifestazione del nuovo idolo della sua generazione. Era semplicemente Kurt Cobain, un elemento singolare e paradossale di una generazione piena di individui singolari e paradossali come lui. Era un uomo estremamente fragile che possedeva però un urlo così penetrante da esplodere nel silenzio delle radio di fronte al rock dell' epoca di Nevermind. Era un appassionato genuino della musica, che aveva restituito ai suoi idoli quanto essi avevano dato a lui. A volte era dolce, altre passivamente antisociale e preferiva ritirarsi in se stesso piuttosto che sputare in faccia a coloro che voleva evitare. Era figlio di un divorzio, marito e padre. Era tossicodipendente. Era un appassionato difensore dei diritti delle donne e degli omosessuali. E ormai, è un altro numero nelle statistiche del tasso nazionale dei suicidi, raddoppiato negli ultimi dieci anni. Kurt Cobain è morto a ventisette anni. Lascia una moglie che lo amava, una figlia che non lo conoscerà mai e milioni di sconosciuti le cui vite sono state certamente arricchite dalla sua presenza.

MARCO S.

giovedì, settembre 22, 2005

REPORTAGE : Sziget Festival


MATTEO, tecnico luci MOBSOUND, ci scrive un accurato reportage sullo straordinario festival di Budapest di quest’estate.

Sono abbastanza convinto che lo Sziget Festival, la manifestazione musicale che si tiene da 13 anni sull'isola di Obuda, lungo il tratto del Danubio che passa da Budapest, sia in assoluto l’evento musicale dell’anno.

Questa edizione, a detta di tutti i veterani, è stato l'anno con maggiore affluenza: 70.000 persone in media ogni sera per dare vita a uno dei più grandi festival del mondo.

La cosa che differenzia lo Sziget Festival dagli altri eventi, è che musicalmente si trova di tutto, se siete una di quelle persone che si scandalizzano se qualcuno ascolta sia metal che world music, sia punk che musica zigana non andateci mai, perchè questo festival si basa sull'apertura mentale della gente, e ciò che la gente viene qui a sentire è ska, è metal, è punk, è rock, è pop è tutto quello che compone il magico mondo della musica.

Quel che colpisce è che lo Sziget Festival è una piccola città, e come ogni città ha i suoi posti dove mangiare, dove andare a divertirsi, a bere...e qui ce n'è per tutti i gusti: sound system drum'n'bass, tendoni rock/metal, postazioni techno, un gigantesco tendone dance, poi ancora posti dove ballare reggae, afro, world music, ristoranti di tutte le etnie (il migliore quello indiano), bar provenienti da tutto il mondo, ecc...il tutto a prezzi ridicoli: una birra media costava 1,10€ e il resto tutto in proporzione. Impossibile non tirare la mattina ballando e bevendo.

Naturalmente non starò qui a raccontarvi tutti i gruppi che si sono esibiti ogni giorno, ma mi limiterò a scrivere due righe sulle esibizioni principali di ognuno degli 8 giorni del festival.

10 AGOSTO : l’esibizione di punta della prima sera dello Sziget Festival, è quella degli Ska-P Esibizione a 100 allora la loro, inserita nell’ultimo tour di addio ai fans e che li “obbliga” a riproporre tutte le hit che li hanno resi una delle skaband più famose al mondo. Non manca nemmeno un brano della loro storia : A la mierda, Derecho de admission, El vals de l'obrero, Cannabis e il gran finale con Kasposos.
Joxemi, chitarrista della band, si esibisce a metà concerto, in una versione di I wanna be sedated dei Ramones solo chitarra e voce, davvero notevole.

11 AGOSTO: La musica elettronica fa da padrona il secondo giorno: Underworld con le sue ritmiche ossessive in cui la gente si puó perdere dall´inizio alla fine del pezzo ballando é il principale artista della serata. Quando é iniziata Born slippy é stato palese che molta gente era li solo per quel pezzo (anche io), memore che quella canzone ha sottolineato le immagini di quel capolavoro della cinematografia mondiale che è "Trainspotting".
Sul Wan2 stage la sera ha visto protagonisti gli International noise conspiracy, fautori di un punk rock'n'rolleggiante molto coinvolgente ma che ha bisogno ancora di qualche buona idea melodica in più per spiccare veramente il volo.


12 AGOSTO: Il 12 Agosto alle ore 16.30, la leggenda calcò il palco dello Sziget Festival: direttamente dalla Jamaica, il gruppo (di cui ormai sono rimasti solo 3 componenti originali) che ha suonato con Bob Marley: THE WAILERS. Tra le prime file c'è un numero esagerato di ragazze molto giovani giunte da qualsiasi parte del mondo (Germania, Francia, Spagna...), e la rappresentanza maschile è ridotta al minimo. Dopo qualche pezzo di riscaldamento inizia il delirio: Stir it Up, Jammin, I shot the sheriff, One love, Buffalo soldier, Exodus, il fantasma di Bob Marley aleggia sull'isola e la gente è in delirio...70.000 persone ballano, saltellano, le good vibrations sono ovunque, e fino alla fine il singalong sui pezzi più famosi è praticamente d'obbligo. Concerto stupendo, con questi vecchi leoni giamaicani ancora in grado di graffiare a fondo.
La sera c'è uno dei concerti più attesi del festival: i Turbonegro, per la prima volta in Ungheria. Purtroppo arrivo poco prima del loro inizio, al tendone chiamato wan2 e mi accorgo che arrivare a vedere qualcosa sarà difficile: la calca nel tendone è disumana, avrebbero dovuto spostarlo sul palco principale data l'attesa spasmodica. Dopo l'intro dell'ultimo album inizia All my friend are dead e il Wan2 esplode letteralmente. L'esibizione dei cinque figli di puttana scandinavi è incredibile, precisissima, potente e con una scaletta ben equilibrata tra pezzi vecchi e nuovi, e vede come conclusione The age of Pamparius con l'inevitabile invasione di palloncini che manda in visibilio il pubblico caldissimo. Altro gran concerto.


13 AGOSTO : Il quarto giorno del festival è la serata dei Korn : SCANDALOSI!
Johnatan Davis deve aver avuto parecchi problemi di salute, tanto più che non era mai inquadrato sui emgaschermi ai lati del palco, e dopo i due pezzi iniziali belli carichi ha iniziato a essere sempre più svogliato e stanco finchè la band non se n'è andata dal palco; dopo qualche minuto è iniziato un assolo di basso a cui poi si è aggiunta la batteria, dopo 10 minuti è tornato sul palco il resto della band per una cover di The Wall dei Pink Floyd, e per la fine del concerto per puri motivi contrattuali, ma ormai il danno era fatto e ad ogni pausa i fischi del pubblico sommergevano la band. Fine del concerto tra i fischi delle prime file e nell'indifferenza del resto del pubblico. Va bene l'entusiasmo, ma una band l'entusiasmo se lo deve guadagnare...e i Korn non ce l'hanno fatta.


14 AGOSTO : forse il miglior giorno del festival : aprono la giornata i Toy Dolls e il concerto è identico a quello suonato al Rock in Idro, con la differenza che qui Nellie the Elephant non è stata tagliata, e ha scatenato il delirio anche tra i semplici curiosi che ogni sera avevano sentito e ballato quel pezzo nel tendone rock. Per il resto è la solita fila di classici della band, con Dougy Gyro che ogni volta mette i brividi, la opener Dig that groove, baby che fa saltare tutti per aria e la conclusiva Peter and the test tube baby...un altro grandissimo concerto, impeccabile dal punto di vista dell'esecuzione tecnica (anche se Olga ha avuto qualche problema con la chitarra) e soprattutto capace di mettere il buonumore anche in una folla sconfinata come quella di oggi.
Dopo di loro è la volta dei Licks (piccola curiosità: uno di loro militava negli indimenticati H2O hardcore band che i più fortunati tra voi videro al Teste Vuote del '98), mentre la sera i Franz Ferdinand sono stati autori di un buon concerto, non certo tra le bands che seguo, ma convinti, puliti e onesti.

Quando la musica finisce la destinazione è la solita: Tendone rock, locale in cui si balla sui tavoli, e al sorgere del sole, verso le 6.30 l'oblio alcoolico...

15 AGOSTO: Il buonumore aleggia sull'isola, ma si dissolve in un momento, appena arrivo tra le prime file del main stage...metallari, dark e freaks vari iniziano a guardami male perchè con la mia maglietta gialla di SpungeBob rovino la loro coreografia di magliette nere e face painting bianco. Sul palco stanno per salire i Cybergods Skinny Puppy, il cantante ha un trucco e un costume incredibili, si muove come un robot, e si versa addosso chili di fango e litri di sangue finto mentre la band snocciola un cyber-industria-metal stile primi Marylin Manson molto teatrale...non indicatissimo per le 16.00 del pomeriggio, ma l'accoglienza è comunque ottima.
Per oggi sul palco principale non c'è più niente di interessante, quindi mi dirigo verso il Wan2, e dopo una giornata passata tra piscina e ristorante indiano, alle 23 salgono sul palco i leggendari Fishbone : ska-reggae-funky-rock con una presenza scenica incredibile e la sezione fiati precisa e potente. Esibizione da brividi la loro. Grandissimi, nulla da dire.
Dopo di loro di corsa al tendone in cui si tiene "Miss Maglietta Bagnata"
…alcune potevano risparmiarsi la figuraccia e non partecipare, ma le belle fighe non mancavano di certo…


16 AGOSTO : Anche le ragazzine commerciali hanno diritto al loro spazio nel festival e così l’ultimo giorno suonano i Good Charlotte, che sembrano a vederli dei punkettoni hardcore scatenati, vestiti di nero e tutti tatuati, ma che andrebbero bene nello spazio COMMERCIAL di Mtv, di vcui infatti fanno parte.

Decido comunque di assistere alla loro performance : appena escono sul palco, le ragazzine esplodono di gioia ed è tutto un susseguirsi di cellulari accesi, grida isteriche, pianti, cori...insomma tutto quello che si fa ad un concerto pop, proprio come questo. Al di là della musica che può piacere o no, quello che trovo di veramente fastidioso sono i messaggi patetici delcantante tra un pezzo e l'altro ("Perchè tutto il mondo non è come l'Ungheria?!", "Pensavo di trasferirmi qui", "Ungheria: buon cibo e belle donne!!" ma non era l'Italia così? Per terminare con "La vita è vostra e dovete viverla come volete"), qualunquisti e buonisti fino all'inverosimile.
Sul finale del concerto inizia a piovere e non la smetterà più.

BILANCIO FINALE : Se amate stare all’aria aperta, se amate vedere una valanga di concerti live di qualità, se amate il sesso, se amate l’ alcool e se amate la musica, lo Sziget Festival è il vostro paradiso…

mercoledì, settembre 21, 2005

MISS RETTORE


In concomitanza con l'uscita del nuovo attesissimo album della Rettore, ecco un' intervista realizzata da Tommaso di Sonorika alla più trasgressiva regina della musica italiana, qualche settimana prima del'uscita...

Incontro Donatella Rettore, pardon, Miss Rettore, regina incontrastata degli anni ottanta e una delle artiste più singolari del panorama musicale italiano, nel chiostro del Convento di Mosciano S. Angelo (Te), prima del suo concerto Figurine Tour 2005. Il tempo per lei non sembra passare mai; è in splendida forma e il concerto ne sarà ulteriore conferma.

Tommy: Partiamo dal titolo del nuovo lavoro: perché Figurine?

Rettore: Figurine perché la gente diventa sempre più statica, addormentata, comatosa; sempre più una figurina e sempre meno una persona: vengono a mancare i rapporti interpersonali, così la gente nasce, vive, soffre e muore da sola.


T.: 11 anni di silenzio prima di questo nuovo capitolo della tua discografia.

R.: In realtà non sono stati 11 anni di silenzio; in questo periodo sono usciti il live con gli inediti
Fax (che vede la collaborazione di Elio e le Storie Tese) e Lasciamo vivere gli abeti, coloriamo le suore e il singolo Bastardo. Ad ogni modo, a parte questi, io ho continuato a scrivere e a registrare; ho collaborato con Nando Sepe, Mastrangelo, Paoluzzi e ho registrato degli album che, per il poco intuito dei discografici che propongono sempre la solita (non) musica, non sono usciti…. Peccato, perché ci sono tanti musicisti validi in circolazione che non riescono a ottenere l’attenzione che si meriterebbero. D’altronde, l’educazione musicale, negli ultimi anni, è da Figurine.

T.: Konchiglia (uno dei pezzi del nuovo album) è par condicio?
R.: Beh! Konchiglia è il richiamo di Kobra al femminile… Dentro la conchiglia o c’è la perla, o c’è il mollusco, o c’è il Kobra!


T.: Hai incarnato gli anni ottanta…

R.: Guarda, io non vivo di ricordi; infatti in una mia nuova canzone che si intitola
Presto che è tardi dico "le tue mani che hai, ricordi belli e brutti e tutti io li brucerei".

T.: Hai avuto l’onore di essere l’unica artista italiana per cui Elton John ha scritto dei pezzi. Come è nata questa collaborazione?
R.: In realtà il primo pezzo
Remember non era stato scritto per me, ma per Frank Sinatra, di cui Elton John era un grandissimo ammiratore: The Voice però non lo volle cantare e la canzone rimase ferma. Quando un giorno il mio manager mi chiese se fossi stata disposta a cantare qualcosa di non mio risposi “Certo! Qualcosa di Bernie Taupin e Elton John!”, convinta di avergli lanciato una sfida impossibile. Invece venti giorni dopo arrivo Remember. Poi ho incontrato Elton John e mi ha regalato This time (firmata da uno pseudonimo) e Sweetheart on parade, che la leggenda narra che io abbia rubato alla sua grande amica Kiki Dee.

T.: Qual è il disco a cui ti senti più legata e quello che non rifaresti?

R.: Quello che non rifarei è
Diavoleria perché me l’hanno rovinato con degli arrangiamenti inascoltabili: infatti me lo sono dovuta ricomprare prima che uscisse ed ho bruciato il master. Quello a cui invece mi sento più legata è Kamikaze rock ‘n’ roll suicide; è stato infatti un disco che, nonostante in Italia me lo abbiano boicottato, tra Giappone, Germania, Inghilterra e Francia ha venduto più di 5 milioni di copie.

T.: Forse l’Italia del 1982 non era ancora pronta a tematiche come suicidio, samurai e cultura giapponese…

R.: Non so, so che alla prima uscita, dopo aver fatto Discoring, il disco entrò direttamente all’ottavo posto. Poi i bambini cantavano
Lamette e i genitori non volevano comprargli il disco.

T.: Io avevo tre anni e ricordo che cantavo Dammi una lametta che mi taglio le vene

R.: Questo perché i bambini non hanno tabù nè pregiudizi; i bambini la cantavano esattamente così come l’avevo scritta, ovvero per ridere e sdrammatizzare con ironia, un’ironia che, purtroppo, da molti non fu capita.


T.: Hai duettato in Adrenalina con Giuni Russo, un’artista esplosa con il pezzo che forse la rispecchiava meno e che poi non è stata capita fino in fondo.

R.: Giuni non è stata capita perché faceva musica d’elite. A parte i pezzi da classifica come
Un’estate al mare, Limonata cha cha cha e gli altri, faceva musica per gente che ne capiva. Ad ogni modo è stato indubbiamente un duetto intrigante e divertente. Lei mora e siciliana, io bionda e veneta… Una grandissima artista, riscoperta purtroppo troppo tardi.

T.: Nell’ultimo disco sono presenti alcuni tuoi successi riarrangiati; perché?

R.: Questo perché da
Bastardo in poi ho tirato su una schiera di ragazzini dai tre ai diciotto anni che quando mi vedono mi chiedono sempre Kobra, Splendido splendente, Di notte specialmenteLeonessa per far vedere come cantavo in quegli anni e perché in effetti sono la leonessa di Venezia.

T.: La Fattoria: che esperienza è stata essere spediti indietro nel tempo?
R.: E’ stata durissima! Quest’anno si sono fatti una vacanza di un mese e mezzo in Brasile, mentre noi eravamo senza acqua potabile e senza medicine… Un incubo! I primi quindici giorni credevo di morire! E ad ogni modo, nonostante sia uscita, la capa ero io.

T.: Clonazioni - Tutti pazzi per Rettore ti è piaciuto?

R.: Moltissimo! Sono stati tutti bravissimi, da Alessandro Graziano, a Stefano Pais a Andy dei Bluvertigo, davvero tutti bravi!
Sono molto grata a questi ragazzi perché riascoltando i pezzi ho avuto la riprova che non solo sono attuali, ma a distanza di più di 20 anni sono ancora avanti

T.: E Donatella ricantata da Gennaro Cosmo Parlato?

R.: Da morire! Lui è un gay forte! E’ stato bravissimo nel trasformare un pezzo nato ska in un sirtaki.
Pensa che anni fa ho cantato un suo pezzo; ho fatto il provino, inciso il master e quando tutto era pronto, il disco non è uscito. E poi mi dici 11 anni di silenzio…. Io i dischi li faccio. Se poi non me li fanno uscire…

T.: Ma questo esce?

R.: Guarda non lo so. Davvero! Io dico sempre: “Almeno lasciatemi la speranza…”
A parte gli scherzi, uscira tra 5 settimane...


T.: Con che etichetta uscirà?
R.: Etichetta Novunque distribuzione Self. info@novunque.it

T.: Un saluto alla tua maniera a tutti i fans?
R.: ...Un bacio dalla vostra leonessa che non ha semrsso di ruggire



martedì, settembre 20, 2005

RECENSIONE DELLA SETTIMANA


TITOLO : Another Voice
AUTORE : Agnostic Front
GENERE : Hardcore
ANNO : 2004
PROVENIENZA : New York (USA)





Roger Miret, cantante e frontman degli Agnostic Front è considerato all'unanimità "don hardcore", il padrino riconosciuto di uno dei generi più estremi di musica.
Ho preso questo "Another voice" (degna successione del bellissimo "One voice") per svariati motivi e il risultato è decisamente soddisfacente. Matt Henderson dei Madball è tornato a suonare la chitarra negli AF e la sua viol
enza si snte dall'inizio alla fine, togliendo il respiro in ogni brano.
Il disco, la cui copertina si può vedere qui sopra,
è un inno alla voce degli oppressi, dei più deboli, ma allo stesso tempo è la voce della strada, è la voce del popolo HARDCORE. Un lavoro potente e diretto che in molte cose ricorda più i dischi dei primi anni 90 della band e si distacca un po' dagli ultimi tre.
Si parte a mille allora con una scarica di hc newyorkese dal titolo "Still Here" che farebbe sobbalzare anche i più duri. Si continua di corsa : ‘All Is Not Forgotten’ dimostra a parole e nei fatti che il vecchio "One voice" è ancora
tenuto bene a mente dalla band, capace di rievocarne lo spirito grazie a una veste musicale piuttosto simile, ma miglirata da una produzione ancora più massiccia. ‘Pride, Faith, Respect’ e ‘Take Me Back’ riportano alla mente persino il capolavoro ‘Liberty And Justice’, per dire che dopo tutti questi anni gli Agnostic Front sono sempre gli stessi. E ‘per fortuna’ ci sarebbe d’aggiungere.
E' vero, non mancano pezzi un po' anonimi, ma ad una band così non si può certo rimproverare qualcosa. A fare i pignoli, forse "So pure to me" e "Dedication" sono di livello leggermente inferiore, ma sarebbe oro colato se tutto il livello basso fose
di questo tipo...
Dopo un periodo in cui le tematiche dei testi erano,
per così dire, un po' più morbide, con "Another voice" si tornano a trattare le esperienze della strada, più politiche e soprattutto più sociali : la guerra in Iraq, l'inasprimento della povertà nel mondo erano tematiche troppo forti per far finta di nulla e i cinque newyorkesi lo sanno bene.
Il basso di Mike Gallo non si ferma un secondo e si intrecci alla perfezione della batteria di Steve, davanti alla quale sentiamo un muro di chitarre da vera pelle d'oca.
Gli attacchi a Bloomberg non mancano (ai livelli di quelli all'ex sindaco di NY R.Giuliani), i riff viol
enti e l'adrenalina dell'hardcore ti fanno entrare a 360° in ogni songolo pezzo che ti prepara piano piano al finalone del disco, con "Hardcore (The definition)", un titolo che parla da se e la scalpitante "Casuality of Times"che chiude un disco da ascoltare a volume pazzesco.
Roger e l'intramontabile Vinnie Stigma non possono che essere soddisfatti della loro ultima fatica, nel rispetto di quello stile che li ha portati, senza paragoni, ad essere i veri... HARDCORE GODFATHERS

lunedì, settembre 19, 2005

STATUTO ...un passo avanti!

Dopo gli Extrema, prosegue il nostro viaggio all'interno delle realtà italiane che offrono musica valida, vera e da sempre si distinguono per la loro "attitudine" a stare fuori dalle situazioni commerciali.
Oggi parliamo (prendendo spunto da frasi, spezzoni e articoli tratti dal loro sito o da altre fonti libri) degli Statuto, storica Ska band italiana (il primo ska nel nostro paese), che in Febbraio ha pubblicato il suo decimo lavoro, intitolato "Sempre" "...composto da 14 brani ska-soul-beat in perfetto stile col genere storico del gruppo, con suoni decisamente attuali e arrangiamenti orchestrali molto curati dal loro produttore artistico Carlo U. Rossi, brani di sicuro coinvolgimento anche nelle esibizioni dal vivo. I testi trattano tematiche sociali importanti, talvolta in modo diretto e talvolta in modo ironico, sempre con immediatezza; non mancano tematiche sentimentali, storie metropolitane e “divagazioni” emozionali. Da segnalare il brano IN FABBRICA composto appositamente dagli storici GANG, uno ska/popolare in perfetto stile sia “gang” che “statuto”, suonato e cantato dai Gang stessi insieme al complesso mod torinese, con un testo di “lotta” chiaro ed efficace ma non retorico e pesante".

Ma facciamo un salto indietro di ben 22 anni : è il 1983 l'anno di nascita della band, che prende il nome da Piazza Statuto, punto di ritrovo dei Mods torinesi e non solo.
Il gruppo inizia ad esibirsi in situazioni underground per tutta la penisola italiana, trovando nei raduni Mod il loro ambiente naturale. Dopo molte date live, si arriva alla "...pubblicazione di due demotape (TORINO BEAT 1984 e NELLA CITTA’ 1985), l’etichetta indipendente DTK pubblica i primi due singoli: IO DIO (1986) e GHETTO (1987) grazie ai quali il complesso acquista maggiore popolarità nella scena rock italiana e si esibisce in varie situazioni “underground” un po’ in tutta la Penisola. Primi in assoluto in Italia a suonare ska e con testi in italiano, pubblicano il primo album nel 1988 per la Toast rec. dal titolo VACANZE e nel 1990 il mini-lp SENZA DI LEI, sempre per la Toast rec., dove come ospite suona l’Hammond il celebre JAMES TAYLOR dei JamesTaylorQuartet. Nel 1991, gli STATUTO approdano alla major EMI che pubblica il singolo QUI NON C’E’ IL MARE, e nel 1992 raggiungono il massimo della popolarità nazionale grazie alla partecipazione al Festival di Sanremo con il brano ABBIAMO VINTO IL FESTIVAL DI SANREMO, che si piazza in finale nella manifestazione canora e raggiunge immediatamente la hit-parade dei singoli dove rimane per ben due mesi".
L'annata è favorevole : in Marzo esce Zighidà, disco che contiene il brano presentato al Festivalbar e intitolato Piera; l'album vende 40.000 copie.
"Nel giugno 1993 esce il singolo SALUTI DAL MARE, vera hit estiva presentata anche al Cantagiro seguito dall’album E’ TORNATO GARIBALDI con testi dai contenuti decisamente impegnati, accolto molto favorevolmente da critica e pubblico. Nonostante l’attività dal vivo proseguisse molto intensamente (una media di 100 concerti l’anno) solo nel 1996 esce un nuovo album, pubblicato dall’Audiar/Sony intitolato CANZONISSIME, dove tutti i brani hanno titolo di successi della storia della musica leggera italiana pur non avendone né la musica né il testo originale".
Il 1997 è un anno da ricordare : esce l'album "Tempi moderni" (primo lavoro in collaborazione con Epic, prodotto da Carlo U.Rossi) e, in occasione del meeting dell'amicizia tra i popoli italiano e cubano, gli Statuto vengono invitati a suonare il Plaza de la Revoluciòn, la storica piazza di La Habana, dove si esibiscono davanti a 200.000 persone. Il concerto verrà riproposto più volte in replica sulla televisione nazionale dell'isola caraibica.
Nel 1998 esce il singolo UN POSTO AL SOLE, supportato da un video dove insieme al complesso compaiono, impegnati in una partita di calcio, tutti i calciatori della squadra del Torino, della quale gli Statuto sono da sempre veri tifosi ultrà, riconosciuti dalla Curva Maratona come “complesso ufficiale”, tanto che fin dal 1993, alle presentazioni pubbliche della squadra in estate, il complesso è sempre stato invitato a esibirsi.
Il 1999 è l'anno del fortunatissimo RI-SKATTO, "Nel 1999 esce il fortunatissimo RI-SKATTO, album prodotto da Carlo U.Rossi, dove vengono proposti col testo in italiano 11 brani storici del primo ska-revival di complessi celebrati come Madness, Specials e BadManners, addirittura il brano “On my Radio” (diventato “La mia Radio”) dei Selecter che hanno la cantante donna viene interpretato da un simbolo della musica italiana, cioè RETTORE, con la quale la band si esibisce nelle date più importanti di quel tour. Sempre nello stesso album è contenuto il brano GRANDE, dedicato al cinquantenario della scomparsa del Grande Torino nella tragedia di Superga, con testo scritto da Giampaolo Ormezzano, scrittore e giornalista fra i più stimati e apprezzati in Italia".
Oskar, leader e cantante della band, si rivela due anni più tardi, scrittore oltre che musicista : nel 2001 infatti, esce il libro IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI (STORIE DI MODS E DEGLI STATUTO) "dove vengono narrate storie metropolitane ed estreme realmente avvenute, situazioni e persone realmente esistiti ed esistenti dal 1980 a oggi, che viene accolto aldilà di ogni più rosea aspettativa, sia dal pubblico che dalla critica. L’interesse per il libro spinge il complesso a realizzare la prima “opera ska-soul” della storia, realizzando il nuovo album con 13 brani con i testi tratti dalle storie raccontate nel libro di Oskar,un album di concetto che esce nell’estate 2002, con ritmiche decisamente ska e armonie e melodie soul, arrangiamenti orchestrali e soluzioni corali notevoli grazie all’ottimo lavoro del loro produttore ormai punto di riferimento fondamentale per la musica italiana (produttore di Jovanotti, I.Grandi, 883, Negrita, 99Posse etc.) cioè il solito Carlo U. Rossi. L’album ha lo stesso titolo del libro di Oskar e presenta un brano scritto nella parte musicale da Paolo Belli (COS’ E’?) e un brano da hit estiva (SOLE MARE) dove cantano i ritornelli e un inciso i Righeira (che compaiono anche nel videoclip della canzone stessa), citati nel testo del brano che racconta una vacanza riminese all’insegna della fame e del totale divertimento avvenuta proprio nel 1983, anno in cui spopolava “Vamos a la playa”.
E così arriviamo ai giorni nostri : il 2003 segna i 20 anni di carriera, della band, da sempre contraddistintasi per coerenza, credibilità, combattività, rabbia, stile, impegno, divertimento, dischi e una media di 100 concerti all’anno e con la pubblicazione di I CAMPIONI SIAMO NOI, antologia dei 20 anni degli STATUTO contenente il meglio del loro repertorio e l’inedito omonimo, uno ska melodico accattivante con testo dedicato alla triste situazione occupazionale della Fiat a Torino, del quale tutti i proventi dai diritti SIAE sono devoluti al “Fondo per i Cassintegrati e Licenziati di Mirafiori”.

Come detto, a Febbraio è uscito "Sempre", album che il gruppo torniese sta portando attualmente in giro per l'italia con un tour omonimo.
Ecco le prossime date in programma :

1 ottobre BOLOGNA Estragon
8 ottobre AREZZO Storyville
15 ottobre FIRENZE Ministry
22 ottobre BUSSOLENGO (VR) Gate 52

Lo ska degli Statuto continua a girare...
...UN PASSO AVANTI !

venerdì, settembre 16, 2005

COCKNEY REJECTS : again on tour!

Sono invecchiati, sono ingrassati, ma il loro richiamo in Inghilterra è ancora troppo forte : i Cockney Rejects, reduci da una recente esperienza in studio di registrazione, tornano a portare il loro Oi! in giro per la Gran Bretagna.
Saranno tre i mesi intensi in cui il quartetto londinese girerà in lungo e in largo l'isola, ma non tutti i concerti sono già stati confermati e pubblicizzati.

Queste le date fin'ora certe :

Thursday 15th September - GLOUC
ESTER - Guil Hall
Friday 16th September - NUNEATON - Queens Hall
Saturday 17th September - MIDDLESBOROUGH - Town Hall
Sunday 18th September - DUDLEY - JB's
Friday 23rd September - BLACKBURN - King Georges Hall
Saturday 24th September - CLEETHORPES - Winter Gadrdens Sunday 25th September - SCUNTHORPE - Baths Hall
Thursday 10th November - MANCHESTER - The Witchwood Friday
11th November - GLASGOW - The Garage


Un tour preceduto da due asaggi estivi : il primo a Bilbao, il 29 luglio scorso in compagnia dei Parabellum e il secondo, più classico, al Circus Tavern in Purfleet, concerto dal quale sono tratte le immagini qui sotto. Germania, Norvegia e Giappone avevano ospitato i quattro londinesi all'inizio di quest'anno, per una sorta di prova generale di quello che sarebbe stato il tour in Inghilterra, Scozia e Galles.
I Cockney Rejects, ancora capitanati a distanza di 26 anni dal frontman Jeff "stinky" Turner porteranno in giro tutto il loro repertorio più classico, fin dai tempi di Flares and Slippers, primo EP datato 1979: non mancheranno quindi le classiche "Bad man",
"One on the forthcoming album! Out in September!" , "I'm forever blowin' bubbles", "Greatest story ever told" e via di questo passo.
Mick Geggus è ancora li al suo posto con la immancabile Gibson, mentre alla batteria siederà Les Cobb , quarto batterista della band dopo Andy Scott, Nigel Woolf e Keith "Sticks" Warrington.
Altre date verranno presto annunciate sul loro sito ufficiale http://www.cockneyrejects.net/ ma stando alle prime indiscrezioni, sembra difficile un loro passaggio dall'Italia.
Noi aspettiamo fiduciosi...
OI! OI! OI!



giovedì, settembre 15, 2005

I martiri del rock : SID VICIOUS

Un articolo apparso qualche tempo fa in un fondo pagina Rollin'Stones riassume brevemente la vita di Sid Vicious, da molti considerato il primo vero martire del punk, da altri semplicemente un pagliaccio...

Suonava il basso e pure male, ma lo suonava nei Sex Pistols, la punk band inglese per eccellenza, il gruppo che seminò il panico nel mondo della musica rock britannica e non solo, e investì la cultura di fine anni '70 come un ciclone autodistruttivo. Per molti resterà l'icona assoluta, per altri la vera personificazione della truffa del rock and roll. Molto probabilmente l'unico inconsapevole eroe del pop. Il 2 febbraio 1979, a New York, John Simon Ritchie, meglio conosciuto come Sid Vicious, veniva trovato morto per un'overdose da eroina (pare fornitagli da sua madre). Il primo periodo punk si chiudeva qui. Nasce il 10 maggio 1957 in Inghilterra e passa la sua infanzia a Londra. Abbandona la scuola e viene reclutato da Malcolm McLaren nei Sex Pistols. La band raggiunge il suo massimo "splendore" artistico con "Anarchy in the U.K." e raggiunge le vette delle classifiche nel 1977 con la canzone "God save the queen". Quest'ultima in particolare arriverà ad ottenere il primato di prima canzone 'numero uno' in classifica ad essere censurata: "Dio salvi la regina, che il regime fascista ha reso cretina", recita il testo. I Sex Pistols citano anche i primi Who, gli Stooges, Iggy Pop, i New York Dolls, ma solo per deriderli. Fino in fondo coerenti con le loro filosofie anarchiche e anti-ideologiche, il gruppo si scioglie quando capisce di essere solo uno strumento di business. Dopo il singolo di successo "My way", cover della celebre canzone di Frank Sinatra, Sid Vicious si trasferisce a New York con la fidanzata Nancy Spungen, ex prostituta americana. Il 12 ottobre 1978 al Chelsea Hotel di New York, Nancy viene trovata morta. Sid, incolpato dell'assassinio, verrà scarcerato su cauzione: morirà in attesa del processo. Sebbene Vicious pare abbia dichiarato "L'ho uccisa perchè sono un cane bastardo", confessando di essere l'assassino della sua ragazza, 25 anni dopo la morte, un libro avanza l'ipotesi che Sid Vicious fosse innocente. Alan Parker, autore londinese esperto di punk, ha ricostruito con cura gli eventi di quella notte di ottobre in cui Nancy fu accoltellata e li ha raccolti nel libro "Vicious: Too fast to live". Secondo Parker - che negli ultimi anni ha intervistato la polizia di New York che aveva condotto le indagini, la madre di Vicious e numerosi altri personaggi - il vero assassino della fidanzata di Sid sarebbe uno spacciatore e aspirante attore newyorkese, Rockets Redglare, il quale ha recitato piccole parti in "Big" con Tom Hanks e in "Cercasi Susan disperatamente" con Madonna. Inoltre, secondo la madre di Vicious, Ann Beverley, Redglare sarebbe anche responsabile dell'overdose che uccise suo figlio. Il cantante si era disintossicato per qualche mese, ma l'1 febbraio 1979 aveva mandato alcuni amici a comprare dell'eroina, secondo la madre, proprio da Redglare. La verità forse non verrà mai alla luce: Rockets Redglare è morto nel maggio 2001, all'età di 52 anni, ucciso da una vita di stravizi. Tossicodipendente, oltraggioso, aggressivo, negativo, autodistruttivo, Sid Viciuos ha personificato in vita ciò che le canzoni dei Sex Pistols volevano rappresentare. Primo martire del punk, immolatosi a soli 21 anni, oggi Sid Vicious rappresenta lo stereotipo di "sesso, droga e rock'n'roll": uno stile di vita che porta alla morte prematura di giovani talenti, che per alimentare le loro doti hanno avuto bisogno di grandi eccessi.

martedì, settembre 13, 2005

RECENSIONE DELLA SETTIMANA

TITOLO : Don't belive the truth
AUTORE : Oasis
PROVENIENZA : Manchester (England)
ANNO : 2005
GENERE : Pop



L'attesissimo sesto album dei fratelli Gallagher ha decisamente sorpreso tutti, anche il sottoscritto che, nonostante apprezzi molto la band inglese, mai si sarebbe aspettato un lavoro così valido.
Il disco inizia in modo deciso, con un fraseggio di chitarra violento che introduce "Turn up the sun", pezzo deciso e cantato da Liam in modo aggressivo e che rende l'idea di quello che sarà ciò che ascolteremo. L'ironia e la strafottenza dei primissimi Oasis, viene a galla nel secondo pezzo "Mucky Fingers" che prepara l'ascolatore al primo estratto dell'album, che ha bombardato le radio negli ultimi mesi : "Lyla", un pezzo in perfetto stile Oasis che carica sempre di più ogni volta che lo si ascolta... il bridge tra strofa e ritornello è qualcosa di notevolissimo!
La logica vorrebbe un attimo di pausa dopo un brano così e invece la band inglese, piazza dopo Lyla una chicca dai chiari riferimenti ai Beatles : "Love like a Bomb" forse il brano più bello del disco, nel quale la violenza della chitarra elettrica, si mischia in armonia alla docile chitarra acustica di Noel.
Si prosegue su un livello alto : "The importance of being Idle", "Meaning of soul" e "Guess God think I'm Abel" sono bei pezzi che bene si incastrano nella melodia generale del disco.
A questa triade segue "Part of Queue" cantata da Noel e che non convince nella sua stranezza, troppo ricercata nella linearità solita degli Oasis.
Gli alti e bassi si alternano nella penultima e nella terzultima canzone: "Keep the dream alive" ha una strofa tanto bella quanto è banale il ritornello, che però si dimentica grazie al bellissimo assolo finale, mentre "A bell will ring" è sicuramente il pezzo più brutto del disco, forse inserito apposta prima della canzone finale da 10 e lode : "Let there be love", molto in stile John Lennon e davvero da brividi nell'alternarsi tra Liam e Noel che creano un'atmosfera tipica dei live degli Oasis.
Ed ora aspettiamoli al Forum...


Ale "moneta"

lunedì, settembre 12, 2005

VASCO : movie clip

E’ SOLO UN ROCK’N’ROLL SHOW, il primo movieclip della storia esce in questi giorni in tutti i negozi in doppio DVD, 5 ore di contenuti al prezzo di 29,90 euro. Che comprendono: il movieclip, 11 video canzoni, il cortometraggio ispirato a “Dimenticarsi”, una fotogallery più una serie di contenuti speciali che vi faranno scoprire i retroscena di piu’ di 1 anno di lavorazione.
Il primo movieclip della storia perché la sfida nuova era di riuscire a legare insieme il linguaggio del cinema con quello del videoclip. Il risultato è una fantastoria thriller che interagisce con il videoracconto di tutto l’album Buoni o Cattivi. La protagonista è una fan (il suo vero nome è Andrea) con i suoi sogni e le sue passioni deliranti.
“E’ un esperimento - dice Vasco – nato dall’idea di realizzare una fiction con i videoclip di tutte le canzoni dell’album collegati tra loro da una sceneggiatura ‘piccante’.”
Per la prima volta sono stati realizzati i clip di tutte le canzoni di un album, un lavoro durato piu’ di un anno e fatto con la collaborazione degli studenti della Nuct (la Nuova Università del Cinema di Cinecittà) e la supervisione artistica del regista Stefano Salvati.

(l'articolo è tratto dal sito ufficiale www.vascorossi.net)

sabato, settembre 10, 2005

MALACABEZA



Il nostro amico Simo ci scrive un pensiero su “Malacabeza”, l’ultimo disco degli Arpioni…


Malacabeza è il nuovo lavoro degli Arpioni.
Album che non tradisce le attese e che fa intuire un’ evoluzione
musicale della band.
Suonato in collaborazione con una trentina di musicisti e amici
di alto calibro come Tonino Carotone, Roy Paci e Valerio Mastrandrea
(giusto per fare qualche nome) mischia gli immortali suoni jamaicani
rocksteady tipici della band bergamasca a suoni popolari italiani
(bellissima Er Tranquillante nostro, inno al vino scritto da Gigi
Proietti) , punk e salsa.
I testi delle canzoni come al solito trattano sopratutto della
precarietà e del mondo del lavoro . Non mancano le solite divertenti
canzoni sul tema della legalizzazione e della represione.
In conclusione l'album piace fin dal primo ascolto in quanto orecchi
abile , ben suonato e si adatta ad ogni gusto, la band si conferma,
secondo me, la migliore realtà italiana del momento e ogni volta lo
confermano anche nelle esibizioni live.
 
Simone

venerdì, settembre 09, 2005

EXTREMA ...new album comin'soon!

Oggi si parla di Metal e più precisamente della band Metal italiana nr.1 : gli EXTREMA.
Ho lavorato con loro in più di un occasione e posso assicurarvi che sono, oltre che degli ottimi professionisti, anche dei ragazzi coi quali è facile instaurare un buon rapporto.
Il metal in Italia non va, non è mai andato e anche se suoni da dio e spacchi il culo è più facile che trovi spazio all'estero, piuttosto che nel nostro bel paese, contento di proseguire a pizza e mandolino.

Attualmente il quartetto milanese, che da poco ha cambiato batterista, si trova al Rodgers Studio di Mantova a registrare il nuovo disco prodotto da Mauro Andreoli, attualmente ancora senza titolo. Sarà il quarto lavoro di Tommy Massara e compagni, a ben 4 anni di distanza dall'ultimo "Better mad than dead".
In un'intervista alla radio, qualche giorno fa, il chitarrista della band ha ripercorso tutta la loro carriera : "Gli Extrema nascono nel 1986. Il nostro primo disco è un autoproduzione. Nel 1991 cambiano alcuni elementi della band e rimaniamo in quattro: io, Tommy Massara alla chitarra, Chris dalla Pellegrina alla batteria, Mattia Beegee al basso e Gianluca Perotti alla voce. Facciamo tantissimi concerti in giro per l'Italia e poi decidiamo, nel 1991, di trasferirci in America. Ci stiamo un po' di tempo e facciamo un po' di esperienze. Suoniamo dal vivo, cresciamo e torniamo in Italia per l'uscita del primo album. Facciamo un piccolo tour e abbiamo la fortuna di suonare a Torino allo stadio delle Alpi in supporto ai Metallica, una cosa un po' grossa. Lì il gruppo ha un'impennata abbastanza importante e iniziamo a fare tanti concerti in giro per l'Italia mentre il disco vende 15 mila copie. Pubblichiamo un mini album live con pezzi registrati proprio durante quel concerto. Un momento importante del nostro cammino è stato aver suonato con Vasco Rossi davanti a 80mila persone. Iniziano un po' di problemi con l'etichetta, ne troviamo un'altra e nel 1995 esce il secondo album che vende circa 10mila copie. Stessi problemi tecnici, andiamo in causa anche con questi. Facciamo una collaborazione con gli Articolo 31 datata 1996 con il singolo "Mollami mi ha rotto" che ha girato abbastanza. Uno dei primi esempi del cosiddetto crossover italiano, se così lo vogliamo chiamare. Un incontro tra metal e hip hop. Abbiamo unito le due cose .. Andando avanti, rompiamo anche con questa etichetta e da lì in poi non passiamo un bel periodo. Infatti stiamo fermi discograficamente per sei anni. Nel 2001 esce il terzo album Better mad than dead". Nel 1999, dimenticavo, collaboriamo per la seconda volta con gli Articolo 31 nel pezzo "Vai bello qui non si scherza", un singolo e un video che gira molto su Mtv e Viva"

Gli Extrema si fermano un momento, il batterista Chris decide di lasciare la band. Vuole cambiare genere e inizia a collaborare con diversi artisti di spessore della musica italiana, diventando un apprezzato turnista. Le audizioni durano due mesi e dopo ben 25 batteristi, viene scelto Paolo Crimi, dei Beerbong. Gli Extrema, galvanizzati dal tiro del nuovo batterista, partecipano al Gds of Metal e al Summer Day in Hell 2005, prima dini inizare i lavori del nuovo disco.
E' ancora Tommy a parlare, questa volta del lavoro che stanno preparando: "Si tratta di un album molto immediato, forse addirittura più di "Positive Pressure". Siamo riusciti a toccare gli estremi dalla nostra musica come mai in precedenza..."
Tra le indiscrezioni trapela qualche titolo : "New world disorder" "Malice & Dynamite" "Second Coming" . E' certa la presenza della cover "Ace of spades" dei Motorhead, nella quale il virtuoso bassista Mattia Beegee, suonerà l'assolo di chitarra.
La produzione, come detto, è affidata all'italianissimo Mauro Andreoli e l'album uscirà per la V2, con distribuzione Edel. La casa discografica, V2 appunto, è la stessa che nel 2004 ha ristampato i primi due album della band.

A questo punto non resta che attendere di sentire il risultatoche, conoscendo gli Extrema, sarà una vera e propria martellata sui denti...

Ale "moneta"